Parole vuote

15 5 11
                                    

Ero certo che stavolta sarei morto, ero già pronto a rivedere papà, sempre che ci sia davvero qualcosa dopo il buio totale, ma sono qui. Ancora sulla terra. Ancora bloccato tra gli incubi e i sogni.

Celeste mi è praticamente saltata addosso quando ha realizzato che ero di nuovo sveglio e io l'ho lasciata fare. Mi sono preso un po' del suo calore.

Non ho fatto nemmeno tempo a riabituarmi alla luce del sole che mi sono sentito stringere da delle mani diverse.

José era qui al mio risveglio. Mi ha detto che se ne andrà stanotte, ora che sono cosciente, e che è riuscito a sistemare la mia moto. Non ci avevo ancora pensato, ma ho tirato un sospiro di sollievo quando mi ha detto che era tornata esattamente come l'avevo lasciata. Celeste aveva causato solo un paio di graffi sulla carrozzeria: la moto era caduta sull'aiuola a lato del viale.

Poi mi hanno lasciato respirare, mai da solo, ma mi hanno dato spazio. Sono andato a farmi un bagno e, quando sono uscito ancora con l'accappatoio addosso, Emma si è lanciata tra le mie braccia. Se non mi fossi appoggiato alla porta chiusa avrei perso l'equilibrio.

Sono debole come un bambino.

"Come stai? Ci senti? Vedi bene?" mi chiede lei preoccupata.

"Sono stato meglio, ma tutti i miei sensi funzionano, Rossa"

"Santo cielo, quanto mi sei mancato"

"Anche tu Donna di Green Gables"

"Non posso esserti mancata: era come se dormissi"

"E se ti dicessi che ho sentito tutti i monologhi di chi è stato qui dentro?"

"Non è possibile." Afferma lei sicura. Mi osserva risoluta e io sorrido.

"Ho sentito anche il tuo" sussurro accostando le labbra al suo orecchio. "E, per la cronaca, anche io ti amo."

Lei scruta i miei occhi, chiedendosi come faccia a sapere che è stata qui quando tutti mi hanno detto che non è vero. Ma io l'ho sentita: è venuta solo una volta, mi ha stretto la mano e ha detto che mi ama. Poi è scomparsa.

Mi avvicino a lei e sfioro le sue labbra con le mie.

"Non voglio più starti lontano. Capito? Se me ne vado è per sempre da adesso in poi perché non posso sopportare di aspettarti. Ha fatto troppo male queste due volte. Non lo reggerei di nuovo."

"Va bene, ma cerca di non lasciarmi più. Okay?"

"Farò del mio meglio"

E dopo averle detto questo la bacio. La bacio con passione, insistenza e desiderio. La bacio perché mi è mancato il sapore delle sue labbra e il modo in cui arrossisce quando dico qualcosa di spinto o le faccio un complimento.

Poi la bacio perché la amo.


Sto tornando a Colle Veio, di nuovo. Oggi è il compleanno di Emma e io sono stato così bravo a dire che sto bene da aver guadagnato il permesso di andare alla festa. Non che se mi avessero detto di no vi avrei rinunciato, sia chiaro.

Sveva sta sproloquiando sul fatto che devo fare attenzione, che ho rischiato la vita e che devo mettermi in testa che non sono ancora in forze. Poi aggiunge che non devo toccare l'alcol per stasera. Io le ricordo che Emma ha quattordici anni e che i suoi non la faranno bere al suo compleanno. Lei mi risponde che gli Stan hanno le loro tradizioni e Esteban adora il beer pong.

La verità? Quell'uomo dai capelli brizzolati e una profonda riga tra le sopracciglia non mi sembra il tipo di padre che gioca a beer pong, ma queste considerazioni le tengo per me.

Io che sento i tuoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora