Capitolo 14.

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Si svegliò sentendo bussare alla porta, scocciata si alzò dal letto: sentiva il bisogno di riposarsi ancora per un pò, non aveva dormito bene quella notte.
Si era svegliata più volte.
Un forte mal di testa si era impossessato di lei. Provava ancora dolore nel punto in cui Aria l'aveva morsa, non sapeva che aspetto avesse il morso ma non era di certo scomparso.
Prima di andare ad aprire si specchiò in bagno e velocemente passò il fondotinta sul morso. Ecco fatto, ora nessuno si sarebbe accorto e nessuno avrebbe sospettato il suo avvicinamento con la vampira.
Mise in fretta la maglietta del pigiama, che aveva tolto durante la notte sentendo troppo caldo e andò ad aprire la porta, trovandosi davanti Jennifer, la sua migliore amica.

«Buongiorno principessa, pronta per la giornata?» notò come la grande fosse piena di energia di già prima mattina, in fondo, erano solo le 8:00 del mattino.
«Non proprio, ho un forte mal di testa. Non so se oggi potrò dare il massimo di me stessa, come faccio ogni giorno» si toccò la nuca per poi sbadigliare.
«Come mai? Avete bevuto ieri sera?» la piccola annuì. Si, aveva bevuto con Aria e non ricordava nemmeno quanto. Sorvolò anche sul con chi avesse bevuto.
«Si, un pò. Però penso che il mal di testa sia dovuto a il non aver dormito abbastanza»
«Hai dormito poco? Qualcuno vagava tra i tuoi pensieri, tipo una ragazza dagli occhi di ghiaccio?» la lupa si bloccò all'istante. Perché quella domanda così esplicita? Perché Jennifer avrebbe dovuto specificare "occhi di ghiaccio"?.
«Ma che ti che ti viene in mente? Comunque, lasciami preparare prima che cambi idea e ritorni a dormire, ne avrei anche bisogno» le chiuse la porta in faccia.

Sentì un bruciore alle guance, sicuramente per via della domanda dell'altra.
Si chiese il perché di quella domanda.
Jennifer, forse, sospettava qualcosa? Le aveva viste entrare al palazzo?.
Il terrore si fece spazio tra l'imbarazzo insieme al panico, se prima era tranquilla un poco, ora non lo era affatto. Non sapeva mentirle, era l'unica persona con cui sapeva di non riuscirci affatto.
Andò in bagno a sciacquarsi la faccia, i suoi occhi erano di una tonalità più chiara, segno sul suo evidente cambiò d'umore.

Si vestì velocemente e applicò nuovamente il fondotinta sul morso, ora che sapeva che Jennifer sospettasse qualcosa, doveva fare di tutto per sviare e per distruggerle ogni minimo pensiero della scorsa notte.
Provava paura: per la prima volta, il terrore di essere scoperta le stava facendo capire quanto costasse disobbedire e il mancamento di rispetto di un ordine e obbligo imposto dal Consiglio. Non aveva mai provato così tanta paura.
Sospirò prima di prendere il telefono e uscire dalla sua camera avviandosi poi in sala da pranzo per fare colazione. Salutò suo nonno e di nuovo Jennifer facendo attenzione ad ogni suo minimo comportamento.
La grande sembrava facesse lo stesso e la stava guardando curiosa, aveva sicuramente notato gli occhi fissi della piccola su di lei, che di rimando le sorrise per farle capire andasse tutto bene.
Fece colazione in silenzio, il suo mal di testa andava ad aumentare e man a mano stava diventando sempre più difficile e  doloroso da sopportare.
Sbuffò, in quello stato sarebbe stato problematico per lei andare avanti nella giornata.

