Capitolo 13.

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La vide uscir via dalla sua stanza, dalla  finestra, con una nota di delusione in volto.
Da una parte concepiva la sua delusione, perché le stava per concedere se stessa e poi l'aveva fermava d'un tratto e rifiutato che continuasse; quindi la delusione che provava la vampira era più che plausibile.
Dall'altra parte invece no, non concepiva affatto la sua delusione.
Aveva sin da subito, la vampira, voluto solo quello da lei, in fondo?
Quest'ultimo pensiero la stava tormentando da quando la grande aveva provato a insistere, dicendole che doveva soltanto rilassarsi e che, in realtà, lo voleva pure lei.
In quel momento si era sentita come se fosse solo un oggetto: un oggetto da usare e buttar via dopo averne usufruito, tipo usa e getta. Per questo l'aveva mandata via e lo avrebbe fatto con la forza se la grande non avesse avuto intenzione di andarsene.

Si riprese dai pensieri decidendo che sarebbe stato meglio se si fosse fatta un bel bagno caldo, così, per rilassarsi e schiarirsi le idee.
Accese il rubinetto e lasciò che lo scorrere dell'acqua calda riempisse la vasca, poco a poco. A lavoro fatto, si spogliò e si immerse nella vasca. Quel calore l'avvolse dolcemente, sentendo mano a mano un senso di pace che la travolgeva del tutto.

Chiuse gli occhi e si diede al relax. Erano poche le volte in cui riusciva a rilassarsi, ma l'acqua calda era come una droga per lei.
Ogni qual volta si sentiva in quel modo faceva sempre un bagno caldo.

Uscì dalla vasca non appena sentì il suono del suo Casio, era già passata un'ora.
Era già passata un'ora da quando l'aveva mandata via, con gli occhi che cercavano di trattenersi dal piangere.

Non aveva mai provato nulla del genere prima di allora.
Nessuno l'aveva toccata e nemmeno lei lo aveva mai concesso. Perché invece aveva lasciato che lei lo facesse? Cosa aveva di diverso dagli altri quella ragazza?.

Forse presa dal momento si era lasciata andare, forse presa dall'eccitazione, quella forte emozione che aveva provato quella sera per la prima volta.
Doveva ammettere che il suo tocco le era piaciuto, anche se sembrato strano.

Avvolse al suo corpo l'asciugamano e si guardò allo specchio. Notò subito i due segni del morso dato da Aria, erano ben visibili e si chiese in che modo avrebbe potuto  nasconderli. Doveva o tutti si sarebbero accorti che non aveva rispettato le condizioni imposte dal Consiglio, ovvero di non avvicinarsi troppo alla vampira. Sarebbe stata fottuta se qualcuno l'avesse scoperto e saputo. Sarebbe passata nei guai seri.
Tutto ciò che il Consiglio le imponeva doveva assolutamente rispettarlo, in caso contrario sarebbe stata vista come una violazione. E se fosse stato così le avrebbero dato dei limiti, da rispettare scrupolosamente.

Tremò soltanto al pensiero. Non sarebbe potuta andare da sola da nessuna parte, a farle compagnia ci sarebbe stata Jennifer e non che le dispiacesse la sua compagnia, ma si sarebbe sentita oppressa senza la sua libertà di scegliere cosa fare o dove andare, o peggio ancora, insieme a lei avrebbero potuto esserci anche delle guardie del palazzo. Non le conveniva affatto disobbedire.

Con la magia fece apparire tra le proprie mani un fondotinta del colore della sua pelle per applicarlo, il giorno dopo, sul morso, in modo da coprirlo ed evitare che qualcuno lo vedesse.

Posò l'asciugamano e si mise il pigiama per per andare a sedersi sul letto controllando il telefono. Vide alcuni messaggi da parte di Serena e Mavis che le chiedevano come fosse andata la serata con Aria.

"Non avete nemmeno idea" pensò e sospirò.
Non avevano assolutamente idea di cosa fosse successo quella sera. Si domandò se lo avessero fatto apposta a lasciarla da sola con la vampira ma si rispose subito dopo, ovvero che,  in fondo, non vi era alcun motivo per cui avrebbero dovuto farlo. O almeno così pensava.

Decise che le avrebbe risposto il giorno dopo inventando qualsiasi deviazione della realtà, non voleva e non doveva dire a nessuno di come fossero andate in realtà le cose.
Mise il telefono in carica e spense la connessione, voleva soltanto riposare e staccare la mente da qualsiasi pensiero le ricordava l'accaduto e la vampira.

Si alzò per sistemare meglio il letto, che aveva lasciato sottosopra il pomeriggio, quando si accorse di essere in ritardo per l'appuntamento con le sue amiche. Quando lo sistemò da esserne soddisfatta si ci mise, diede un'occhiata alla camera, per accettarsi che tutto fosse in ordine per poi notare che il portatile emanava una piccola luce di avviso notifiche.

Non ci fece caso inizialmente supponendo fossero messaggi inviati per il proprio lavoro, ricordandosi poco dopo di non averne, o soltanto Jennifer si era dimenticata di comunicarle il contrario. Curiosa si alzò dal letto per andare a controllare.

Lo aprì e sbloccato il desktop aprì l'icona dell'email. Si bloccò di scatto non appena lesse il mittente dell'email: Aria. Erano due, cosa mai voleva dopo quello che le aveva fatto?
Sentì una forte rabbia crescere in lei, aveva  ancora intenzione di provocarla?

Le aprì con timore e mano tremante:

"Ei, come stai? Ti sei ripresa?"

"Mi dispiace di essere stata così precipitosa nei tuoi confronti, non mi sono degnata neanche di chiederti se ti sentissi pronta. Scusami."

Come poteva stare secondo lei? Bene non di certo. Era stato tutto troppo affrettato.
Ora si stava scusando dopo anche aver insistito. Che faccia tosta, pensò.
Non le rispose e avrebbe continuato a non farlo, neanche il giorno dopo e quelli a venire. Non voleva vederla e non le interessava che si fosse scusata. Un "scusa" non bastava per alleviare la confusione, la sofferenza e il tormento che le aveva provocato e causato.

Spense e chiuse il portatile, andò sul letto e si ci sdraiò sperando di addormentarsi subito, anche se con quella rabbia che sentiva dentro le sembrava difficile.

Ed eccomi qui con un nuovo capitolo. Vi è piaciuto?
Fatemelo sapere, se vi va❤

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