4.Basket boy

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JESS


Mi asciugo la fronte  con la mano per togliere le goccioline di sudore mentre faccio l'undicesimo giro di campo insieme ai miei compagni di basket.

Il coach è un vero bastardo, ci fa sudare come cammelli e ogni volta torniamo a casa sfiniti. Ed è per questo che siamo forti e arriviamo sempre alla fine del campionato, però cazzo non mi sento più le gambe.

<<La mia bisnonna corre più veloce di voi! Ed è morta!!>> urla con li suo odioso megafono. Non aveva mai avuto un megafono ma a quanto pare ha perso la voce e quindi ha dovuto prendere un aiutino. È strano che ha mal di gola, ci ha sempre urlato contro e ha sempre avuto la sua gola perfetta ma da qualche giorno sembra che gli si sia infiammata parecchio.

Supero Liam che sembra stia per avere un malore, quasi che lascia la scia di sudore dietro di se. Non ho mai capito perché fa basket da tre anni. Si vede lontano un miglio che non è adatto a lui. È basso e mingherlino, non ha resistenza e forza muscolare, difatti non gioca praticamente mai.

<<Non penso che resisterò ancora per molto.>> mi informa Devon.

Annuisco preferendo non rispondere perchè ho paura che se provassi a sprecare qualche energia per parlare sverrei all'istante.

Continuiamo a correre in silenzio superando ancora una volta Liam. La maglietta verde e bianca della squadra mi si appiccica addosso e vorrei solo levarmela ma non ci perdo neanche il tempo a chiederlo al coach perchè l'ultima volta che l'ho fatto mi ha accusato di esibizionismo, pur essendo solo maschi e per quanto possano essere attraenti a me piace un altra cosa.



<<Avete visto a quella strafiga della ragazza nuova?>> Brian Walker ci sorprende alla spalle. Parla sempre di ragazze e basket. Non l'ho mai sentito aprire o mantenere un argomento diverso.

Quando vedo la testa del coach scattare verso di noi e fulminare Brian vado in pena per lui.

<<Potete riposarvi. Tranne tu Walker, altri cinque giri di campo.>>

Ci fiondiamo subito sulle nostre bottigliette d'acqua mentre lui si lamenta e minaccia il coach di sfruttamento minorile.
Drammatico.

Il coach sa benissimo come siamo fatti e che ragioniamo praticamente solo con il cazzo, non gliene mai fregato niente. Eppure oggi sembra si sia irritato dall'insinuazione di Brian.

<<Sabato ci sarà la prima partita del campionato, perciò non dovrete mancare agli allenamenti e quando sarete qui vi voglio concentrati. Ora dividetevi in tre gruppi che iniziamo l'allenamento.>>

Vado a prendere un pallone dal carrello e mi avvicino a uno dei tre gruppi che si stanno formando iniziando ad allenarci, ormai sappiamo a memoria cosa dobbiamo fare, consiste in un ora di vari esercizi e poi l'ultima mezz'ora facciamo la simulazione di una partita.

<<Davis vieni un attimo qui.>>

Lascio il mio gruppo per avvicinarmi al coach un po' titubante. Io, come tutti i miei compagni di squadra e ogni abitante di questa città, temiamo quest'uomo, ha quarant'anni eppure ha un fisico migliore del nostro, è stato in marina militare ed è rispettato da tutti, anche da dei cazzoni come noi, non l'ho mai visto incazzarsi veramente e penso che sia meglio così.

<<Questa è la tua ultima occasione per diventare capitano, dimostrami che te lo meriti e avrai quel titolo.>>

Mi aspettavo di tutto ma non questa rivelazione, ho sempre voluto essere capitano però non ce l'ho mai fatta, non perchè non fossi bravo a giocare ma più per fatti personali: i primi anni saltavo spesso gli allenamenti perchè non sapevo mantenere un impegno, e invece gli ultimi due anni facevo troppo schifo a scuola per meritarmi quel ruolo e mi hanno promosso per miracolo.

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