Capitolo 17.

29 3 0
                                    

Si trovava in palestra, affaticata e stressata per l'allenamento che stava affrontando.
Erano lei e Jennifer, una di fronte all'altra mentre si allenavano insieme. Ma più che un allenamento la loro sembrava piuttosto una battaglia.
Ricordava ancora molto bene quel giorno, quello in cui, due anni prima suo nonno bussò alla porta di casa della coppia a cui era stata affidata dopo il tragico giorno in cui morirono i suoi genitori e la sua unica sorella.
L'uomo che ammirava sin da bambina la portò con se, dopo aver ringraziato la coppia di vecchi amici, nella sua vera casa: il suo regno.

Appena arrivata al palazzo, che guardò meravigliata per la sua nuova costruzione dopo il suo crollo, venne affidata a Jennifer, una ragazza dai capelli rossi dallo sguardo serio e severo, le sembrava, e dagli occhi verdi.
Aveva qualche anno in più di lei e questo le sembrò fosse un fattore che le dava il permesso di ammonirla e rimproverarla per i suoi sbagli e per il suo carattere chiuso, schivo e ritroso.
Passava il tempo e le cose tra loro non andavano affatto bene, la piccola non sopportava che la rossa quasi la comandasse a bacchetta e le diceva cosa dovesse e non dovesse fare, mentre la grande non sopportava il disinteresse nei suoi confronti da parte della piccola e non tollerava la sua poca serietà per i suoi doveri da principessa.

Non che non volesse prendere sul serio il suo incarico, solamente voleva farlo da sola, senza quella ragazza che le gironzolava attorno e che la seguiva ovunque.
Voleva impegnarsi da sola, voleva dimostrare a suo nonno di portecela fare con le sue sole forze, ma questo l'uomo non lo accettava, Jennifer doveva seguirla negli studi, nella pratica della magia e negli allenamenti.

Perché doveva prendere ordini da quella ragazza? Perché doveva fare ciò che lei diceva? Perché doveva seguirla ovunque? Chi era? Era lei la principessa o quella ragazza?

Queste erano le sue domande, se le ripeteva ogni giorno in mente. Non accettava che lei, principessa di quel regno, doveva prendere ordini da qualcun altro, che non centrava nulla con la famiglia reale, che non aveva neanche lontanamente una goccia di sangue reale.

Prima della dolorosa battaglia avvenuta nel suo palazzo molti anni prima, Jennifer copriva il ruolo di domestica, insieme a molte altre ragazze della sua età, quindi proprio non capiva perché una che, prima era una domestica, doveva ora impatirle degli ordini.

Spesso litigavano per le molteplici tensioni e incomprensioni tra di loro e più volte se ne andava via, da qualsiasi cosa stessero facendo, lasciando sola la grande perché si stancava di doverle obbedire. Veniva poi rimproverata da suo nonno per questo motivo e questo non faceva altro che alimentare il suo odio per quella ragazza.

Finirono anche per non salutarsi e non parlarsi più: Julie era orgogliosa, testarda, presuntuosa ed egocentrica; Jennifer era altrettanto orgogliosa e testarda, ma seria e determinata.

Tutta quella tensione tra di loro le portava a scontrarsi fisicamente durante gli allenamenti, i quali dovevano essere soltanto allenamenti e non scontri. Venivano riprese più volte ma quasi a loro non importava, dovevano far capire l'una all'altra chi comandava e chi teneva le redini.

Più tempo passava e più gli scontri divenivano seri e grotteschi, non scherzavano affatto. Molto spesso finivano in infermeria per farsi curare le ferite, quali graffi, tagli e ematomi.
Fin quando arrivò il giorno in cui diedero il massimo della loro rivalità e divergenza finendo per causare quasi una terribile tragedia.

  *            *            *

Aprì gli occhi rendendosi conto di stare rivivendo, in un sogno, quel giorno indescrivibile.
Qualcuno bussò alla sua porta e andò ad aprire dopo essersi alzata dal letto.
Là aprì e trovò davanti a se proprio la ragazza del suo sogno, la rossa.

