Mi svegliai stordita e con il dolore al braccio più acuto di ieri, mi misi a sedere e una volta fatta mente locale di dove mi trovo, quanti anni ho e come mi chiamo mi giro verso il comodino, noto un post-it giallo, lo prendo e lo leggo: "sembri un angelo quando dormi honey -casco rosso" sorrido senza mostrare i denti, che strano nomignolo che si è scelto. Mi alzo con fatica dal letto, vado verso il bagno, mi spoglio velocemente e tolgo delicatamente la fascia bianca sul mio braccio, vedo che la ferita non perde più sangue fortunatamente e chi l'avrebbe mai detto che Liam fosse così bravo, mi metto sotto il getto della doccia e l'acqua mi leva tutti i pensieri che ho, mi insapono per bene, appena esco mi avvolgo in un asciugamano bianco e inizio ad asciugare i miei lunghi capelli biondi. Mi infilo una maglietta a mezze maniche bianca e un pantaloncino nero, fortunatamente non si vede il graffio è una volta infilato le scarpe esco dalla camera, scendo le scale e vado verso la cucina per fare colazione
<< Tieni questo è un antidolorifico sarà stato doloroso cadere dalle scale, vero? >> Domanda una cameriera a Liam, aspetta da quando è caduto dalle scale?
<< Grazie mille Tatiana, oh Celine ti sei svegliata finalmente hai sete? >> Lo guardo confusa, la caduta lo avrà intontito, perché è così dolce con me? non era lui quello che mi ha sgridato in tutte le lingue del mondo ieri sera
<< Si, grazie >> Dico dubbiosa, mi siedo affianco a lui, mi passa un bicchiere con dell'acqua e mi prende la mano, sento che ci posa qualcosa, appena la toglie noto una piccola pillola e mi mima con le labbra un "bevi", veramente mi sta dando un antidolorifico? metto in bocca la pasticca e la ingoio con l'acqua
<< Allora, mamma dov'è? >> Domando rivolgendomi a chiunque sapesse rispondermi
<< Sono usciti presto questa mattina signorina Celine, dovevano chiudere un affare importante >> Mia mamma che fa affari, certo che il mondo sta andando a rotoli, il mio sguardo cade sul grande uomo robusto difronte a me che stava tagliando dei pancake, ne prende uno con la forchetta e prima che riesce a mettere in bocca il pezzo lo prendo e lo mangio io
<< Cavolo è davvero buona >> Dico mettendo la mano davanti alla bocca per non far vedere il cibo che mastico
<< Certo che il buongiorno si vede dal mattino, sei fastidiosa >> Dice riprendendosi la forchetta dalle mie mani
<< Dai Liam cerchiamo di andare d'accordo, per come stanno i fatti dobbiamo passare tanto tempo insieme >> Sbuffa e si alza
<< Tatiana io non ho più fame >> Detto ciò se ne va, ma perché è così strano? non lo capisco proprio.
Sono in camera mia e parlo al telefono con la mia amica Betty
<< Si ti dico che le corse qui non sono un granché, pensa che non puoi toglierti neanche il casco >> Dico lamentandomi
<< Già infondo sto parlando con Baby C a te tutto è facile se hai una moto in mano scema >> E fa una piccola risata, già magari fosse veramente così
<< Betty stavo pensando, secondo te dovrei andare di nuovo dallo psicologo? >> Domando incerta delle parole che ho detto
<< Celine da amica posso dirti che non ne ho idea, se ti senti che devi andarci vai sennò lascia perdere, come mai vuoi andarci non avevi detto che stavi bene? >> Aveva ragione la decisione dovevo prenderla io e forse dovevo andarci, sono giorni che faccio incubi e sogno la sua morte
<< No, scusa è stato il fumo a farmelo dire ormai mi è andato alla testa >> Mento e lei ride
<< Dai devo andare fammi sapere cosa fai >> E stacca senza che riesco a risponderle, forse dovrei andare veramente, dovrei buttare fuori tutto quello che sento è questo vale a dire ignorare le parole di mio padre sugli psicologi, scendo le scale e prendo la solita moto, è più comoda di quanto potessi immaginare. Arrivo fuori questo edificio, ogni passo mi sembrava di sprofondare nel cemento, entro definitivamente e mi avvicino a un bancone di marmo