«Tutto bene tesoro?» chiese il nonno leggermente preoccupato, posando poi una mano su quella di sua nipote, che si trovava appoggiata sul tavolo.
«Non esattamente nonno, ho un mal di testa tremendo e questa notte non ho chiuso occhio fino all'alba...che stanchezza» disse sinceramente, si sentiva davvero troppo stanca e questo capitava davvero raramente.
«Avete molto lavoro oggi?» chiese l'uomo a Jennifer. Si intrometteva poche volte sul lavoro delle due ragazze, spesso era suo solito andare via per il resto della giornata dopo aver finito di fare colazione.
«Julie avrebbe delle lettere da parte dei cittadini da leggere, sicuramente saranno delle richieste o consigli su come mandare avanti il proprio lavoro e si affidono alla nostra principessa sapendo che il suo aiuto sia essenziale» disse sorridendo guardando l'amica.
«Stai esagerando, non elogiarmi in questo modo. Oggi non ho neanche voglia» sbadigliò, si vedeva chiaramente che la sua intenzione fosse quella di andare a dormire.
«I cittadini possono anche aspettare per oggi, vai a riposare, alle lettere ci penserai quando ti sentirai riposata. Ora va, su» si stupì.
Il nonno era sempre solito dire "prima il dovere e poi il piacere", ma molto probabilmente lo stato di Julie in quel momento gli aveva fatto cambiare idea.
Sorrise a suo nonno e scusandosi ritornò in camera, si spogliò e si buttò sul letto.
Ci mise un pò, poi finalmente riuscì ad addormentarsi.

                         *             *              *

Si svegliò di soprassalto e spaventata non appena nel suo sogno apparvero dei fottuti occhi di ghiaccio.
Lo trovò buffo: non ricordava nulla di cosa avesse sognato ma gli occhi della vampira, invece, li ricordava benissimo.
Altro che sogno, aveva appena avuto un incubo, pensò.
Mise le proprie mani sul viso notando quanto fosse sudata, tutta colpa di quei occhi. Imprecò alzandosi dal letto per dirigersi in bagno, si spogliò e fece una veloce doccia, era la cosa migliore da fare in quel momento. Dopo sarebbe scesa e avrebbe cercato Jennifer per farsi dare le lettere dei cittadini e incominciare il lavoro arretrato della mattina.
Avrebbe potuto prendersi un giorno di pausa ma non era da lei non lavorare, lo faceva tutti giorni ed era stata abituata in questo modo.
Finita la doccia si rimise i vestiti della mattina e scese a cercare la sua migliore amica, sapeva già dove trovarla.

Entrò in biblioteca, le luci erano tutte spente e al posto loro erano state accese delle candele. Queste, illuminavano solo una piccola e minima parte della grande, se non enorme, stanza. Attorno al bagliore di luce emesso dalle piccole ma gradevoli candele, vi erano delle pile di libri sparse qua e la, alcune anche posate in modo disordinato su una piccola scrivania con annessa una comoda e grande sedia dove vi era seduta Jennifer.
La vide concentrata a leggere un qualsiasi, per lei, libro fantascientifico e indossava degli occhiali da vista creati apposta per una lettura tranquilla e gradevole.

«Esistono anche altri molteplici generi di libri, lo sai?» la grande sussulto dallo spavento, non si era nemmeno accorta che la piccola fosse entrata in quella stanza.
«Cristo! La prossima volta bussa, mi hai spaventata!» imprecò la grande per poi togliersi gli occhiali.
«Si, ho visto» disse ridendo. L'amica si alzò e si avvicinò a lei.
«Si si, ridi pure, stronzetta» la piccola smise di ridere scusandosi poi amichevolmente.
«Ero venuta a chiederti le lettere. Ci sono novità?» Jennifer nego con la testa.
«Perchè ormai non ti prendi un giorno di pausa? Sarai scossa dopo ieri» Julie non capì. Cosa intendeva per "scossa"?.
«Sei stata con Aria ieri e penso che non abbiate passato una serata tranquilla, no?» inarcò un sopracciglio per poi vedere la piccola indietreggiare, era spaventata.
«Beh, amica mia. Di solito quando esci con le ragazze mi vieni sempre a cercare per dirmi di essere ritornata, invece, ieri sera non sei venuta da me, e poi...» smise di parlare e indicò il collo. La piccola era confusa.
«Il morso, piccoletta» la lupa mise una mano sul collo, ricordandosi poi di non aver messo il fondotinta dopo essersi fatta la doccia.
«Cazzo!» imprecò. Era fottuta.

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