«Buongiorno piccoletta, hai dormito bene?» le domandò sorridendo la grande.
«Buongiorno a te..si dai e tu?»
«Si abbastanza. Oltre al svegliarti, sono venuta a dirti che hai un paio di orette libere»
«Davvero? Tu invece hai da fare?»
«Siamo entrambe libere per qualche ora, poi dobbiamo andare nei campi, i contadini vorrebbero parlarti e io verrò con te» la piccola annuì pensando a cosa poteva fare durante quelle ore libere, poteva andare a fare un giro in groppa a Lux e chiedere a Jennifer di farle compagnia.
«Io vado a sciacquarmi il viso e a vestirmi, tu fà lo stesso. Penserò cosa fare nel mentre e tu verrai con me»
«Agli ordini capitano» fece un saluto militare all'amica e andò in camera sua a prepararsi.
Di canto suo Julie sorrise e si chiuse la porta alle spalle.
Andò in camera e si preparò per uscire, optò per un outfit non troppo elegante ma comodo per uscire a cavallo.
Sembrava fosse una buona idea andare a galoppare, non lo faceva mai con Jennifer e quella le sembrava un'ottima occasione. Capitava molto spesso che avessero da fare sin dal mattino e molte volte non si ritrovavano neanche assieme, ognuna aveva una mansione da svolgere diversa dall'altra e perciò capitava sempre meno spesso di lavorare insieme, soprattutto la mattina.

Prese le sue cose e uscì dalla camera.
Si diresse davanti la camera della rossa e aspettò che la sua amica finisse di prepararsi.
Mentre aspettava ricevette un messaggio da Jerome:
"Lo so, magari avremmo potuto organizzarci meglio, ma durante la settimana siamo tutti impegnati ed è difficile trovare qualche oretta libera per uscire insieme. Abbiamo pensato che l'allenamento si potesse fare questo pomeriggio. Per te va bene o sei impegnata?"
Non lo sapeva, qualche ora più tardi aveva l'impegno con i contadini e non sapeva quando avrebbe finito con loro. Avrebbe dovuto rifiutare probabilmente, le sembrava un peccato...chissà quanto tempo sarebbe passato per riuscire a organizzarsi di nuovo tutti quanti.

Jennifer uscì dalla sua stanza e le spettinò i capelli con la mano, Julie sbuffò di rimando per poi sistemarli in modo dignitoso. La sua amica era solita farle dispetti, la divertiva vedere la piccola sbuffare.

«Io sono pronta. Dove andiamo
«Pensavo di andare a fare un giro a cavallo, ti va?»
«Certo che mi va, è da tanto che non faccio un giro con Ray» Ray era il cavallo bianco maculato della rossa.
«Ma per caso pomeriggio ho qualche impegno?»
«Non dovresti averne, perché?»
«I ragazzi hanno organizzato un allenamento, durante la settimana hanno tutti impegni e chissà quanto tempo passerà prima che riusciamo a organizzarci di nuovo»
«Oggi dovremmo avere soltanto l'impegno con i contadini. Nel caso in cui ci dovesse essere qualche altra cosa da fare provvederò a spostarla. Lo sai che mi occupo io dei tuoi impegni»
«Bene, allora provvederai per tenerti anche tu libera, non vado agli allenamenti senza di te. Ho bisogno che tu ci sia, lo sai»
«Affare fatto. Ora andiamo?» annuì mandando un messaggio a Jerome per confermare la loro presenza agli allenamenti di quel pomeriggio.

Andarono alle stalle, prendendosi cura dei propri cavalli prima di uscire. Misero loro la sella e si ci misero sopra per poi partire lentamente una di fianco all'altra.
Non avevano una meta precisa, Julie in quel momento voleva solo passeggiare a fianco della sua migliore amica e godersi quel momento libero che avevano a disposizione.

The Vampire Princess Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora