capitolo 14

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Non so cosa fare, a che grado devo andare? a che velocità? sto sbagliando tutto, non riesco a muovermi ai tempi giusti. Freno di scatto e poggio i gomiti sullo speedometer per poi poggiarci la testa, le lacrime scendono, non posso deludere tutti, non voglio diventare lo zimbello della California
« Ehi Celine » Mi giro e vedo Maia, da quanto tempo che non ci vediamo, affianco ha un ragazzo alto quasi quanto lei ed è biondo con occhi verdi
« Maia che bello vederti » Dico sorridendo, ed era vero vedere un'amica non faceva mai male
« Ti presento il mio fidanzato, Link » quasi mi scappa da ridere, che strano nome
« Piacere tutto mio, Celine » Mi presento
« Domani c'è una festa al mare, vieni? credo che tutto questo stress per le moto non ti faccia bene » Anche se non sapeva niente aveva intuito tutto
« Va bene se non sono tanto impegnata verrò » Le sorrido
« Verremo sicuramente Maia » Dietro di me sento la sua voce, mi giro e vedo Liam in tutta la sua bellezza: indossa una maglia bianca e un paio di jeans neri. Si avvicina a me e mi cinge la vita
« Che stai facendo? » Sussurro confusa, qualcuno gli ha dato il permesso di toccarmi? non mi pare
« A che ora? » Mi ignora completamente
« Verso le cinque di pomeriggio » Parla Link
« Ah Link allora c'è l'hai fatta! » Si stacca da me e va ad abbracciare il suo amico, almeno credo che lo ritenga come tale
« Noi adesso dobbiamo andare » Dice Maia abbracciando di lato Link.
Dopo i saluti siamo rimasti solo io e Liam
« Finisco di allenarmi » Alzo il cavalletto della
moto
« No, fermati credo che dobbiamo parlare » Lo guardo, la rabbia mi ribolle nelle vene
« E di cosa vorresti parlare? Di come ti sei scopato bene quelle troie? Oppure di quando mi hai insultata dandomi della scema perché è morto mio padre? Ah e non dimentichiamoci che hai smesso di amarmi come se nulla fosse quando il mio cuore urla
il tuo nome ogni giorno. Ma non sono più una tua pedina, non mi allenare più, non mi guardare più in faccia e se per caso ti viene in mente di farlo sappi che non ci metterò due volte a colpirti in pieno viso » Non lo lascio parlare che accendo la moto e me ne vado, senza sapere la meta, ma ho bisogno di aria, ho bisogno di libertà.
Sono su un prato pieno di fiori, non so se sono ancora a Los Angeles, se sono in California non so niente e mi va bene così, non capisco più la mia vita, se la facessi finita? Niente va come dovrebbe andare, forse se morissi qualcuno mi verrebbe a trovare con un po' più di amore e starei con mio padre. Prendo il cellulare e inserisco il numero
« Pronto? » Sento rispondere velocemente, la sua voce maschile mi fa ribrezzo
« La gara si fa tra una settimana » Dico di getto, se devo perdere o vincere meglio farlo adesso che più tardi
« Ah Celine hai così tanta voglia di essere scopata? » Ogni parola un brivido, lo odio
« Io ti odio »
« Allora mi lasciavi vincere » Stacca la chiamata, le lacrime scendono copiose, una dopo l'altra, mi distendo sull'erba, che estate è? che vita è? mi fa tutto schifo, tutto mi va male.

Sono tornata a casa, ormai è notte, digito un numero sul telefono e aspetto una risposta
uno squillo
secondo squillo
terzo
quarto
quinto
segreteria telefonica "ei ciao sono Oliver se non ti rispondo richiamami" "Papà ma con chi parli?" "con nessuno amore, diamine come si stoppa" e infine un rumore acuto. Mi manca così tanto, rimetto il telefono in tasca, mi serviva risentire la sua voce, non mi permetterei mai di dimenticarla
« Celine, possiamo parlare? » È la seconda volta che sento questa frase in un giorno, mi giro e vedo mia mamma
« Va bene ».
Siamo in cucina con entrambe una tazza di tè in mano
« Mi spieghi perché ho una tazza di tè fumante a luglio? » Le domando e mi guarda senza parlare per poi prendere coraggio
« Mi dispiace per tutto, però sono tua mamma e non credo che debba essere tratta così, mi dispiace per averti detto di non poter correre ma semplicemente ho la paura di perderti come ho perso tuo padre, come ho perso mio marito. » La guardo
« E allora perché non dirmelo in modo dolce? farmi vedere le tue paure come io fatto e sto facendo con le mie, non te ne accorgi ma io sto soffrendo ogni giorno » Una lacrima solitaria mi scese
« Lo so mi dispiace forse non so cosa provi del tutto perché io ho trovato un altro amore ma ti giuro che farò di tutto per farti sentire bene, pure mandarti da uno psicologo se serve » La guardo, uno sguardo deluso
« Io non ci voglio andare, tanto dicono che sono legata troppo al passato e devo andare avanti. Uno psicologo non mi fa dimenticare il passato »
« Infatti ti fa andare avanti senza soffrire »
« Sei sempre la solita, non cambierai mai » Delusa mi alzo dalla sedia e vado verso camera, perché non capisce che tutto questo mi distrugge, ho perso tutto quello che ho e non lo capisce, ho solo ricordi a cui aggrapparmi sennò non sarei niente.

