Lei non c'entra

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'Merda. Ci risiamo'
Io e Alex ci eravamo voltati contemporaneamente, uno accanto all'altro, ad osservare la figura femminile che si avvicinava a noi a passo spedito, i pugni serrati e i lunghi capelli neri che sventolavano per il tiepido vento estivo che arricchiva quella giornata di sole iniziata troppo bene per poter continuare.
Alice si era avvicinata spedita, puntandomi un dito contro.
La figura alta di Alex era ancora accanto a me: con 15 centimetri più di me e i muscoli scolpiti tesi, guardava la figura di Alice attraverso i suoi occhiali tondi che brillavano per il riflesso del sole.
E nemmeno con Alex accanto e una delle sue mani che mi cingevano ancora la vita mi sentivo protetta.

Forse perché non erano le sue mani quelle che volevo sentirmi sulla pelle, forse non volevo che fossero le sue labbra a toccare le mie, forse non volevo era lui quello con cui volevo uscire.

"Tu brutta stronzetta del cazzo" Alice si era avvicinata di più a noi e adesso avevo il suo dito puntato sul petto e la sua testa terribilmente vicina alla mia.
Sentii la mano di Alex spostarsi dal mio fianco e il suo braccio muscoloso si mise in mezzo a noi, prendendo per una spalla Alice e distanziandola un po' da me.
"Spiegami che cazzo ti fumi"
Le parole erano uscite dure, dirette. Lo sguardo serio di Alex aveva destabilizzato pure me e ora lo guardavo con la coda dell'occhio, ma il mio sguardo era puntato negli occhi di Alice, stessa cosa per lei.
Ci stavamo guardando come si guarda una preda, testarde e ferme.
Alice si voltò un po' verso Alex, senza mai staccare gli occhi dai miei.
"Mi vuoi dire che non ti sei accorto della continua assenza di Noah?!"
Alex rimase zitto, a fissarla, impassibile.
"È stata di sicuro lei a fare qualcosa"
Si voltò di nuovo verso di me e con uno scatto fulmineo e la rabbia negli occhi, alzò la mano.
Chiusi gli occhi e le orecchie iniziarono a fischiarmi.
Lo schiaffo mi era arrivato al centro perfetto della mia guancia e adesso ero voltata di lato, la guancia che mi bruciava e il fischio nelle orecchie.
I capelli che mi erano finiti davanti al viso mi coprivano la visuale, ma sentivo in sotto fondo le urla di Alice e Alex.
Poi, tutto si annullò.
Smisi di sentire le loro voci e rimasi ferma, a fissare un punto molto preciso del cortile della scuola.
Gli studenti che erano nel cortile si erano radunati in una piccola folla attorno a noi, ma il mio sguardo era fisso sull'albero del primo giorno, quello dove avevo ascoltato Outer Brain con Noah e avevo mangiato con lui.
E qualcosa scatto nel mio cervello.
Sentivo le voci ovattate di Alice e Alex e vedevo con la coda dell'occhio i ragazzi attorno a noi che avevano tirato fuori i cellulari.
E li non ci vidi più.
Mi girai verso Alice, che stava gridando ad un soffio dal viso serio di Alex e feci l'ultima cosa che chiunque, pure me stessa, non si sarebbe mai aspettato.
Misi da parte la Remi di tutti i giorni.
Quella timida.
Quella che preferiva non attirare l'attenzione.
Quella che non avrebbe mai fatto nulla del genere.
Misi da parte quella Remi.
E tirai uno schiaffo in faccia ad Alice.

