Cielo negli occhi

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La conosco quando mi sveglio. È seduta sul divano con i capelli biondi raccolti con una molletta mentre mangia una ciotola di macedonia davanti alla televisione. Si accorge di me quando chiedo un bicchiere d'acqua a sua madre.

"Grazie" rispondo sbuffando.

"Siediti con Celeste, Manuel. Conoscetevi."

È obbligatorio? Probabilmente sì.

Mi abbandono sul divano e la vedo scrutarmi sotto le ciglia lunghe.

Celeste

È davvero lui?

È Manuel?

È quello dei racconti di zio Micha?

"Ciao" lo saluto timidamente.

Lui abbozza un mezzo sorriso sarcastico verso di me e si mette a guardare verso la televisione.

Non può essere lui. Mi avevano parlato di un ragazzo, ma questo è un angelo senza ali.

Ha degli occhi talmente scuri che non capisco se sono neri o semplicemente non c'è abbastanza luce per coglierne il marrone. Si passa la mano nei folti capelli color cioccolato fondente e si sporge in avanti per appoggiare il bicchiere vuoto sul tavolino.

È mio cugino, lo so, ma mi mette così in soggezione che non riesco a staccargli gli occhi di dosso.

Il profilo del suo naso ha una piccola curva, come se se lo fosse rotto. Le sopracciglia folte gli incorniciano lo sguardo e gli zigomi danno un'aria risoluta al suo viso. La mascella virile è serrata con forza e non posso fare a meno di chiedermi il motivo di tanta freddezza.

Ha unito le mani sul ventre e noto che i polsi larghi sono attraversati da piccole vene in rilievo fino alle nocche.

Quando torno a guardarlo mi accorgo che anche lui mi sta fissando.

Mi giro velocemente verso la televisione e cerco di concentrarmi sull'episodio di Riverdale che stavo guardando prima che lui comparisse.

Manuel

Quella ragazzina non poteva essere più diversa da me. Non possiamo essere parenti.

Ha lunghissimi capelli biondi che le ricadono sulle spalle e una spolverata di lentiggini che ricoprono il naso e le guance. Le sue labbra sono lucide del succo della frutta che ha appena mangiato, il naso all'insù le dà un'aria ancora più bambinesca e quegli occhioni, diamine! Sono uguali a quelli di sua madre e di conseguenza uguali a quelli di qualcun altro. Distolgo lo sguardo prima di sentirmi soffocare da quell'azzurro. Al dito porta un anello sottile che brilla riflettendo la luce della televisione. Le sue guance rosee la rendono molto tenera e io non posso fare a meno di promettermi che non la tratterò come faccio e farò sempre con sua madre. Lei ha un'aria così innocente che mi fa desiderare di chiuderle gli occhi per non farle vedere chi è appena entrato in casa sua per stravolgere la sua esistenza in negativo.

Andiamo, questa ragazza sta guardando Riverdale! Come se la vita non fosse già abbastanza complicata senza gli enigmi che ti propone quella serie televisiva. È ancora innocente. Non ha niente a che fare con il mio mondo composto da corse, rivalità antiche di decenni e segreti.

"Sei Manuel?" mi chiede ad un tratto.

"Sì" le rispondo cercando di non sembrare troppo freddo.

"Sei diverso da come ti immaginavo"

Soffoco una risata e la guardo di sottecchi. "Che ti aspettavi?"

"Gli occhi azzurri dello zia Micha" sentirlo nominare con così tanta naturalezza mi fa serrare la mascella e stringere la presa delle mani.

Io che sento i tuoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora