Avevo preso sono una ventina di minuti prima che suonasse la sveglia.
Io e Ambra ci eravamo svegliate e, dopo esserci preparate per la scuola, eravamo scese in soggiorno, accolte da uno dei soliti biglietti di mia madre che diceva di essere a lavoro.
"Come si chiama tua madre?" Attaccò bottone lei mentre facevamo colazione con dei punkake fatti in velocità (e anche male) quella mattina.
"Matilde" dissi masticando e mettendomi una mano davanti alla bocca.
"Wow! Che bel nome!"
La ringraziai e ricominciammo a parlare del più e del meno.Arrivate a scuola, ci dirigemmo verso la classe, tranquille.
Il cielo aveva iniziato a farsi scuro e dei nuvoloni grigi stavano iniziando a fare capolino coprendo il sole che ci aveva dato il buongiorno quella mattina.
Alle prime due ore avevamo storia della musica.
Le lezioni furarono un' eternità tra le urla del professore verso due miei compagni di classe che si erano messi a guardare un film su netflix e il secchione della classe che continuava a fare domande che nessuno capiva.
Dopo quell'inferno chiamato lezione, uscimmo tutti per fare ricreazione.
Noah era arrivato in ritardo e non mi aveva rivolto neanche un cenno di saluto.
Ambra quella mattina aveva chiesto ad un ragazzo seduto accanto a me di spostarsi, e si era messa al suo posto. Appena si era accorta che Noah non ci aveva neanche salutato, si era girata verso di me, sorridente, mentre alzava il dito medio verso Noah.
Lui non se n'era accorto e aveva iniziato a seguire la lezione, ignorandoci.
Uscimmo assieme io e Ambra, Alex era uscito con un suo amico perché doveva parlargli e Alice era con una ragazza dell'ultimo anno a parlare.
Noah e Nico erano rimasti dentro la classe.
Nico ci aveva fatto cenno di non aspettarli, ed era rimasto in classe con Noah, probabilmente per parlargli di qualcosa.
Noi ci avviammo verso il cortile chiacchierando.
Mangiammo sotto l'albero dove avevo parlato con Noah per la seconda volta in vita mia.
Le figlie verdissime ci facevano ombra e sull'erba avevano iniziato a fare capolino delle piccole margherite.
Finito di mangiare, dissi ad Ambra che dovevo andare in bagno e mi avviai all'interno della scuola.
Mi sciacquai la faccia, reggendosi al lavandino.
Mi ero illusa.
E lei mi aveva pure avvisata.
Ma non potevo far altro che pensare a lui.
Le lentiggini che trasformavano il mondo in un universo parallelo, il nostro universo parallelo, che decoravano con galassie infinite e gli occhi che erano come pianeti in cui mi sarei persa e da cui non sarei mai voluta andare via.
Il nostro rapporto, un biglietto di sola andata per il nostro universo, fatto di petali morbidi e bastonate.
Perché stavo iniziando a pensare che tra noi due non ci sarebbe mai stato nulla di più, solo dolore e ferite ricucite a fatica, con un ago arrugginito che non avrebbe fatto altro che lasciare il segno.
E forse era così, l'amore.
Bastonate e ferite, petali e galassie.
E probabilmente io non ero altro che una semplice astronauta, che aveva visto per la prima volta quei dannatissimi occhi, e li aveva esplorati, senza trovarci via d'uscita, come molte altre prima di me.
Ma, la cosa folle, era che continuavo a dire a me stessa, che Asia non sarebbe mai potuta essere l'unica e che ci sarebbe stato qualcun altro a riuscire a capirlo, una volta per tutte, e che forse sarei potuta essere io.
Ma chi prendevo in giro?
Ci conoscevamo si e no da una settimana, non sarei mai potuta essere quello che era stata Asia.
Perché forse, dopotutto, sarebbe stata sempre e solo lei. Lei che voleva vedere. Lei che avrebbe protetto con tutto se stesso. Lei che lui avrebbe seguito in capo al mondo.
Mi cedettero le gambe e caddi a terra con un tonfo.
Le guance bagnate e le lacrime che scendevano lente dai miei occhi.
E mi sentivo stupida per aver pensato anche solo un secondo che sarei potuta essere colei che lui avrebbe amato.
Mi alzai in piedi a fatica e mi asciugai le lacrime con della carta igienica.
Uscii dal bagno, lo guardò verso il basso.
"Vaffanculo Noah! Porca puttana mi spieghi che cazzo ti passa per la testa in sto periodo?!"
Alzai la testa.
Noah era accanto ad una ragazza dai tratti lievemente asiatici, la pelle olivastra e i capelli liscissimi e perfetti. Aveva una mano sul suo fianco e lei era incollata al suo braccio, con una mano sul suo petto.
Davanti a loro, Alex, gli urlava contro.
"Non capisco cosa intendi, Alex"
Il tono freddo di Noah mi fece venire la pelle d'oca.
Non l'avevo mai visto così.
Alex scattò verso di lui, prendendolo per il colletto della maglietta.
La ragazza si scansò, spaventata.
"Sai, iniziò a pensare che tu abbia il vizio di illuderle..." disse con un ghigno sul volto e il tono tagliente.
"Amico, penso che dovresti farti un po' di sanissimi cazzi tuoi" Noah si tolse dalla presa di Alex, avvicinandosi di nuovo alla ragazza.
Le cinse la vita con un braccio, afferrandole il fianco con una mano.
Lei gli sussurrò qualcosa all'orecchio, che gli fece fare un sorrisetto malizioso.
Mi venne un conato di vomito e dovetti fare leva su tutte le mie forze per riuscire a stare calma.
"Sei solo uno stronzo..." Alex aveva lo sguardo rivolto a terra, le mani in tasca e un sorriso di scherno sul volto.
Fu a quel punto che si accorse di me.
Alzarono entrambi lo sguardo nella mia direzione.
Noah contrasse la mandibola e deglutì, con lo sguardo di chi ha appena fatto una stronzata impresso sul volto.
Le lacrime iniziarono a scendere e non feci nulla per fermarle.
Alex aprì la bocca per parlare, ma non ebbe neanche il tempo di aprire bocca che ero già uscita dall'entrata della scuola.
E mi sentivo stupida per esserci cascata, per aver creduto anche solo per pochissimo di poter essere qualcosa di più.
E probabilmente non ero la prima.
Ma dentro di me sapevo che una pioggia di meteoriti aveva appena distrutto l'astronave di quell'astronauta, causando danni che niente avrebbe potuto riparare.Spazio autrice
Holaaaa! Come va?
Penso di aver appena scritto il capitolo più triste, romantico e allo stesso tempo deprimente di tutta la mia vita.
In questi giorni tenterò di pubblicare il più possibile, perché vi avviso già che le prime due settimane di agosto non pubblicherò mai.
Scusate in anticipo 🥲
Ciao e al prossimo capitolo <3
-SilentScream_10
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Pianeti e galassie
RomanceRemi non è la tipica ragazza di New York che tutti ci immaginiamo. Ha un passato difficile da digerire per una della sua età e l'unica persona che prima riusciva veramente a capirla é ormai distante da lei. Sa andare in skate, il suo colore preferit...