<< Salve ha preso un appuntamento? >> Domanda una signora sulla cinquantina, è vestita in modo formale, ha i capelli castani e gli occhi del medesimo colore
<< No, vorrei parlare con uno psicologo, il primo che ha disponibile >> Fa un cenno e poi controlla il computer
<< È il suo giorno fortunato signorina... >>
<< Celine, solo Celine >> Il mio cognome non riesco più a pronunciarlo, ho preso il cognome da papà e questa cosa mi causa un senso di angoscia nel petto
<< Va bene signorina Celine, a quest'ora lo psicologo Morro ha del tempo libero, sicuramente non rifiuterà a parlare con lei >> Sorride e mi fa segno di seguirla, quasi subito arriviamo davanti a una porta grande in legno, bussa e apre solo quando sente un "avanti", dinanzi a me vedo una scrivania e delle sedie in pelle, la stanza ha odore di pittura fresca
<< Lei è la signorina Celine, vorrebbe parlare con lei >> Ed esce chiudendo la porta dietro di se
<< Su siediti >> Dice, è un uomo abbastanza vecchio, ha la barba folta che sta andando sul bianco e la stessa cosa per i capelli, indossa una camicia bianca e dei pantaloni semplici neri, mi siedo senza parlare, tutto mi ricorda due mesi fa
<< Di cosa vogliamo parlare Celine >> Continua, non rispondo sento che le parole mi si sono bloccate in gola
<< Cara devo sapere il motivo sennò non so da dove iniziare a fare le domande, su dai cerca di parlarmi, immagina di parlare davanti allo specchio e caccia tutto fuori >>
<< La morte di mio padre... >> Sussurro
<< È morto due mesi in un incidente per colpa mia, eravamo su una moto stavo guidando alla massima velocità, sentivo papà che mi diceva che andavo bene, che così avrei vinto tutte le gare che avrei voluto, mi insegnò anche come si corresse a 64° gradi, caddi ripetute volte ma lui era sempre con me per riuscire a esprimere i nostri sogni, quel giorno non andò così... prendemmo una brutta caduta la moto si ribaltò un paio di volte, papà si ruppe il collo morendo sul colpo, io invece strusciai la schiena pesantemente graffiandomi tutta la spina dorsale. >> Mi fermai per un momento, ricordandomi il dolore che provavo, abbasso il viso e inizio a piangere << Ricordo che girai il viso verso di lui e quando vidi il sangue su di lui mi alzai ignorando il dolore alla schiena, urlai quando notai i suoi occhi aperti inermi, ormai morto, urlai che non doveva abbandonarmi, che non doveva lasciarmi da sola... i giorni a seguirsi iniziai a fumare, a bere e a fare le corse clandestine, coprivo tutto il dolore con dolore fisico, da quel giorno non caddi più dalle moto, mi sono promessa che se fossi caduta sarei morta come ha fatto lui >> Continuai a parlare e a raccontare degli ultimi giorni e del cambiamento della mia vita
<< Io non riesco a dimenticarlo, non riesco a sopportare tutto questo dolore che provo >> Finii di raccontare, mi sento distrutta, non avevo mai raccontato tutto questo a qualcuno
<< Celine hai un passato davvero tormentato, per il dolore posso darti questo >> Mi passa un elastico nero
<< Mettilo al polso e ogni volta che vorresti fumare giocaci, dovrebbe funzionare se non è così vieni di nuovo da me >> Lo guardo
<< Allora non ha capito niente, io non sono venuta qui per smettere di fumare, bere e fare le cose mi piace questa vita è l'unica cosa che mi lega a mio padre, quando vorrò smettere non userò di certo un elastico, io ho bisogno di alleviare il dolore della sua morte, voi strizza cervelli siete inutili >> Mi alzo, lascio un po' di soldi sulla sua scrivania e me ne vado sbattendo la porta, ecco perché li odio, voglio che io guarisca così, io ho bisogno di dimenticare non di questo
<< Signorina a presto! >> Dice allegra la segretaria
<< Fanculo a te e questo posto di merda >> Dico andandomene.
