Capitolo XVI. Come ignorare l'olifante in salotto

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A dare il buongiorno ad Hannah furono il respiro di Thranduil sul collo e il calore dei loro corpi sotto le lenzuola. Lei si girò, passò un braccio intorno alla vita di Thranduil e strofinò il naso contro il suo mento. Che non pizzicava per la ricrescita della barba. Eracosì strano, ma in qualche modo non le dispiaceva. Di sicuro, non le aveva sfregato la pelle tra le gambe e lei non avrebbe mai creduto di non sentire la mancanza di quella sensazione.

«A che ora devi andare in paese?» le chiese Thranduil.

Hannah grugnì. «Non rompere».

Thranduil le pizzicò il sedere.

«Ehi!» Hannah sollevò la testa e lo guardò col broncio. «Dove hai imparato queste cose?»

Thranduil inarcò un sopracciglio. «A volte mi viene il dubbio che tu mi consideri una creatura ingenua e di un altro mondo».

«Be', lo sei».

Thranduil sospirò, ma non le disse che non era quello il punto. Ma lo stava pensando. E lei sapeva che lui lo stava pensando.

Hannah girò la testa e le spalle abbastanza da vedere la sveglia sul comodino. Erano le sette. Ora di alzarsi e cominciare la giornata. Sbuffò e si distese a pancia in su. Thranduil si sollevò su un avambraccio.

«Ti stai alzando?»

«Ci sto provando, non vedi?»

Thranduil ridacchiò e le avvicinò le labbra all'orecchio.

«Se venissi anch'io con te a portare il formaggio, avresti più voglia di alzarti?»

Hannah si mise a sedere di scatto, portandosi dietro le lenzuola, e si girò a guardarlo. «Sei fuori?»

Thranduil inarcò le sopracciglia e si distese con le braccia incrociate dietro la testa, le lenzuola che lei si era tirata dietro che lo coprivano a malapena dalla vita in giù. Oh, non si poteva mettere così, o non sarebbe più riuscita a mettere piede fuori dal letto. Afferrò il lenzuolo e, in un tentativo disperato di coprirlo, glielo lanciò in faccia.

Hannah scese dal letto e recuperò da terra la vestaglia. Era certa di averla lasciata sulla poltrona, la sera prima.

«Hannah, sono serio» disse Thranduil. «Voglio accompagnarti».

Hannah si infilò la vestaglia e si girò a guardarlo, disteso sul fianco e la testa retta da un braccio.

«Non mi sembra una buona idea».

«Perché».

Hannah incrociò le braccia sul petto. «Come le nascondi le orecchie

Thranduil inarcò le sopracciglia. Poi scoppiò a ridere.

«No, davvero! Non puoi andartene in giro con una bandana, o-». Hannah corrugò la fronte. In realtà, se avesse messo un berretto sarebbe stato a posto. E sarebbe stato anche giustificato, perché faceva freddo. In realtà, non voleva essere vista con qualcuno e far discutere tutto il paese su chi fosse la sua nuova vittima.

Ma lo voleva con sé.

Non dovresti aiutarlo a tornare a casa?

Hannah sospirò e distese le braccia lungo i fianchi. «D'accordo, puoi venire, ma a una condizione: resta in auto».

Thranduil le sorrise e le sembrò di aver appena fatto la più grande buona azione della storia. Il che era ridicolo. Aveva solo fatto felice un Re degli Elfi.

«Tra quanto partiamo, quindi?»

Hannah si passò una mano tra i capelli. Se lo stava portando in giro, tanto valeva che lo facesse per bene. Aveva un'idea anche per quello.

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