«Hannah, chi è questo tipo?»
Nemmeno quando era stata una ragazzina alle prime armi con i ragazzi, Hannah si era trovata in una situazione così imbarazzante. In accappatoio, la doppietta in mano, e Thranduil al fianco, sapeva di non essere il ritratto dell'innocenza. Se non lo avesse saputo da sola, lo avrebbe capito dalla faccia di papà mentre saliva le scale.
Non che, prima del suo arrivo, lei e Thranduil fossero in una situazione innocente. Le orecchie le bruciarono al ricordo. Ma c'era qualcosa di più grave: era quasi irritata dall'arrivo di papà, perché li aveva interrotti.
Hannah stava ammattendo, non c'era altra spiegazione.
«E perché hai il fucile in mano?»
Thranduil le lanciò un'occhiata da sopra la spalla. Quando, di preciso, si era piazzato davanti a lei?
«Thranduil ha sentito un rumore ed è venuto ad avvisarmi».
Papà strinse gli occhi. «Thranduil? Ora dai i nomi dei personaggi di Tolkien anche alle persone? Non sono arrivato nemmeno io a quei livelli».
Hannah sollevò gli occhi al cielo. «Non sono arrivata da nessuna parte, questo è il vero Thranduil, il Re degli Elfi». Indicò papà. «Thranduil, questo è mio padre, Jonah».
«Non credo di poter dire piacere di conoscerti». Papà scrutò Thranduil, che sollevò appena il mento. Era più alto di papà di quasi tutta la testa e suo padre era altoper la media. «Cosa ci fa in casa mia, da solo con te, mentre io sono via?»
Doveva scegliere proprio quel momento per entrare in modalità padre-protettivo? Hannah sospirò.
«È arrivato in questo mondo attraverso un portale e resterà qui finché non ritroviamo il portale per rimandarlo indietro».
Papà distolse lo sguardo da Thranduil per rivolgerlo a lei. «Sapevo che c'era della fantasia sotto tutta quella concretezza».
Hannah trattenne un grugnito. Thranduil poteva pur dire qualcosa per dimostrare chi era, no? Non era di nessuna utilità lì immobile, con quell'aria scocciata - la stessa identica che aveva assunto con lei il primo giorno. Be', toccava a lei mostrare qualcosa a papà per fargli cambiare idea. Chi lo avrebbe mai detto che convincere un uomo che leggeva fantasy tra una pecora e l'altra sarebbe stato così difficile? Scostò i capelli dall'orecchio di Thranduil, che irrigidì la schiena e deglutì, e ne indicò la punta.
«Cosa ti sembra questa?»
Papà sbuffò. «Senti, non mi sembra ora per tenere questa discussione. Ne riparliamo domattina, ho bisogno di dormire e voi fareste bene a fare lo stesso». Lanciò un'occhiata a Thranduil. «In camere separate».
Scuotendo la testa, papà si voltò e andò nella sua stanza. Hannah lasciò ricadere i capelli di Thranduil sull'orecchio.
Tutto inutile.
«Sarebbe bene fare come dice».
Hannah lo fissò. «Cos'è quest'obbedienza? Non eri così obbediente con me».
Thranduil sogghignò.
Quali fossero gli ordini di papà, lei e Thranduil avevano un discorso in sospeso. Gli afferrò un braccio e lo trascinò in camera. Lui la assecondò e, quando lei si chiuse la porta alle spalle, Thranduil si gettò sul letto, disteso, con le braccia incrociate dietro la testa.
«Non avrei mai creduto ti potessi ribellare a tuo padre, Hannah, mi sorprendi. Non sarei molto contento, al suo posto».
«Oh, per piacere, non ti immedesimare in papà dopo quello che stai cercando di fare da tutta la sera».
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Il portale - Un'avventura non richiesta
FanficVenti di guerra spirano da Sud e l'ombra che grava sul cuore di Thranduil si è fatta troppo cupa. Teme per suo figlio e per la promessa di proteggerlo che sente di non poter mantenere, non senza perdere se stesso. Nella brughiera dello Yorkshire, Ha...