୨⎯Capitolo 6: allenamento⎯୧

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Una nuova giornata era appena iniziata e con questa il mio momento di brillare era sempre più vicino, ma prima avevo da vivere ancora un po' e, per oggi, significa allenarsi. Non avevo assolutamente voglia di allenarmi: fuori faceva freddo, avevo solo voglia di starmene a letto tutto il giorno a dormire, le energie le avevo sprecate il giorno prima a ricordarmi di momenti che avrei solo voluto dimenticare. A interrompere i miei pensieri fu Giyu, che entrando nella stanza mi disse: "su forza abbiamo una giornata piena di allenamenti", nascosi la testa sotto le coperte e bofonchiai qualche parola incomprensibile in segno di negazione. Sentii Giyu ridacchiare, era da tanto che non lo vedevo così pieno di emozioni, ormai mi ero abituata al nuovo Giyu apatico e annoiato da tutti, anche se sapevo che non era quello vero ma solo una maschera costruita con il tempo, per non soffrire ancora.

Mi tolse la coperta di dosso e sentii il freddo entrare nel mio corpo, poi mi scompigliò i capelli come se non fossero già ridotti a grovigli. Mi disse che avevo al massimo dieci minuti per prepararmi e che sarebbe andato a preparare la colazione. Fui obbligata ad alzarmi, vestirmi e andare in quello che era il salottino, dove Giyu era seduto ad aspettarmi, mi sedetti accanto a lui appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, lo sentii sorridere e la cosa, per qualche motivo, mi rilassò. Ormai avevo capito da tempo di essermi innamorata di lui, si da quando eravamo bambini sentivo che mi piaceva, ma con il passare del tempo, vederlo triste per colpa della morte del nostro amico d'infanzia mi aveva rattristato davvero molto rattristata, sapere che non voleva più aprirsi con nessuno mi aveva fatta sentire inutile, perché molte volte mi ero promessa che, anche se fosse successo qualcosa, lo avrei aiutato per questo soffrivo anch'io delle sue stesse ferite, in quel periodo avevo capito che quello che provavo per lui non era una semplice cottarella ma mi era veramente innamorata di Giyu.

Ritornando al presente, avevamo finito di mangiare e ci eravamo recati in una collinetta lì vicino, iniziamo, per scaldarci, a correre fino alla cima per poi scendere, ogni volta cercando di aumentare la velocità, proprio come facevano con Urokodaki. Allora per ricordare i vecchi tempi una volta scesi dissi: "Giyu facciamo una sfida, io dovrò scendere il più veloce possibile mentre tu dovrai cercare di prendermi, se vinci.... Si! Ti cucinerò del salmone al daikon come piace a te!" Sapevo che poteva essere presa come una sfida che fanno i bambini, ma quello era il mio intento: fargli ricordare come ci diventavamo insieme, solo io e lui.

Per mio fortuna accettò ma ad una condizione: "se vincerò dovrai fare 3 cose che ti chiederò è sarai obbligata" mi disse. Non dissi nulla d'altronde il mio scopo era solo renderlo felice, e avrei fatto di tutto.

Salimmo fino alla cima poi partii, dopo qualche secondo mi seguii anche Giyu, correvo tra gli alberi cercando di mimetizzarmi il più possibile, sapevo benissimo che era dietro di me ma non volevo comunque demordere. Tra correre, saltare, schivare qualche albero e ripetere il tutto, ero quando arrivata alla fine mi girai per capire quanto vantaggio avevo ma non lo vidi, rigirai la testa per andare avanti ma andai addosso ad una albero e caddi, dietro di me sentii un ridacchiare e, successivamente, la sua voce: "non pensavo che vincere sarebbe stato così semplice" disse toccando la testa la quale era appoggiata al suolo. Cedetti e risi, tra i respiri affanati, Giyu si aggiunse poco dopo.

Tornammo nella sua dimora dove, dopo un bagno caldo, era il momento di cenare, stavo morendo di fame a pranzo non avevamo mangiato per colpa dell'allenamento. Quando arrivai in cucina vidi Giyu intento a cucinare qualcosa, che non aveva un buon odore, lo affiancai e mi disse: "ecco... la tua proposta di prepararmi il salmone è ancora valida?", "mhhh, si ma sarà la tua prima richiesta" risposi, mi girai su le maniche della divisa e cucinai, finito ci sedemmo a tavola parlando di cose molto a caso, quando uscì quel discorso: " per quello che è successo l'altro giorno, hai trovato qualcosa?" Iniziò Giyu, sospirai e dissi: "in verità si, ho trovato un libro che contiene la storia della mia famiglia e i Kata della respirazione" il corvino notò il modo distratto con cui parlavo e aggiunse: "scusa, mi ero promesso che non ti avrei fatto soffrire, ma non so mantenere le promesse" lo abbracciai negando le sue parole, sapevo che si dava il peso per tutto quello che mi accadeva ma non era colpa sua, "Ti posso chiedere solo di non parlarne fino all'incontro con il Capo Famiglia, piccolo sole" dissi aggiungendo quel nomignolo che Sabito ci aveva dato, diceva: "Se tu sei la sua piccola luna lui sarà il tuo piccolo sole, no?".

Alla fine ci addormentammo entrambi accoccolati.

La mattina il mio amato-odiato corvo mi svegliò dicendomi che avevo una missione e dovevo sbrigarmi perché dei bambini erano scomparsi in un villaggetto non troppo lontano da lì. Partii lasciando un bigliettino a Giyu per spiegarli la situazione.

Arrivai al villaggio che era quasi sera, mangiai qualcosa in un ristorante poi feci un giro della zona chiedendo informazioni. Scoprii che ormai da due settimane, ogni giorno dei bambini venivano rapiti, chi aveva assistito mi disse che un grande mostro con due corna e lunghe unghia li aveva presi lasciando la cameretta distrutta e sporca di sangue. Finalmente arrivò la sera e, mentre camminavo in cerca di un minimo indizio la luna divenne rossa, la guardai e ne rimasi affascinata, il color sangue di questa era cosi brillante che le impronte lasciate dal demone gli scorsi giorni riuscii a vederle. Seguii le mie uniche tracce che mi condussero in una grotta non troppo lontana dal villaggio. Sentii dei pianti di bambini, e capii subito che il demone si era nascosto al suo interno, entrai senza esitare e, davanti a me, comparve un demone alto circa due metri, con due grandi corna come mi aveva descritto una signora, dei segni rossi in faccia e, non due, ma sei occhi nei quali rividi quelli di Kokushibo, Saltai addosso al demone, che mi schivò due o tre volte, alla quarta utilizzai la respirazione della luna, chiusi gli occhi e quando li riaprii la testa del demone era stata tagliata. Presi l'unico bambino che era sopravvissuto, lo feci addormentare e mi diressi al villaggio. Lasciai il bambino al capo villaggio, poi, finalmente, ritornai tra quelle mura che chiamavo casa, dove la persona che più amavo mi aspettava.



🙏ANGOLINO PREGHIERE🙏

è l'ultimo capitolo che avevo già scritto e come avevo detto d'ora in poi pubblicherò solo quando ci riesco mi spiace davvero ma sono veramente molto impegnata.

comunque vi piace??

mhhhh, niente non so che dire hahah 

quindi al prossimo capitolo...

🌸Lindau🌸

La luna splende anche di giorno🌙  (tomioka x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora