capitolo 5

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Dopo aver fatto una lunga doccia ed essermi vestita con una semplice tuta scendo giù nel grande salotto, appena metto piede sull'ultimo scalino vedo seduti mia mamma e Dylan sul divano bianco in pelle e Liam su una poltrona affianco, mi incammino verso di loro per poi sedermi su un'altra poltrona
<< Cosa c'è di così importante da dirci? >> Domando spazientita, Dylan non mi sta simpatico anche se ci provo a farci amicizia non ci riesco, mamma fa un sospiro
<< Ormai sono settimane che conviviamo e credo sia giunta l'ora di annunciare che a breve io e Dylan ci sposeremo! >> Dice felice, mi sento un vuoto come se una parte di me stesse prendendo il sopravvento
<< No, io non ci sto, hai sempre detto di voler cucire la ferita dimenticando papà e che tutto questo lo stai facendo anche per me ma non è così, io sto soffrendo tutti i giorni e neanche te ne accorgi, vivi in una menzogna, hai dimenticato papà... >> Mi alzo dalla poltrona e faccio per uscire di casa
<< Celine cazzo cerca di essere felice per me per una volta! >> Mi urla, mi giro verso di lei e con passo svelto mi trovo di fronte a lei puntandogli il dito contro
<< Ma che cazzo pretendi da me? io non ho più un padre, io non ho più un ancora io non ho più niente, sembra che vivi in una stupida favola ma cazzo apri gli occhi e nota che il dolore non se ne va in un due mesi, vuoi sapere una cosa? >> Mi tolgo la felpa e le faccio vedere i graffi che ho dietro la schiena
<< Questi sono stati graffi che mi sono portata dietro per anni! mentre tu non te ne accorgevi, io con papà correvo, mi sentivo libera e amata! che razza di mamma sei a non essertene accorta? >> Dico, finito di sfogarmi davanti agli occhi di tutti compresi quelli di Liam mi rimetto la felpa e me ne vado di corsa, non credo di farcela sento tutto che mi comprime come una pressa che mi schiaccia, inizio a piangere, sono arrivata al garage e prendo una macchina, ci entro dentro, è una ferrari di ultimo modello rossa, ha odore di pulito e questa cosa mi piace, esco di casa correndo.
Arrivo nel bar dove avevo l'appuntamento con Maia, appena entro noto subito i suoi capelli afro, sono così belli e lunghi
<< Ei Celine pensavo che non venissi più >> Mi saluta abbracciandomi
<< E perdere l'unica persona che conosco in questo posto di pazzi? no, non credo >> Dico ridendo, ci sediamo in un tavolo e ordiniamo due caffè, iniziamo a parlare di tutto compreso delle nostre esperienze passate
<< Ti giuro il mio primo bacio è stato orrendo ho limonanto con un ragazzo molto più grande di me e non è stato gradevole avere la sua lingua in bocca >> Rido, una risata vera dopo tanto tempo
<< Si si ridi il tuo invece com'è stato? >> Sorrido al pensiero
<< Il mio primo bacio è stato con un ragazzo che mi piaceva, non so se ricordi ma cinque anni fa si portava la moda dei top corti colorati e i jeans skinny, calcola che in quel tempo avevo dodici anni quindi non sapevo praticamente niente di ragazzi eppure presi una cotta per uno di terza superiore, non si sa come riuscii a conquistarlo e mi baciò, credimi è stato il bacio più strano della mia vita >> Appena finii di raccontare la cameriera ci diede i caffè
<< Beh parlando di cose importanti non è che stasera c'è una festa? >> Domando sorseggiando il liquido amaro
<< In teoria si, in una villa del rodeo drive vedrai ci divertiremo tantissimo, stai attenta a non accettare mai drink però, si dice che ci mettano droga >> Cavolo certo che i maschi pur di averne un po' drogano le ragazzine
<< Ci sto verso che ora? >> Domando
<< Per l'una e mezza di notte >> Sbarro gli occhi, è tardi di solito in california iniziavamo verso mezzanotte
<< Saremo stupende >> Dico infine.

Sono in stanza, indosso un vestitino nero stretto con una scollatura profonda e la schiena scoperta, infilo dei tacchi neri con dei swarovski sulla punta, mi guardo allo specchio: i miei capelli lunghi biondi sono leggermente mossi ed ho un trucco leggero che risaltano i miei occhi azzurri, sento qualcuno che apre la porta e appena mi giro noto Liam che mi fissa incantato
<< Vuoi una foto? >> Domando prendendolo in giro, mi fissa negli occhi e si avvicina a me, la sua altezza mi sovrasta nonostante i tacchi
<< Oh honey sei così bella, dove devi andare? >> Mi domanda curioso
<< Ad una festa >> Dico semplicemente, inizio a guardare e noto che ha una camicia nera con i primi cinque bottoni sbottonati e un pantalone del medesimo colore come se dovesse uscire anche lui
<< Dove? >> Sorrido e mi avvicino a lui, mi metto sulle punte per arrivargli al viso
<< Boh >> Dico semplicemente ed esco dalla stanza lasciandolo li.
Appena scendo le scale incontro Dylan
<< Prendo la tua auto >> Dico semplicemente, faccio per andarmene
<< Celine posso parlarti? >> Mi giro verso di lui e mi fisso il polso facendo finta di avere un orologio
<< Cinque minuti sennò faccio tardi alla festa >> Faccio un sorriso forzato, odio quest uomo
<< Senti io amo Matilde più della mia stessa vita, mi ha aiutato ad uscire dalla droga e ad amare mio figlio ora sono una persona migliore grazie a tua mamma, ti prego non restiamo in "guerra" ma cerchiamo di stare in pace va bene? >> Ci penso un po', poi sorrido
<< Caro Dylan sul tuo passato mi fa piacere che sei riuscito ad uscire dalla droga e qualsiasi altro tuo problema, ma io ho sofferto tanto eppure questo non sembra che te ne freghi qualcosa, quindi fammici pensare >> Faccio finta di pensare se voglio che si sposino
<< Mhm ci ho pensato e non me ne frega un cazzo di te! >> Alzo i tacchi e me ne vado fiera di me, un uomo ricco che pensa solo a se stesso e nessuno se ne rende conto.
Arrivo al garage e vedo l'ultima persona con qui avrei voluto una conversazione, Liam
<< Mi perseguiti? >> Domanda, faccio una piccola risata
<< Forse è il contrario >> Mi avvicino a una Lamborghini nera lucida
<< Quella è mia >> Mi giro verso di lui
<< Le cose si condividono mi sembra di avertelo già detto >> Apro la portiera della macchina e l'odore di pelle nuova mi entra nelle narici, sento una presa sul ventre è una spinta verso un muro, o meglio un petto
<< Permettimi di graffiarmi anche solo un centimetro della mia macchina e ti faccio passare l'inferno, chiaro? >> Mi sussurra all'orecchio un brivido mi passa per tutta la schiena, mi giro verso di lui
<< Che paura >> Lo prendo in giro e sorrido mostrando di poco i miei denti bianchi per poi passare la lingua su di essi per stuzzicarlo
<< Stai ferma con quella lingua >> Dice serio
<< Sennò? >> Domando incuriosita ma allo stesso tempo sicura di me
<< Non ci metterei niente e girarti e metterti sul cofano quindi non mi sfidare, Celine >> Il modo che ha pronunciato il mio nome mi blocca, si stacca da me e va verso la sua moto rossa della ferrari, ancora destabilizzata entro nella macchina e l'accendo per poi uscire.

e poi ci siamo noi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora