Tutte le certezze di Aidan erano messe a dura prova, e anche il suo cuore. Un cuore che era ancora troppo semplice, poco avvezzo ai compromessi, estraneo agli accordi e alle rese.
In quel primo incarico che Galanár gli aveva affidato, stava sperimentando la difficoltà del comando: quando aveva visto con i propri occhi la caduta di Valkano, la sua mente aveva vacillato. Nulla gli era parso più imperativo del tentativo di strappare quante più persone alla morte. Così aveva fatto il possibile e si era imposto di mantenere la lucida freddezza che per anni gli era stata insegnata, nello strenuo tentativo di limitare le perdite.
Quando Silanna era scomparsa dalla sua vista, però, Aidan era stato preso dallo sconforto: per la prima volta da quando era nell'esercito, aveva dimenticato gli ordini ricevuti. Era rimasto lì, ai piedi della vallata, bloccato e incapace di scegliere se proseguire o tornare indietro.
Il ritorno di Silanna fu per lui un sollievo e un tormento: la sorte aveva voluto assecondarlo, salvandolo dalle ire di Galanár, e assieme punirlo, togliendogli Edhel.
Il suo primo pensiero fu quello di mollare il gruppo e andare a cercarlo. Stava per farlo, ma incrociò gli sguardi di quegli uomini e di quelle donne che attendavano un suo ordine, come se solo da lui fosse dipesa la loro salvezza.
Forse è così. Anzi, lo è davvero.
Quella presa di coscienza fu tanto bruciante da asciugare le lacrime che avrebbe voluto versare per la paura e la disperazione che provava. Considerò che la sorte non gli avrebbe arriso una seconda volta, se l'avesse sfidata con tanta leggerezza, e si decise a voltare le spalle a Valkano.
Non avrebbe esitato, non in quel momento. Avrebbe fatto ciò per cui era stato mandato.
Aidan guidò la spedizione in salvo senza battere ciglio, cavalcando ora in testa per indirizzarli, ora in coda per controllare che tutti stessero bene e che nessuno restasse indietro. A ogni passo del suo cavallo si chiedeva dove fosse il gemello e a che destino fosse andato incontro, ma aveva troppo rispetto della vita per tentare di giustificarlo. La difesa di quella gente era per lui un imperativo morale dal quale non poteva prescindere e veniva prima della salvezza di suo fratello. Un fratello che amava infinitamente, ma che aveva dimostrato di dare scarso valore alla propria esistenza. Non gli sarebbe sembrato onesto barattare quelle vite con una sola, per quanto preziosa essa fosse per il suo cuore.
Cercò un posto abbastanza distante e abbastanza sicuro, e fece allestire un accampamento di fortuna per la notte. Erano stremati da quella giornata e sarebbe stato folle non concedere loro un po' di riposo. Aidan supervisionò le operazioni con pazienza ma, appena soldati ed elfi si furono sistemati, montò a cavallo. Fece solo un cenno ai soldati di guardia, che non ebbero nemmeno bisogno di chiedere quali fossero le intenzioni del loro capitano, e si spinse sulla strada in direzione del monastero.
In cuor suo sapeva che Edhel non era morto, non ancora. Era sicuro, oltre ogni logica e ragionevolezza che, se quel tragico evento fosse accaduto, lui l'avrebbe sentito. La sua unica preoccupazione era quella di trovarlo, e di riuscirvi prima che sorgesse il sole.
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Il figlio dell'Idra (Arthalion's Chronicles #1)
Fantasy"Figlio mio, leggende e profezie servono a ricordarci l'origine e il senso della nostra vita. Rammenti il nome con cui vieni chiamato nelle storie e nelle ballate?". "Il Figlio dell'Idra, il Principe del Sogno". "Sì, è così. Non dimenticare che, nel...