Capitolo 16.

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Le parole di Jennifer le risuonavano nella mente in continuazione: "Smettila di essere così innocente".

Non si aspettava di certo un discorso del genere da parte di Jennifer, anzi, piuttosto era convinta e anche troppo del contrario. Pensava si sarebbe arrabbiata se le avesse raccontato cosa fosse successo la sera prima e mai avrebbe pensato che le cose si sarebbero svolte in quel modo.

Significava che poteva smetterla di pensare a cosa fosse giusto o sbagliato fare?
Significava che poteva concedersi ad Aria senza problemi, se soltando avesse voluto?
Significava che in fondo fosse inutile farsi tutti quei flash mentali, fino a tormentarsi mentalmente e come conseguenze avere riscontri anche sul proprio corpo, torturandosi persino fisicamente?

Poteva finalmente ritenersi libera?
Lo desiderava tanto. Desirava da troppo tempo poter essere libera di fare ciò che sognava e bramava, senza nessuno che si intromettesse e dicesse cosa poteva e doveva fare. Senza sentirsi in trappola e oppressa in un contesto che la obbligava a comportarsi in un modo idoneo al suo compito di principessa.

Sorrise instintivamente per un pò pensando a quanto potesse essere bello sentirsi libera, lasciando però subito dopo posto a un broncio, buffo però, se qualcuno l'avesse guardata in volto.
Si chiese cosa avrebbe dovuto fare d'ora in poi, come si sarebbe dovuta comportare con lei... Doveva essere se stessa oppure cercare di essere sfrontata, per divertirsi, come le aveva detto pochi minuti prima la sua preziosa amica?.
Ora che tutto sommato sapeva non fosse così sbagliato, come riteneva, acconsentire alle richieste magari forse pazze e assurde di Aria, doveva chiederle di vedersi affinché succedesse?

Ma non era convinta. Non sarebbe stato da lei comportarsi diversamente da com'era veramente e sicuramente l'altra lo avrebbe notato pensando a chissà cosa, poteva pensare che fosse pazza o magari che l'aveva rifiutata il giorno prima soltanto per darsi arie. Decise così di lasciare fare alla vampira, di aspettare che fosse la grande a chiederlo e a provarci.

Era tutto così fottutamente complicato. Aria era complicata e questo implicava al fatto di esserlo pure lei, perché se l'altra lo era questo significava soltanto crearle problemi e difficoltà, dandole dubbi sul proprio modo di pensare e di agire.

Ritornò nella realtà notando come in quella piccola stanza si stesse facendo buio per via della candela che mano a mano andava a spegnersi, consumata dal calore e dai minuti che passavano.
Si avvicinò alla scrivania, sistemò in modo ordinato i libri che Jennifer aveva lasciato disordinatamente sparsi, li mise uno sopra l'altro fino a formare una colonna. Non li avrebbe sistemati sugli appositi scaffali, avrebbe perso solamente tempo che lei si rese conto non poteva più sprecare, aveva ancora moltissimo lavoro da fare e voleva completarlo quello stesso giorno.

Camminò verso l'uscita della stanza e aprì la porta, in modo da non rimanere completamente al buio una volta spenta la candela, visto che l'amica aveva deciso di coprire completamente le finestre con le tende spesse, lunghe e rosso scuro.
Soffiò su quello che rimaneva della piccola fiamma che bruciava lo stoppino della candela, prese le lettere a cui doveva dedicarsi per il resto della giornata e si diresse fuori della stanza, chiudendo lentamente e delicatamente la porta alle sue spalle.

Andò in sala da pranzo e dopo aver chiesto alla cameriera di turno di portarle un caffè e qualche dolcetto si sedette sulla sedia appoggiando il suo lavoro sul tavolo.
Aveva bisogno di mangiare qualcosa e uno spuntino l'avrebbe aiutata a rimanere sveglia e lavorare, non poteva fare altrimenti.
Non sapeva cosa le aspettava il giorno dopo, se fosse dovuta rimanere al palazzo per altro lavoro oppure se sarebbe dovuta uscire per svolgere qualcos'altro.

Sorrise non appena la cameriera le servì il caffè, portandole anche una piccola brocca di latte freddo, nel caso in cui lo avrebbe voluto versare sull'infuso caldo e fumante, accompagnato da una ciambella al cioccolato.
Ringraziò la ragazza e si dedicò al suo spuntino per poi ritenersi soddisfatta della sua scelta di prendersi una pausa.

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