13.Skip shool

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JADE

Come uno zombie mi dirigo verso Chris e Sam che stanno parlottando nel cortile della scuola.

Oggi è mercoledì, a parer mio il giorno più brutto della settimana. Quando fanno l'orario scolastico si assicurano che di mercoledì ci siano le materie peggiori, come ad esempio le prime due ore di matematica.

"Buongiorno." mormora Sam con la voce smorzata dal sonno mentre Chris si limita a salutarmi con la testa.

"Buongiorno un cazzo. Non voglio andare a scuola!"
Ho come la sensazione che oggi, quella stronza della prof, mi interrogherà.

"Allora non ci andare." afferma Chris accendendosi una sigaretta.

In effetti non è male come proposta.
E infatti dieci minuti dopo ci troviamo a scavalcare la recinzione di un ospedale abbandonato.

Appoggio i palmi delle mani sul muretto di cemento e con la forza delle braccia mi faccio leva fino a sedermici sopra. Mi alzo in piedi e guardo di sotto, dove Chris ci sta aspettando.

Diciamo che non è bassissimo. Sarà circa due metri.
Ma non è saltare che mi preoccupa, ma più che altro come faremo ad uscire, considerando che dall'altra parte non c'è il muretto.

Fa niente, un modo lo troveremo.

Scavalco la recinzione di metallo, prima con una gamba e poi con l'altra, ed infine mi butto atterrando in piedi.

Quando ormai tutti e tre siamo dall'altra parte ci incamminiamo verso una delle tante porte fatte a pezzi, per poter entrare, facendo attenzione a non pestare qualche siringa o robe simili.

Il muro all'interno è scrostato e imbrattato di graffiti colorati, nell'aria c'è odore di muffa e intonaco marcio.

Ci dirigiamo verso il tetto, salendo una scalinata che sembra stia su per miracolo. Sul portone che porta di fuori c'è disegnato un pentagono rosso che ricopre tutta la sua area.

Sam tira giù la maniglia e esce all'esterno. seguita a ruota da noi due.

Il terrazzo esterno è tanto ampio quando rovinato. Neanche si riesce a capire di che colore è il pavimento per quanto è sporco e ricoperto di oggetti a caso.

Sam e Chris si vanno a sedere su un divanetto ocra pieno di tagli e aloni.

"Non mi sembra molto pulito." affermo scettica di sedermi insieme a loro.

"Questo lo abbiamo portato noi, era il divano di mia nonna, i graffi sono dovuti ai suoi innumerevoli gatti, mentre per le macchie evito di farmi domande, probabilmente qualche tossivo avrà sfruttato il nostro divano." mi risponde Sam facendomi posto di fianco a lei.

Alla fine mi siedo già pensando alla candeggina che utilizzerò per lavarmi i vestiti, e non mi faccio domande su come hanno fatto a trasportare questo divano fino a qui.

"Volete fumare?" domanda il biondino dall'altro lato del divano.

"Certo."esclamo senza alcuna esitazione.
"Sí, anche io."

Tempo cinque minuti per rollare la canna, e siamo già a passarcela ogni tre tiri.

Mi rilasso contro lo schienale duro come un sasso ma che al momento sembra fatto di velluto ed imbottito di piume d'oca.

We should kissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora