Capitolo 12

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Era una calda mattinata di fine aprile quando ci ritrovammo in aula con la professoressa Cardo per una lezione extra, in quanto ci iniziava a parlare del presidente della commissione d'esame e delle sue caratteristiche, ma non potevo fare a meno di notare la sua camicetta leggera di lino, con un motivo floreale vivace e colorato.

Mentre ascoltavo le sue parole, un'improvvisa folata di vento fece sobbalzare le tende dell'aula e sollevò lievemente la camicetta della professoressa Cardo, sbottonando un bottone che, a causa di ciò, scoprii il suo petto e, di conseguenza, facendo notare il suo reggiseno color blu. 
Fu un istante, un attimo in cui il tempo sembrò fermarsi e io, senza neanche rendermene conto, mi trovai a fissare quel dettaglio.

Pochi istanti dopo, la professoressa Cardo si accorse della mia fissazione e capì immediatamente dove si trovava il mio sguardo. 
Con un gesto rapido, si riabbottonò il bottone e io, presa dal panico e dal timore di averla offesa, distolsi immediatamente lo sguardo, sentendo il calore dell'imbarazzo invadere il mio viso, che si tinse di un rosso acceso.

Cercando di nascondere il mio rossore eccessivo, decisi di fare finta di scrivere, concentrandomi su fogli e quaderni come se fossero la cosa più importante al mondo. Non volevo mostrare la mia vergogna e il mio imbarazzo, ma dentro di me ero tormentata dai pensieri che si rincorrevano.

Mi chiedevo come avrei potuto affrontare la situazione, come avrei potuto spiegare che non era mia intenzione guardare con insistenza quel dettaglio imbarazzante.
La professoressa Cardo era sempre stata gentile con me, mi aveva sempre trattato con rispetto e cortesia, e ora temevo di aver compromesso quella relazione.
Le parole della lezione sembravano sfumare nel mio orecchio mentre ero perseguitata dai pensieri del mio errore. Mi ripetevo che era solo un incidente, una casualità sfortunata, ma la vergogna persisteva dentro di me. 

La professoressa Cardo, una donna di grande esperienza e professionalità, capì il mio stato d'animo. Non disse nulla, ma continuò la lezione come se niente fosse accaduto, mantenendo la sua consueta calma e compostezza.

Rimasi in silenzio per tutto il resto dell'ora, cercando di concentrarmi sulle informazioni che ci forniva, ma la mia mente continuava a tornare a quel momento imbarazzante. Sentivo costantemente il suo sguardo su di me, ma cercavo di non farci caso, sperando che presto tutto sarebbe stato dimenticato.

Quando finalmente suonò la campanella, ci alzammo tutti dalle nostre sedie e ci preparavamo a lasciare l'aula. Mentre mi avvicinavo alla porta, la professoressa Cardo si avvicinò a me con uno sguardo calmo e gentile.

Mi sentii tesa, non sapevo cosa aspettarmi dalla sua reazione.
Forse, era pronta a scusarmi e spiegare la situazione, ma invece, mi colpì con parole inaspettate.

"Capisco che sia imbarazzante per te, ma voglio che tu sappia che non ho preso la tua osservazione come un'offesa," disse con calma.
"Siamo tutti umani e facciamo errori. Non è la fine del mondo."

Fui sopraffatta dal suo atteggiamento compassionevole e mi sentii sollevata. Mi resi conto che avevo creato una montagna da un granello di sabbia e che la mia vergogna era stata ingigantita dalla mia stessa mente.

La professoressa Cardo mi sorrise di nuovo e disse: "Oggi ho notato che eri particolarmente distratta. Hai qualcosa che ti preoccupa?"

Decisi di confidarmi con lei e le spiegai il mio stato emotivo e il senso di colpa che mi aveva assalito. Lei mi ascoltò con attenzione, senza giudicare.

"Non preoccuparti, cara", disse con un sorriso rassicurante.
"Sono cose che possono accadere. L'importante è mantenere la concentrazione e continuare a dare il massimo. Sei una studentessa brillante, non lasciare che piccoli imprevisti ti distraggano."

Le sue parole mi rincuorarono e mi diedero un senso di conforto.
Capì che quello che era successo non avrebbe avuto conseguenze sul mio percorso e sul mio impegno.
Ero grata alla professoressa Cardo per la sua comprensione e il suo sostegno in un momento in cui avevo bisogno di sentirlo.

Da quel giorno, decisi di non farmi distrarre da incidenti o imprevisti, ma di concentrarmi unicamente sul mio obiettivo: superare con successo l'esame di maturità.
Mi resi conto che la mia reazione alla situazione aveva dimostrato il mio desiderio di rimanere concentrata e di non farmi scoraggiare da piccole difficoltà.

Continuai a studiare con determinazione e impegno, facendo tesoro delle lezioni della professoressa Cardo e cercando di dare il massimo in ogni materia. 
L'esame di maturità si avvicinava sempre di più, ma ero pronta ad affrontarlo, consapevole dei miei punti di forza e dei miei limiti.

Quel giorno di fine aprile rimase un ricordo imbarazzante, ma mi insegnò anche l'importanza di mantenere la concentrazione e la determinazione, nonostante le distrazioni o gli imprevisti che possono presentarsi lungo il cammino.

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