Capitolo X. Certe tare sono proprio ereditarie

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Papà guardò la pecora morta come se fosse una zolla di terra smossa o un sassolino sotto una scarpa. Come un fastidio, ma niente di terribile. Non la reazione che Hannah si sarebbe aspettata.

«Succedono spesso morti di questo genere?» chiese Thranduil, dall'altra parte della fossa con lei.

Nemmeno Thranduil si aspettava una reazione così poco reattiva, a giudicare dalle sue parole. Non che Hannah fosse diventata esperta di umore elfico.

«Non succedono spesso, no».

«Hai idea di cosa possa essere stato?»

«Niente che debba preoccuparti».

Oh, insomma. Hannah iniziava a capire come doveva essersi sentita Sandra nel sentire lei e Thranduil battibeccare ogni volta che metteva piede in casa sua. Solo che ora si trattava di suo padre e... be', il Re degli Elfi, ecco.

«Se qualsiasi cosa abbia ucciso quella pecora potrebbe mettere in pericolo i miei ospiti, devo preoccuparmi».

«Non vedo cosa tu possa fare»

«Se si tratta delle stesse creature che mi hanno attaccato al mio arrivo, ho già un indizio in più».

«Potresti aver portato tu queste creature di cui parli, quindi che ne dici di andartene e portare con te le tue bestie?»

«Ma piantatela, dannazione!» sbottò Hannah.

Papà e Thranduil la guardarono, con le migliori espressioni da "ah ma eri qui" che potessero offrirle. Si stavano scontrando come se dovessero stabilire chi era il capobranco. Non c'era alcuno scontro da fare, erano un uomo e un Elfo, non due cani!

«Cosa dobbiamo farcene di questo cadavere? Dobbiamo bruciarlo?»

Papà inarcò le sopracciglia nel guardare Thranduil e indicò Hannah con un gesto della mano. «Queste sono le domande giuste, non tutti quei ma come, perché, e domande metafisiche di vario genere».

Hannah sbuffò e sollevò gli occhi al cielo.

«Quindi, bisogna bruciarla o possiamo seppellirla?» chiese Thranduil, gli angoli della bocca appena all'insù.

Ecco, a posto, avevano risolto tutto ora.

Papà incrociò le braccia sul petto e guardò il cadavere. I giorni passati non avevano lasciato alcun segno, il che era incredibile. Avrebbe dovuto ritrovarsi senza occhi e con le guance bucate, doveva puzzare di putrefazione. Nulla di tutto ciò, la carcassa era intatta, come se fosse stata appena uccisa.

«Bruciamola».

Così, sul retro del garage disposero un cerchio di massi, al centro un po' di legna, e Thranduil vi posò sopra la carcassa della pecora. Proprio come aveva detto di fare nonna Woolbridge. Che ci fosse qualcosa di vero in tutte le favole che le aveva raccontato? Papà le aveva sempre bollate come vaneggiamenti di una vecchia insoddisfatta dalla vita, ma... sua madre, lei aveva amato ascoltare quelle storie, era lei a chiederle alla nonna, tenendo Hannah seduta sulle ginocchia.

Ma papà non fece commenti, per quanto Hannah gli avesse lanciato occhiate piene di domande per tutto il tempo in cui prepararono la pira. Sapeva che avrebbe dovuto porgliele a voce quelle domande, perché suo padre rifiutava di dare risposte non richieste a voce, ma forse Hannah non voleva davvero una risposta. Non aveva avuto mai problemi a chiedere di quel che voleva sapere.

Papà versò della benzina sulla carcassa e appiccò il fuoco. Le fiamme si levarono con un rombo e Hannah sollevò lo sguardo verso Thranduil, gli occhi fissi sulla pira. Capiva più di lei cosa stesse succedendo? O, nonostante fosse un Elfo, una mente superiore, non riusciva a mettere insieme gli indizi che avevano?

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