Occhi neri come l'ebano, figlio. Occhi azzurri come il cielo, padre. Vedeva il bicchiere mezzo vuoto, figlio. Vedeva il bicchiere mezzo pieno, padre. Vedeva le cose come stavano, figlio. Vedeva le cose come avrebbero potuto essere, padre.
Insomma, due mondi a sé stanti. Eppure, se messi vicini, formavano un binomio unico, irripetibile, inusuale, ma allo stesso tempo perfetto.
Da soli erano pianeti incasinati, che si sgretolavano e bruciavano del loro stesso fuoco, ma insieme...semplicemente erano uno spettacolo.
Erano tempesta, burrasca, grida, ma il loro colore era qualcosa di mai visto prima.
Non esistono le sconfitte, solo le sfide che non abbiamo ancora i mezzi per affrontare.
Così lo aveva accolto suo padre nel mondo.
Non esistono le vittorie, solo i piccoli traguardi verso il piccolo traguardo successivo lungo il cammino della vita.
Michael Santos era un uomo con dei valori, e si impegnava a rispettarli. Sempre. Non c'era giorno in cui non si alzasse dal letto ripromettendosi di essere gentile e avere coraggio, e questo l'aveva ripagato con il tempo.
Aveva conosciuto la donna della sua vita, Deidre, quando era ancora un ragazzo, uno scapestrato che faticava a non combinare disastri, l'aveva sposata appena compiuti diciotto anni e con lei aveva avuto un figlio. Manuel. Manuel Santos.
La vita non era stata buona con Michael: gli aveva tirato certi colpi che la maggior parte delle persone si sarebbe arresa al terzo, ma lui non rientrava nella "maggior parte delle persone". Lui si era sempre rialzato, non importava cosa gli fosse stato tolto, ed era andato avanti. A testa alta. Con il sorriso in faccia che hanno solo i vincitori.
Di solito i figli tendono a creare una differenziazione tra loro e i padri, o i genitori in generale. Manuel non aveva mai provato a farlo, anzi, lui voleva il contrario.
Manuel desiderava ardentemente di ridurre a zero quel muro.
Però Michael era uno che affrontava le difficoltà restando sé stesso, lui rafforzava il suo essere solare e ottimista con le delusioni, ci credeva ancora di più, riusciva ad alimentare la sua fede. Manuel dopo le delusioni, al contrario del padre, cambiava.
Era successo una volta. E gli era bastata, perché era cambiato così tanto dopo quella delusione, che se fosse successo di nuovo, probabilmente avrebbe preferito spararsi al cuore.
Manuel era ancora un bambino, poco più di un anno, i ricci scuri gli riempivano la testa in un groviglio difficile da pettinare e gli occhi come due pozzi senza fondo.
Michael, nonostante la situazione spesso difficile, era sempre l'uomo solare e attivo che il mondo avrebbe conosciuto. Passava le sue giornate sgobbando in officina, ma il lavoro lo rendeva felice. Quando tornava a casa trovava sempre il figlio ad aspettarlo e la moglie intenta a sistemare giocattoli e piatti appena usati per la cena.
Deidre era da sempre una donna bellissima. Nessuno aveva mai avuto dubbi a riguardo. I capelli scuri splendevano sotto i raggi del sole e gli occhi, identici a quelli del figlio, erano stati capaci di stregare praticamente chiunque nella sua scuola, eppure, quegli stessi occhi erano stati stregati a loro volta solo una volta. Da un altro paio di iridi azzurre come il cielo più limpido.
Era intelligente, lo era sempre stata. La sua famiglia era benestante, non poteva lamentarsi, ma sognava di essere qualcuno nel mondo un giorno. Le sue fantasie continuarono ad essere alimentate dalle storie che il prima fidanzato e poi marito le raccontava ogni sera prima di darsi la buonanotte.
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Io che sento i tuoni
Fiksi RemajaThunder Series, libro 1 Cosa succede quando qualcuno che crede nel buono del mondo incontra chi è stato masticato e sputato più volte dalla vita? Manuel, sedicenne portoghese smisuratamente appassionato di moto e disilluso dalla vita, perde suo padr...