Non ti conosco

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Quella sera, dopo averlo visto andarsene, ero tornata a casa.
Mia madre non era ancora arrivata, così ero andata a rintanarmi nel letto, perché avevo freddo.
Misi la suoneria al massimo, sperando in un suo messaggio.
Ma devo ammettere, che, in fondo in fondo, sapevo che quel messaggio non sarebbe arrivato.
Accesi Instagram, e, ad uno ad uno, cercai Ambra, Alice, Nico, Alex e... Noah.
Sul profilo di Ambra c'erano parecchie foto sue: negli allenamenti, lei mentre ballava allo skate park, lei a un sacco di feste e lei con quello che pensavo fosse il suo gatto.
Sul profilo di Alice, bhe... non c'era assolutamente niente... però, mi accorsi che seguiva solo Ambra, Nico, Alex e Noah.
Il profilo di Nico, invece, era pieno di foto del gruppo. C'è n'erano un sacco di loro a delle feste. C'è n'era una in cui si vedeva Alice con una bottiglia di birra in mano, mentre abbracciava Noah.
Non nego che quella loro vicinanza mi diede un po' fastidio, ma io non ero la ragazza di Noah, e non era neanche detto che mi considerasse qualcosa di più che una semplice compagna di classe.
Misi da parte i miei pensieri e passai al profilo di Alex: era pieno di foto sue mentre ballava, andava in surf, giocava a basket e, come su tutti gli altri profili, lui che andava alle feste con gli altri.
Poi fù il turno di Noah.
Entrai nel suo profilo.
C'erano poche foto, la maggior parte di feste a cui aveva partecipato.
Non si vedeva mai la sua faccia, ma non ci feci troppo caso.
Spensi il telefono: dovevo smettere di pensare.
Mi rigirai nel letto, tirandomi su le coperte fino alle coperte.

"REMI! SVEGLIATI, SU!"
Aprii gli occhi, lentamente.
Le tende aperte facevano entrare dalla finestra la luce del sole debole.
Cercai a tentoni il telefono per gli occhi impastati dal sonno.
Lo trovai, e, sbadigliando, lo accesi per vedere l'orario.
Erano le... SETTE E MEZZA?!?!
Ero molto in ritardo e non potevo di certo fare con calma, così feci un salto per uscire dal letto, afferrai un paio di mutande pulite, la mia divisa e il cellulare.
Corsi in bagno, mi lavai in fretta, mi misi la divisa e scesi di corsa in cucina per fare colazione.
Ficcai in bocca due biscotti al volo, bevvi un bicchiere di succo d'arancia e tornai di sopra di corsa.
Mi infilai saltellando i calzini, mentre ancora masticavo i biscotti.
Mandai giù il boccone e mi infilai le scarpe.
Andai in bagno e mi lavai in fretta i denti.
Tornai in camera, mi infilai lo zaino in spalla e presi lo skateboard.

Entrai in classe con dieci minuti di ritardo.
Chiedi scusa alla professoressa di filosofia e andai a sedermi al mio posto.
Sistemai i miei libri sul banco e infilai lo skate nello zaino.
"Ehi"
Alzai la testa: Noah era lì che mi guardava, girato.
"Tutto bene?"
Accennai un semplice si con la testa. Dovevo distrarmi.
Sentivo che se l'avessi guardato ancora un po' sarei morta.
Si girò, e io ripresi a stare attenta alla lezione.

La giornata passò in fretta.
Al termine delle lezioni ero abbastanza stanca, così mi dileguai in fretta.
Stavo scendendo le scale quando la voce cristallina di Ambra mi fece voltare verso di lei.
"Ehi ciao bellissima!"
"Buongiorno Ambra" le dissi sorridendo genuinamente.
"Hai un minuto? Volevo parlarti di una cosa..."
"Si certo, dimmi tutt-"
"Ehi Remi hai un attimo?"
Mi voltai: Noah era sulla porta della scuola, lo zaino in spalla e lo skateboard in mano.
"Ambra mi aveva chiesto di parlare..."
"Ma va tranquilla! Ci si vede in giro!" mi salutò con un cenno della mano e si dileguò saltellando.
Mi voltai di nuovo verso Noah.
Scese le scale, guardandomi negli occhi.
Ebbi l'impressione di annegare e sentii che le mie guance erano diventate scarlatte quando a separarci c'erano poco più di una ventina di centimetri.
"Sai della festa?"
"Che- che festa?"
Ero confusa: si ammetto di essere un associale, ma almeno che ci fosse una festa volevo saperlo.
"Quella a casa di Alice"
A casa di Alice? A beh, di sicuro non sarei stata la benvenuta.
"Non penso di andarle molto a genio..."
"Non devi andarle a genio tu"
Lo guardai confusa.
Poi, come se mi avesse letto nella mente riprese "Ha invitato me, e io vorrei che tu venissi con me"
Rimasi un attimo scioccata.
Mai ricevuto un invito per una festa in vita mia, per di più da un ragazzo.
"Ma quand'é la festa?"
Non era né un si ne un no.
Volevo andare con lui? Si e no.
"Sta sera"
Rimasi un attimo in silenzio, soffermandomi a guardarlo.
"Ok..."
Mi sorrise.
"Grazie"
Poi si avvicinò, e mi fece schioccare un leggero bacio sulla guancia, per poi andarsene, salutando con la mano mentre mi dava le spalle.

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