Corri, corri, corri queste sono le parole che ho in mente da quando sono uscita da questo posto, celine corri! premo sull'acceleratore sempre di più, è troppo poco, sento le lacrime uscirmi, perché non cado? perché non muoio come ha fatto lui? corro così veloce che arrivo a casa in cinque minuti, mi fermo scendo dalla moto e entro in casa
<< Ehi Honey che c'è giornata brutta? >> Mi prende in giro Liam, alzo lo sguardo verso di lui e nota le mie lacrime
<< Oh >> Dice solo questo, fa dei piccoli passi verso di me, quando è di fronte a me mi abbraccia, forse ne avevo bisogno ricambio e inizio a piangere come una bambina
<< Perché non sono morta io al posto suo? >> Sento che mi stringe ancora di più
<< Honey so bene cosa provi, mia mamma è morta anni fa ma il dolore non se ne mai andato, ci ho imparato a fare l'abitudine e anche tu ci riuscirai, ne sono sicuro >> Mi posa una mano sulla testa e accarezza i capelli, mi asciugo le lacrime e lo guardo
<< Forse dovrei fumare, hai una sigaretta? >> Domando e sorride
<< Eh no mia piccola Honey, non si fuma in casa non lo sai? >> Mi prende in giro, sento che non tocco più il pavimento
<< Liam cosa fai! fammi scendere >> Urlo, mi poggia sulle sue spalle come se fossi un sacco
<< Non senti anche tu questo caldo? >> Domanda, beh sono i primi di giugno è normale che faccia caldo
<< Beh mica tanto >> Sento che inizia a correre e mi scappa un urlo di paura e lo sento ridere, non ho il tempo di arrabbiarmi che mi fa cadere, solo quando sento i vestiti appiccati capisco che mi ha buttato in piscina
<< Sei uno stronzo >> Dico, si toglie la maglietta
<< Mi mancavano i tuoi insulti sai >> E poi si tuffa schizzandomi sul viso, appena risale sembra un dio, è così bello i suoi muscoli sono proporzionati a lui
<< Bello il reggiseno >> Cosa? sposto lo sguardo alla mia maglietta ormai trasparente e vedo il mio reggiseno rosa
<< E dai >> Dico mettendo le mani su di esse e facendomi rossa in viso, si avvicina e mi toglie le mani dal reggiseno
<< Sei così piccola >> Sussurra, le sue labbra sono bagnate e i capelli sgocciolano rendendolo ancora più bello
<< Ho 17 anni >> Dico in disaccordo, sorride
<< Io 22 >> Ah, non mi aspettavo fosse così grande
<< Sei anche bella >> Si avvicina al mio viso abbassandosi un po', poggia la mano sul mio viso, si avvicina a fior di labbra
<< Dovresti sposarti >> Sussurra, sento le sue labbra sfiorarmi, improvvisamente un forte rumore ci distrae, mi giro e noto mia mamma e Dylan entrare in casa, entrambi ci stacchiamo
<< Ei ragazzi che fate? >> Domanda il padre di Liam
<< Stavamo cucinando un dolce >> Lo prendo in giro, dai che domanda stupida
<< Beh non mi sembrerebbe così tanto strano, ma come mai fare il bagno con i vestiti? >> Questa volta non so cosa rispondere, Liam lo nota e parla lui
<< Beh meglio farlo con i vestiti che nudi >> E mi fissa, che scemo, trattengo un sorriso
<< Dai ragazzi uscite che dobbiamo fare una riunione di famiglia >> Oh, famiglia... mi ritiene parte di essa.
Sto andando verso la mia stanza mentre Liam continua a fissarmi
<< Vuoi una foto? >> Domando e fa finta di pensarci
<< Ma sai che non è una brutta idea >> Mi prende in giro, sono fuori alla mia camera mi avvicino e lo bacio sulla guancia
<< A dopo Liam >> Ed entro lasciandolo li immobile fuori alla porta.

STAI LEGGENDO
e poi ci siamo noi
Romancedopo la morte del padre, Celine cade in un loop: si sveglia tardi, fuma, beve e la sera va alle feste clandestine. Tutto cambierà quando la madre si fidanzerà con Dylan un riccone affascinante, Celine non la prenderà bene e questo peggiorerà quando...