CAP.2: LA STORIA DI HAZEL

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Appena uscita da scuola, Hazel inziò ad incamminarsi verso casa, o meglio, l'edificio che l'ospitava da ormai 12 anni. Era arrivata lì all'età di due, perchè i suoi genitori non avevano abbastanza soldi per darle la vita che meritava. Infatti era finita lì alla Saint Lorenz House, un orfanotrofio per bambini e bambine senza più un tetto. Il grande cancello di ferro le si aprì davanti e lei iniziò ad incamminarsi nel vialetto di ciottoli, circondata da tanti bambini piccoli. Appena arrivata nella camerata che conteneva insieme 12 ragazze sue coetanee, Hazel si distese sul letto a fissare il soffitto, scorrendo lo sguardo notò che tutte le sue amiche erano fuori, e perciò di suo malgrado si alzò dal materasso e si diresse verso un angolo del giardino che ormai frequentava da anni. Un angolo ombroso, coperto da una quercia e circondato da panchine, c'era chi leggeva, chi chiacchierava o chi giocava a campana. 

Quella sera, la cena era stata abbastanza decente: arrosto e patate, un po' di zucchine e carote, pane e budino. Le ragazze si riunirono tute in camerata e iniziarono a parlare del loro primo giorno di liceo, una disse a Hazel: ''Ho sentito che sei in classe con Dean'' Lei annuì con la testa, possibile che quel ragazzo fosse così popolare? Una sua foto iniziò a passare di mano in mano: ''Siamo vicini di banco ma non ci sopportiamo, siamo troppo diversi'' sbuffò. La serata passò così, tra racconti e risate finchè la Madre superiora non le mise tutte a letto.                                     Quando Hazel si coricò, guardò il cellulare, un messaggio d Stephanie: ''L'uccello ha fatto colpo '' Spense la schermata scuotendo la testa, che falso quel Dean, sembra tanto carino, invece è un essere spregevole e maligno....un donnaiolo impertinente. 

Quella notte dormì male, sognò il momento dell'abbandono, davanti all'orfanotrofio, ricordava le inferriate e la sua prima visita in infermeria, dove le avevano controllato i capelli, per i pidocchi, le avevano fatto vari esami e poi l'avevano vestita e schedata. Poi, la sofferenza di ogni singolo fine settimana quando vedeva andare via genitori con altri bambini e lei rimaneva lì. 

Si svegliò con un sobbalzo, erano le 7. Doveva alzarsi, sarebbe arrivata prima oggi a scuola, doveva parlare con Sam. 

Il cancello sbattè ed Hazel iniziò ad incamminarsi, nessuno sapeva del suo passato o della sua storia, e nessuno lo avrebbe mai scoperto. Ne era certa.

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