Quando apro la porta caccio un urlo: Liam è steso sul mio letto con più sangue addosso che nel corpo, mi guarda e si poggia la mano sulla fronte come se avesse dei vortici nel cervello
« Non urlare ti prego »
Mi avvicino a lui lentamente come se avessi paura che potesse mangiarmi
« Che è successo? » Non lo riconosco più, ha un labbro rotto e così anche il naso, zigomi e sopracciglia. Vedo del sangue sulla maglia
« Mi aiuti... per favore » Non avevo mai sentito queste parole da lui, quasi mi sciolgono il cuore
« C-certo » Balbetto. Gli faccio poggiare delicatamente la schiena sulla tastiera del letto, vado in bagno e prendo un kit medico, torno in camera e mi avvicino a lui.
« Su forza togliti la maglia » Lo aiuto e tutto mi ricorda la prima volta, i baci, le carezze eppure questo non è il momento adatto per pensare a queste cose. Il suo corpo è pieno di lividi
« Mi spieghi cosa hai fatto? » Domando nuovamente
« Ho vinto » Dice solo, a cosa si riferisce?  vorrei fargli altre domande ma credo che non sia in grado di rispondermi, non parliamo più ma lentamente gli guarisco le ferite, osservando ogni tatuaggio: un leone sull'addome, un serpente sul braccio e un braccio nero. Le gambe non riesco a vederle visto che sono coperte da dei jeans ma so che sono ricoperte anche essi
« Amati sempre » A distrarmi sono queste parole
« Cosa intendi? » Domando
« Amati sempre, honey » Mi punta il suo polso e vedo questa scritta, sono le parole che mi ha detto adesso
« Mi hai chiuso molte porti in faccia ma almeno tu amati sempre per favore » Cerca di fare un sorriso, mi scende una lacrima e ricordo che tutti hanno un cuore, compreso lui
« Mi hai fatto tanto male Liam, lo sai vero? »
« Celine io non sono nessuno per dirti queste cose ma io ti aspetterò dove il mare non si vede più, oppure nella nostra piccola spiaggia dove accetterò tutte le tue ansie e ti amerò fino alla fine, vedrai camminare senza sapere dove ti portano i passi non è così male, tu provaci » Lo abbraccio, forte senza mai staccarmi, cavolo se mi è mancato
« Scusa » La sua mano finisce nei miei capelli
« Ti cresco io honey » Mi sento protetta, tra le braccia del mio uomo, eppure ho paura, paura di avere un'altra delusione.
« Ho finito » Dico quando ci stacchiamo dall'abbraccio
« Sei pessima a medicare mi hai fatto ancora più male » Sorride, ricambio
« Allora io vado a dormire sul divano ti lascio da solo? » Mi guarda
« Resta con me, per favore »
« Va bene ».

Sono appena uscita dal bagno ed ho un semplice pigiama con degli unicorni rosa e blu, mi metto sul letto e poggio il telefono sul comodino. Sono di spalle
« Tra una settimana gareggio » Non ho il coraggio di guardare la sua faccia
« Allora ci metteremo sotto e sarai la più forte » Sento che si avvicina ma non del tutto
« Hai paura? » Domanda dopo un momento di silenzio
« No » Sono consapevole del mio destino, ormai non ho più paura di niente
« Non mentirmi honey » Questa volta mi giro verso di lui
« Non ho paura, ho già troppi pesi addosso non mi stupisce più niente, tranquillo » Chiudo gli occhi, cullata dal suo profumo da uomo potente, che nessuno può batterlo
« Sei l'unica forza che ho piccolina » Un bacio sulla fronte, ma sono troppo stanca per parlare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 23, 2023 ⏰

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