CAPITOLO 10

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Tutti andarono a ripsosare, io aiutai la troupe a smontare gli strumenti e gli apparecchi tecnici. Una volta pronti andammo a fare autografi e un ragazzo cheise un autografo a me, oddioooo. io lo firmai e Tom fulminò il ragazzo con lo sguardo.

Le città successive furono Ostrava poi Bratislava, Budapest poi arrivammo a Vienna. Mi svegliai alle 5 di mattina e iniziai a guardre fuori dal finestirno. Si iniziava ad intravedere le luci di Vienna, sorrisi pensando a quanto sia fanatsico che io sia qui con i tokio hotel, è tutto così assurdo e incredibile. Scesi al piano inferiore e aprii il frigo prendendomi un bicchiere di succo di frutta. Mi sedei e mi misi ad scoltare un po' di muscia con le cuffiette, chiusi gli occhi, mandai la testa all'indietro appoggiandola allo schienale del divanetto, divaricai leggemete le gambe e battei silenziosamente un piede a terra, a tempo con la musica. Ad un certo punto qualcosa mi toccò l'interno coscia. Era Tom, che mi accarezzava in modo dolce, e mi sorrideva.

aly: non mi toccare

tom: lo so che ti piace

aly: no

Lui continuò e in effetti il contatto non mi dispiaceva, ma ho paura che tom voglia solo questo da me, come con le altre. Solo il corpo e il sesso, non è possibile che io gli piaccia per quello che sono.

aly: vai a dormire tom

tom: voglio stare con te Ally

aly: la smetti di comportarti come se fossimo veri fidanzati?

tom: non possiamo esserlo?

aly: no tom

tom: ma perchè mi respingi ally?!

aly: perchè tu sei un puttaniere e io invece voglio essere amata veramente

tom: lo sai che non sono un puttaniere, te l'ho detto che le voci sono tutte false

aly: tom io non posso rischiare

tom: sai cosa? hai proprio ragione. sono un puttaniere e probabilemente te finiresti solo con il cuore spezzato, quindi per me può finire qui

aly: cosa? la nostra finta relazione?

tom: no, la nostra amicizia. se tu non ti fidi di me io non mi fido di te

aly: io non intendevo que-

tom: non importa alyse, sono stato io un idiota a pensare fossi diversa

aly: tom per favore aspetta

Lui non mi rispose e salì al piano di sopra. Io non volevo allontanarlo ho solo paura di rimanere con il cuore spezzato, non di nuovo, non lo sopporterei. Piansi un po' e dentro di me speravo che avrebbe cambiato idea. A me piace Tom ma ho una sensazione nello stomaco, come una voce che mi dice di starne fuori, fuori dalla sua vita.

SKIP TIME (qualche giorno dopo)

Mi ha ignorata per giorni e io l'ho odiato. Bill si è accorto del trattamento di silenzio che Tom mi stava riservando e io gli ho raccontato tutto. Lui mi è stato accanto anche se non può fare più di tanto.

Domani ci sarà il concerto a Parigi, sono tutti molto nervosi. E io non so cosa fare, mi sono sempre sentita a mio agio con loro ma all'improvviso mi sento fuori luogo.

POV'S TOM

Non le ho rivolto la parola per giorni, è stato difficile. Bill se ne accorto e ha parlato prima con lei poi con me, ma onestamente per questa volta non ho voglia di confidarmi con lui. Domani suonerermo a Parigi e sono un po' agitato, ora vorrei solo farmi due risate con lei. Lei riesce a scaricare la tensione di tutti ma ultimamente è sempre silenziosa e anche gli altri se ne sono accorti. Ora devo concentrarmi sullo show.

SKIP TIME (dopo il concerto: Parigi)

POV'S ALYSE

Il concerto era stato fantastico, tranne per l'errore di Bill, ma del resto sono cose che succedono.

Bill era cupo scendendo dal palco, quando arrivammo in camerino stava in silenzio.

aly: siete stati bravissimi ragazzi

bill: non è vero, ho sbagliato, mi è caduto l'in-ear-monitoring

aly: succede bill, ma alla fine ce l'avete fatta, hai visto?

bill: si ma ho fatto schifo

aly: no bill, sei stato grande, giuro

gustav: già ally ha ragione, siamo stati bravi

Io sorrisi e abbracciai bill. Prendemmo il pullman e arrivammo all'hotel, alla fine ero in camera da sola, bill aveva insistito e avevo accettato. Mi distesi nel letto a guardare il soffitto, mi affacciai alla finestra e vidi la torre eiffel. Trattenni il fiato a quella bellissima vista. ormai erano le 2 di notte.

Iniziai a pensare, a Tom. A quanto in realtà mi mancasse. Lo voglio. Ma non è una buona idea, io lo so che è una pessima idea. Ma che senso ha non rischiare? Meglio buttarmi e rischiare che rimpiangere in futuro di non averlo fatto.

Raccolsi il mio coraggio, indossai una maglia enorme, che quasi mi faceva da vestito e uscii dalla mia stanza dirigendomi verso quella di Tom.

All'interno si sentiva Tom strimpellare un po' con la chitarra. Bussai

tom: d'accordo bill ora smetto però smettila di rompere

aly: tom, sono io

Tom si fermò dal suonare e qualche secondo dopo mi aprì la porta, Mi guardò per qualche secondo, aprì la bocca per parlare e non ne uscii nessun suono. Allora parlai io.

aly: posso entrare? per favore

tom: vieni

Tom si spostò dalla porta, e io entrai nella stanza. Mi sedetti su una poltrona e lui si sedette di fronte a me. Ci guardammo per qualche secondo negli occhi. Poi mi venne da piangere e scoppiai, davanti a lui. Lui mi venne vicino e mi abbracciò, io mi accoccolai al suo petto stringendo la sua maglietta tra le dita.

aly: parlami ti prego

tom: scusami ally

aly: scusami tu tom

Tom mi accarezzò i capelli fino a che non mi calmai. Rimasi lì, come una stupida bambina tra le sue braccia, indifesa. Il silenzio di quel momento valeva più di mille parole. Ci separammo e lui mi guardò negli occhi.

tom: Alyse, tu mi piaci molto

aly: tom... anche tu mi piaci ma è difficile da spiegare

tom: giuro su Dio alyse, non sono come credi che io sia.

aly: okay

tom: ti prego, diventa la mia ragazza, ho bisogno di te

aly: va bene

Ci distendemmo nel letto abbarcciati e ci addormentammo.

TOM KAULITZ - (tomxalyse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora