Un bel giorno...

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Pov Italia

Erano passati due giorni dal concerto. Il problema è che da quando abbiamo finito di scriverci per la prima volta, lui ha smesso di parlarmi. D'accordo, è passato solo un giorno, ma mi manca già. Si, voi vi starete chiedendo "ma perchè non gli scrivi tu, scusa?". Beh, non so che dirgli. Se mi mettessi a parlare di me... Ci siamo praticamente già scritti tutto su di noi, che senso avrebbe? Se gli dicessi delle battute... Suo padre gliene diceva così tante che se inizio a dirne una lui la sa già, ma... CERTO! Potrei invitarlo a casa mia... No? Bell'idea. Glielo scrissi.

Pov Germania

Mi arrivò un messaggio. Era Italia che mi chiedeva se volevo andare a casa sua quel pomeriggio alle quattro e mezza, senza dubitarne gli scrissi di sì, poi mi rimisi a studiare. Mi mancava solo mezza pagina, poi mi sarei andato a fare un caffè. Me lo feci, poi mi decisi di andare a fare un giro in paese, beh, non ho mai niente da fare, quindi a volte è meglio anche fare qualcosa che non riguardi lo studio e la scuola. Uscii di casa e sentii il caldo estivo che mi formicolava sotto alla camicia con la sua arietta bollente. Mi avviai verso il centro, passai anche davanti a casa di Austria, che era in giardino e mi invitò ad entrare. La sua casa era sempre uguale, da buon migliore amico sapevo a memoria com'era fatta, ma in camera aveva solo cambiato la scrivania. La sua casa è una di quelle a un piano solo, con il salotto, la cucina e la sala da pranzo nella stessa stanza, per poi partire un corridoio che porta al bagno, alle camere da letto (Austria viveva con i genitori, nonostante l'età) e a tutte le altre stanze. Mi offrì qualcosa da mangiare, io accettai, ma poi andai via subito, perchè Italia mi mandò un altro messaggio chiedendomi se volevo pranzare da lui, aggiungendo che l'Italia ha la cucina migliore al mondo. Quindi, dopo aver salutato Austria e i suoi genitori, andai a casa, perchè erano già le 11.48, e Italia mi aspettava alle 12.00. Arrivato a casa mi preparai mettendomi un'altra camicia, infilandola nei pantaloni e sbottonando i primi due bottoni. Poi partii. Arrivato a quella che era la casa di Italia, mi incantai a guardare il giardino. Era gigante e faceva il giro di tutta la casa, dietro si intravedevano due altalene, e la recinzione era fatta con una siepe di gelsomino. Era in Calabria che si pianta il gelsomino, se non sbaglio. Suonai il campanello e il cancello si aprì subito, Italia mi raggiunse in giardino.

- Italia, hai un bellissimo giardino!

- ah, si, ma il bello è questo! La casa dentro è una normalissima casa. Comunque stiamo in altalena, va bene? Non c'è mai età per l'altalena. Ci puoi andare anche a cinquant'anni...!

Allora mi fece segno di seguirmi, mi portò fino alle altalene che avevo visto prima.

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