9.Non è che ti piace?

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JADE

Di solito dopo scuola Sam accompagnava me e Chris a casa ma oggi è dovuta uscire due ore prima per una visita medica.

Perciò non ho un passaggio, e dato che non ci sono biciclette nei paraggi da rubare mi tocca passare due ore seduta sulle gradinate del campo da basket a guardare i giocatori di basket della mia scuola allenarsi.

In più, in cortile, perché è ancora caldo e si allenano nel campo esterno.

Sbadiglio sdraiata a pancia sotto sul terzo gradino con le cuffiette nelle orecchie per sovrastare il rumore ripetitivo della palla che sbatte a terra, intenta a guardarmi "On My Block".

Sorrido ad ogni piccola interazione tra Cesar e Monse. Sti due mi faranno uscire di testa. La prima volta che si sono baciati ho urlato e saltato per tutta la stanza. Anche se il duo migliore rimarrà per sempre Jamal e abuelita.

<<Dato che non stai facendo niente potresti anche aiutare. Ad esempio, perché non vai a raccogliere le palle che sono sparse nel campo.>> la noiosa voce di Kevin, nonché il coach di basket, mi obbliga a stoppare la mia serie tv.

Alzo gli occhi sul suo viso coperto da un paio di occhiali da sole, perché siamo anche sotto al sole, ovviamente. Le uniche palle che dovrei raccoglie sono le mie, già belle che cadute.

Sposto lo sguardo sui palloni arancioni e neri sparsi per tutto il campo e ridò tutta la mia attenzione a quel figo di Cesar. Anche se prima faccio scorrere lo sguardo sui corpi sudati e muscolosi dei ragazzi.

Mi soffermo sul numero 19 che, con il suo braccio allenato, alza il bordo della maglietta e lo usa per asciugarsi il sudore dalla faccia, scoprendo gli addominali perfetti e la v scoperta dai pantaloncini leggermente abbassati.

Mi si secca per un secondo la gola e mi mordo il labbro di riflesso.
Infondo non è così male il basket.
Ma mi basta intercettare nel mio campo visivo il pollice di Kevin per farmela seccare tutta d'un colpo.

Allora dove eravamo rimasti? Ah sì, Cesar.

Mi schiaffo la mano destra sulla bocca per coprire il sorriso che mi si forma ad ogni sua frase, immagino se da fuori mi vedessero sorridere come una scema al cellulare mentre dondolo le gambe.

Alzo il volume a massimo quando la suoneria indistinguibile del Huawei di mio zio iniziai a stordirmi. Quella canzoncina mi perseguita anche nei sogni.

<<Arrivo subito.>> sospira riattaccando il telefono. <<Jade tienili d'occhio. Non devono fermarsi, okay? Capito rammolliti, non azzardate a fermarvi!>>

Annuisco mentre lui rientra a scuola e me ne frego di cosa fanno quelle scimmie e torno al display del mio cellulare.

La schiena inizia a farmi male e cambiando posizione mi cade l'occhio su due ragazzi ormai conosciuti che se ne stanno seduti per terra. Jess e Devon.

Non me ne frega un cazzo di quello che fanno gli altri, però sono sempre pronta a dar fastidio gratis a Jess.

Mi alzo in piedi e mi avvicino a quella testa di cazzo.

<<Vuoi anche una brioche con cappuccino?>> domando con tutta la dolcezza del mondo.

Ho sempre voluto dire questa frase. Me la sono sempre sentita dire dai professori quando durante le lezioni parlavo e scherzavo con la mia compagna di banco, oppure bastava solo che le chiedessi la gomma.

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