IX

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-Tob, siamo qui!- entrai in casa.
-Quanto ci siete stati! avevo detto 'prendetela e andatevene'!- ci urlò addosso.
-Calmo, abbiamo fatto così, solo, un..- mi bloccai non sapendo cosa dire.
-Impegno, dovevo fare una cosa da molto- Tom finì la mia frase. Io mi girai verso di lui e lo guardai ridacchiando.
-Ah si? un impegno?- chiese mia sorella entrando in salotto insieme a noi tutti.
-Cassidy, basta- dissi subito.
Lei scosse la testa e mi prese per il braccio portandomi alla porta di camera sua.
-Ahia, cazzo!- imprecai staccandomi dalla sua presa.

-Allora? cos'è successo?- chiese emozionata nel sentire la spiegazione.
-Nulla!- mentii.
Ancora niente era sicuro e io non potevo permettermi di chiaccherare senza sapere.
-Sono tua sorella, a me puoi dirlo!- insistette.
Alzai gli occhi al cielo e la guardai.
-Niente, cass-
-L'ho solo accompagnato- continuai.
-Va bene- disse infine.
Mi voltai e cominciai a camminare.
-Dove siete stati?-
Mi rigirai lentamente stringendo gli occhi.
-Dove siamo stati?- ripetei. Lei annuì e allora io mi inventai una scusa sul momento.
-Dal fioraio!-
Lei mi guardò e fece una faccia molto stranita.
-Dal fioraio?- ripeté secca con un cenno di divertimento nella voce.
-Già, dal fioraio-
-Tom aveva un così urgente bisogno di andare dal fioraio?- chiese ancora con lo stesso cenno di poco prima.
-Si- dissi in fretta.
-Ah, capisco-
Mi girai ancora e camminando molto velocemente arrivai alla fine del corridoio. Sospirai e presi un bicchiere d'acqua dal frigo.

-Com'era vedere il palco vuoto?- mi chiese Bill.
-Come scusa?- domandai.
-Oggi, ti è piaciuto vedere il palco vuoto?-
-Per caso in quel palco c'è anche un fioraio?- dal muro spuntò mia sorella.
Lui la guardò confuso e scosse la testa.
Lei invece non appena ricevette la conferma dal capo di Bill si voltò verso di me e mi mostrò uno dei suoi migliori sorrisi soddisfatti.
Mi sedetti sul bancone della cucina e lasciai che la mia schiena battesse sui cassetti che si trovavano in alto, poi chiusi gli occhi e risi insieme a Bill e a Cassidy.

-Un fioraio?- aprii gli occhi e vidi Tom davanti a me, appoggiato al tavolo.
Il resto della stanza era ormai vuota, c'eravamo solo io e lui.
-Mi ha presa alla sprovvista- mi difesi.
Lui rise e si avvicinò a me.
Con gesti leggeri e dolci, spostò di lato le mie cosce, lasciandosi un posto libero nel mezzo. In quel posto ci si mise lui.
Lo guardai attentamente, cercai di capire le sue intenzioni ma non ci riuscii.

-Pronta?- chiese
-Per?-
-Questo- annunciò tirandomi su.
Mi prese in collo e mi portò fino al salotto.
Tutti si girarono verso di noi e si misero a ridere. Bill e Cassidy applaudirono nello stesso momento sempre ridendo.
Tom rimase girato a guardare loro ridere mentre io guardai lui. Il suo bellissimo sorriso, il suo piercing al labbro che cazzo se gli stava bene, il suo profilo perfetto, il cappellino con sotto la solita fascia nera e i bellissimi dreads raccolti, come al suo solito, in una coda alta. Rimasi incantata per qualche secondo.

In quei secondi Tom si accorse che lo stavo fissando infatti anche lui guardò me.

-Ma che cazzo Tom!- urlai quando mi lasciò cadere sul divano. Caddi sul ginocchio di Bill uscendo dal mio mondo e tutti si misero a ridere. Io invece continuai a guardare il sorrisetto di Tom divertito e a fargli un'espressione molto infuriata.
-Scusa biondina, era l'occasione perfetta-
Alzai gli occhi al cielo e risi con loro, poi mi sedetti per bene e lui si mise accanto a me.

-Elena, vieni subito qui!- mi chiamò Cassidy. Mi allarmai e mi alzai subito avvicinandomi a lei.
Aveva il telefono fra le mani e l'espressione che non seppi riconoscere.
-Cosa è successo Cassidy?-
Tacque per molto e poi i cinque ragazzi ci raggiunsero.
-Cassidy? cos'hai?- continuai.
-Mamma- mormorò.
La guardai confusa non capendo cosa intendesse.
-È successo qualcosa alla mamma?- chiesi con voce tremolante.
Lei annuì.
-Cosa? Cassidy cos'ha fatto?- mi agitai.
-Non è stata bene- disse solo queste quattro parole.
-Oddio- mormorai io mettendomi le mani sulla faccia.
-Dov'è papà?- dissi ad un certo punto sperando che fosse ancora in camera sua.
-Non lo so- sussurrò ricevendo anche lei la mia ansia.

Iniziai a camminare per il lungo corridoio fino ad arrivare alla sua camera.
Era lì e stava dormendo.

Sospirai in sollievo e mi girai, trovando Tom di fronte a me.

Chiusi la porta di camera di mio padre e poi guardai Tom ancora una volta, appoggiando la fronte sul suo petto.

Senza dire niente lui mi avvicinò a sé e mi abbracciò tenendomi dai capelli.

Io invece mi tranquillizzai un po' addosso a lui e lo abbracciai dalla vita.

-Grazie- dissi staccandomi e sorridendogli.
Sorrise anche lui e mi lasciò un piccolo bacio sulla testa.
-È lì?- chiese mia sorella affacciandosi al corridoio. Io annuii e lei si tranquillizzò.

-Andiamo dalla mamma?- chiese una volta che arrivai alla fine del corridoio.
-Si-
Salutammo e ci avviammo in ospedale, dove ormai era ricoverata da troppo.

-Oh ragazze! sta bene, tranquille, okay?-
appena ci vide Paula di tranquillizzò.
Sospirai e la ringraziai, poi tenendo Cassidy per mano mi avviai fino alla sua stanza.

-Signorine, voi siete?- chiese un dottore fermandoci all'entrata.
-Oh, Cassidy e Elena Dumolo- rispose mia sorella.
-Ah! siete le sue figlie, non è così?- chiese ancora riferendosi a nostra madre.
Entrambe annuimmo, così lui iniziò a spiegare.
-Okay, adesso sta bene ma qualche ora fa è riuscita a svegliarsi avendo però una piccola crisi che è stata subito ritirata da noi, ora sta riposando, se volete potete comunque entrare ma vi avverto che non si sveglierà in meno di qualche ora-
I miei occhi iniziarono a lacrimare.
-Questo vuol dire che.. è nuovamente cosciente?- chiese Cassidy.
Il dottore ci sorrise e annuì.
Scoppiai in un pianto rumoroso e pieno di felicità.
Si, aveva avuto la crisi, ma adesso poteva stare ancora con noi, tutti noi.

-Grazie- sussurrò mia sorella al dottore abbracciandomi e piangendo insieme a me.
-Non c'è di che-

-Che facciamo? entriamo?-
-Si-

*Fine capitolo IX*
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Provocarmi non fa bene- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora