Sono le undici passate quando entro dalla porta dell'appartamento dopo il mio appuntamento con Emma, quindi per me è parecchio inquietante trovare mia cugina seduta la buio in salotto che aspetta che rincasi per chiedermi cosa ho combinato fuori per tutto questo tempo.
"Niente, priminha."
"Non fare il finto tonto: dove sei stato?" ribadisce accendendo la luce e obbligandomi a stropicciare gli occhi.
"Ero a una specie di appuntamento"
"Con Emma?" chiede speranzosa.
"Certo, con chi sennò?"
"Manuel, non devi farla stare male"
"Perché dovrei farlo?"
"Promettimelo, ne va della nostra parentela"
Scoppio a ridere, ma poi mi accorgo che è seria. "Te lo prometto, farò del mio meglio. Però volevo parlarti di una cosa parecchio importante."
"Dimmi tutto. Ti ascolto."
"Non ci capisco niente di interesse serio. Non mi è mai piaciuta nessuna ragazza e quello che sento per Emma è qualcosa di completamente diverso da quello che provavo stando con Mariana. La verità è che non avevo mai messo in conto di riuscire a farmi piacere una ragazza dopo quello che è successo, e il fatto che lei riesca a farmi sentire così vulnerabile ma allo stesso tempo protetto, mi fa paura."
"Lei non ti lascerà, Manuel. La conosco e sono certa che non ti abbandonerebbe nemmeno se glielo chiedessi tu stesso, nemmeno se la implorassi di andarsene."
Abbozzo un sorriso e mi appoggio al tavolo del salotto. "Perché mi fa così tanta paura?"
"Questo non posso dirtelo io, devi capirlo da solo" apre le braccia e mi invita a raggiungerla. Io la stringo con forza e sento che ho voglia di piangere. Lascio scendere le lacrime mentre lei mi accarezza la nuca e resta in silenzio concedendomi quel momento per rimettere insieme tutti i pezzi di me che sono caduti parlando delle mie paure. Quando si scosta vedo che nei suoi occhi passa una scintilla: fiducia. Fiducia che riuscirò a stare bene e i miei tormenti si placheranno lasciandomi libero di vivere quel nuovo inizio senza di loro.
"Ora va' a dormire, lo vedo che sei stanco"
"Non sono stanco!" Protesto soffocando uno sbadiglio.
"Non lamentarti"
Mi spedisce in camera mia e lei si chiude nella sua, ma dopo una ventina di minuti sto ancora fissando il soffitto.
Perché hai così tanta paura? Perché?
Perché la mamma diceva di amarti come la sua stessa vita, ma non ci ha pensato un secondo prima di abbandonarti.
Ma lei non è Emma!
Ma è una donna e per te le donne sono tutte uguali, no?
No, non possono essere tutte uguali. Mariana, Savanna e Ana non hanno mai tradito la mia fiducia. Non puoi dire così. Sai che non tutte le donne sono come la mamma, lei era una sfortunata eccezione.
Una sfortunata eccezione? Ti ha abbandonato senza mai volerti rivedere! Questa la chiami sfortunata eccezione?! Per me questo è egoismo allo stato puro, perché ti ha lasciato per dei luridi soldi, perché non gli bastava papà come marito, ma soprattutto perché non sei stato abbastanza come figlio per lei. La mamma era solo un'egoista che voleva sempre di più e che ha detto di amarci nemmeno due minuti prima di buttarci nella spazzatura. Tutta quella paura che senti è colpa sua! Non lo capisci, Manuel? Tutti i rovi che ti stringono il cuore quando ci pensi li ha piantati lei con il suo falso amore.
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Io che sento i tuoni
Genç KurguThunder Series, libro 1 Cosa succede quando qualcuno che crede nel buono del mondo incontra chi è stato masticato e sputato più volte dalla vita? Manuel, sedicenne portoghese smisuratamente appassionato di moto e disilluso dalla vita, perde suo padr...