Il volto di Alice era girato di lato, la guancia dove l'avevo colpita era coperta dalla sua mano tremolante e i capelli le ricadevano davanti agli occhi.
Si voltò lentamente, fissandomi con uno sguardo che non avevo mai visto sul volto di nessuno.
E solo a quel punto, lèssi nei suoi occhi verdi come la foresta, tutte le emozioni che stava provando in quel momento.
Odio, rancore e un turbine di altre mille emozioni si susseguirono come un tornado nei suoi occhi.
Le pupille dilatate stavano facendo scomparire tutto il verde delle sue iridi.
Aveva abbassato la mano e adesso aveva le mani chiuse in due pugni stretti lungo i fianchi. Le nocche erano diventate bianche.
Poi, fù tutto confuso.
Alice si avventò su di me, tirandomi i capelli e schiaffeggiandomi la faccia.
Alex stava cercando di tenerla e adesso erano arrivati pure Nico e Ambra.
Io, nel mentre tentavo di divincolarmi da Alice, che aveva stretto la presa sui miei capelli e urlava imprecazioni e insulti rivolte ai ragazzi che tentavano di fermarla.

Pov Noah

Quella mattina mi era arrivato un messaggio da William.
Era rimasto a casa da scuola perché era dovuto andare a fare una visita medica per poter partecipare alle attività del club di tiro con l'arco senza rogne.
Ormai i professori lo sapevano che era per quello se si assentava in quel periodo, visto che accadeva ogni anno e si stava avvicinando il periodo dei tornei, ma aveva bisogno di andare a recuperare i libri per il giorno dopo e non voleva andare da solo.
Ne avevo bisogno anche io, così ci eravamo messi d'accordo per andare assieme dopo la scuola.
Era passato a prendermi a casa in motorino ed eravamo partiti verso la scuola con il casco in testa e il vento addosso.

Quando avevamo parcheggiato il motorino, non mi sarei mai aspettato quello che sarebbe successo dopo.

Pov Remi

"Ma mi spiegate che cazzo sta succedendo?"
Una voce.
Una voce che conoscevo ormai troppo bene.
Sentii un brivido salirmi lungo la schiena.
Alzai la testa verso Alice: aveva la bocca aperta, ancora tenuta ferma da Ambra e Nico. Mi aveva mollata e ora guardava oltre la folla di gente, verso la voce che aveva parlato alle mie spalle.
Alex era venuto verso di me e mi aveva presa per mano.
Tremavo.
La pelle d'oca aveva preso il sopravvento e le mie gambe erano scosse da tremori mentre Alex mi spostava di lato, costringendomi a voltarmi verso la voce.
Noah era lì, in piedi, con un ragazzo rosso e lentigginoso accanto a lui.
Negli occhi scuri di noi vidi solo incredulità e rabbia, molta rabbia.
Si avvicinò a noi, con i pugni serrati lungo i fianchi, e si avvicinò terribilmente ad Alice, tanto vicino che vidi i loro nasi quasi sfiorarsi.
"Spiegami che cosa cazzo sta succedendo"
La voce era graffiante, roca e bassa, una sinfonia di note che si susseguivano lasciando in atmosfera tesa nell'aria.
Vidi Alice abbassare il capo, senza dire niente.
Noah alzò il volto verso Nico, che gli spiegò brevemente quello che era successo.
Noah rimase tutto il tempo ad ascoltare, impassibile, con la mascella contratta e l'espressione seria ancora sul suo volto.
Quando Nico finii, Noah si abbassò di nuovo all'altezza di Alice e le alzò il viso prendendola per il mento.
Aveva gli occhi infuocati di rabbia, le pupille erano dilatate e dalle sue labbra uscirono le ultime parole che mi sarei mai aspettata di sentire.
"Non riprovare mai più a darle fastidio. Intesi? Lei non c'entra un cazzo con il motivo per cui non vengo a scuola. E anche se così non fosse dovresti farti i cazzi tuoi, non credi, Alice?"

Spazio autrice
Ciao a tuttiii
Come state?
So che in quest'ultimo periodo non ho scritto molto ma il blocco dello scrittore si è fatto sentire per un po'...
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto (so che non è dei migliori)
Bye bye stelline <333

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