XIII

58 5 4
                                    

-Senti, due mesi sono tanti, forse è meglio se ci diamo del..tempo?- disse a bassa voce.
Lo guardai a bocca aperta mentre lui non distolse lo sguardo dal tavolo.
Non dissi niente, non sapevo cosa dire.
Io ci tenevo a lui, moltissimo. Sapevo bene quanti fossero due mesi ma non avrei pensato che lui mi proponesse una pausa.

-El, sei qui?-
-Mamma? si, si, sono qui- mi alzai avvicinandomi a lei e lasciando Tom senza risposta. Potrà anche essere ingiusto ma non sapevo proprio come comportarmi.
-Guarda, l'ho comprata per te!- disse dandomi una collana. Sorrisi e la presi fra le mani.
-È bellissima, grazie mamma- la abbracciai.
Sentii la porta sbattere e mi staccai subito da lei.
-Scusa, torno subito!-

Corsi fuori dalla casa e fermai Tom chiamandolo.

-Torna qua!-

Si girò e sospirò camminando verso di me.

-È questo che vuoi davvero? una pausa?-
chiesi incrociando le braccia. Iniziò anche a piovere, io ero ancora in pigiama ma stetti ferma sotto l'acqua aspettando una sua risposta.
Quando fu molto vicino a me parlò.
-Due mesi sono tanti el, capiscimi..-
-No, no non ti riesco a capire, prima mi abbracci, baci e salvi mia sorella da un'auto e dopo vuoi una pausa solo per un cazzo di tour!- Cominciò a piovere molto fortemente.
-Entriamo dentro almeno, ti stai bagnando- cercò di spostarmi.
-No! perché vuoi una pausa? dì la verità- pretesi fermandolo.
-L'ho detta la verità!-
Alzò la voce staccandosi da me.
-No, se fosse solo il tempo non faresti tutte queste storie!-
-E invece si! non so se riesco a stare in una relazione quando siamo così lontani, mancheresti troppo!- urlò stavolta gesticolando dal nervosismo.

Tacqui e lo guardai soltanto con espressioni seria.

-Io non riesco a stare così tanto senza guardarti, abbracciarti, baciarti, discutere e litigare con te- sorrise leggermente guardandomi, aveva i dread molli adesso.
-Ma io non voglio prendere una pausa, ho paura che dopo questa non tornaremo più come adesso- ribattei io.
Lui scosse la testa.
-Se non vuoi non prenderemo una pausa, va bene-
-No, se tu ne hai bisogno lo capisco- annuii sorridendo dolcemente.
Lui si avvicinò ancora di più e con la sua mano mi carezzò la guancia.
-Ne sei sicura?- chiese.
Riflettei un momento e poi annuii.

-Però, fino a prova contraria abbiamo ancora tempo fino alla partenza- sorrise.
Ricambiai e starnutii.
-No, ti prego, no- parlai con me stessa riferendomi al prendere un raffreddore.
-Entriamo dai- ridacchiò lui guidandomi all'entrata di casa mia ancora una volta.

-Eccoti, finalmente!- esclamò mia sorella appena mi vide entrare in casa.
-Papà dov'è?- chiesi non vedendolo in giro.
-Non lo so- rispose facendo spallucce.
-Mio fratello?- domandò poi Tom.
-Camera mia-
La guardai con occhi strabuzzati e lei subito scosse la testa facendomi ridere.
-No!- bisbigliò guardandomi.
Risi ancora e poi guardai Tom.
-Che facciamo?-
-Non so- mi guardò a sua volta.
-Lo so io, dato che piove, film!- si introdusse Cassidy dandomi uno schiaffetto sulla guancia. Risi e le diedi un pizzicotto sul braccio facendola ridere insieme a Tom.

Guardammo un film, il primo che trovammo. Non stetti affatto attenta, pensai maggiormente a Tom.
Cercai di pensare ad altro e concentrarmi sul film, ma non riuscii.

-Tutto ok?- mi sussurrò mia sorella.
Annuii e sorrisi lentamente cercando di convincerla. Ci riuscii e anche se esitante si girò di nuovo a guardare la televisione.

Sospirai in silenzio e tornai ai miei pensieri.

Quella giornata finì in fretta, come tutte quello dopo essa fino ad una in particolare.

-Elena, muoviti, su!-
-Elena!-
-Ti devi svegliare parassita!-

-Cosa vuoi Cassidy?- sbadigliai rimanendo ad occhi chiusi.

-Voglio che alzi quel culo e vai a salutare  Tom subito!-

Aprii gli occhi e la guardai.

Aveva un cuscino in mano e era pronta a sbatterlo sulla mia faccia.

-Ferma, ferma!- urlai, ma lei ridendo mi colpì.
-Solo se ti alzi e vai da lui- mi fece l'occhiolino.
-Non stiamo più insieme e l'ho visto poco fa, non voglio- mugolai tirandole via il cuscino di mani per metterlo di nuovo sotto la mia testa.
-No!- disse riprendendolo.
-Una settimana fa non è poco, e poi so che vuoi vederlo!- mi colpì di nuovo.

-Ora và- indicò la porta.
-Ma saranno già partiti, lasciami stare-
-No non hai capito, sono tutti e quattro in salotto- ridacchiò sotto i baffi.
Assottigliai gli occhi e la guardai male.
-Loro cosa?- sussurrai.
-Prima che tu dica nulla, non è colpa mia!- urlò uscendo dalla stanza.
-Cassidy!- la chiamai.

Quando non ricevetti nessuna risposta sbuffai rumorosamente e mi sciolsi la coda, camminando attraverso il corridoio.

-Elena!- Bill mi salutò insieme a Georg e Gustav appena mi videro.

Tutti i presenti nella stanza si girarono, lui compreso.

-Ciao- sorrisi a suo fratello.
Quando mi voltai verso di lui vidi un sorriso, non un ghigno, solo un sorriso che mi sembrò quasi dolce.
-Ciao, Tom- dissi nel silenzio.
-Ciao- mi salutò anche lui alzandosi.

Quella mattina decisi di non salutarlo perché immaginavo che mi avrebbe fatto tanto male, anzi, ne ero sicura, ma in quel primo momento mi sembrò che tutto andasse bene, mi sembrò di stare ancora con lui. Mi sentii sollevata, non pensai al dopo, mi soffermai sul presente una volta tanto. Era quello ciò che contava in fondo, il presente.

E fu solo in quel momento che io lo appresi.

-El, mi dispiace ma non sono riuscito a ridurre il tour, a meno che non cambi qualcosa nel mezzo di questo, rimaniamo 2 mesi- Bill guardò a terra mentre spiegò la situazione.

Sorrisi lentamente con fare dolce e lo guardai.

-Va bene, Bill, non è colpa tua-

Lui alzò finalmente lo sguardo e vedendo la mia espressione sorrise insieme a me.
-Vi lasciamo soli?- chiese dopo poco riferendosi a me e Tom.

Io mi girai e guardai quest'ultimo, ritrovando il suo sguardo fisso sul mio volto. Lui sorrise e senza smettere di guardarmi annuì. Gli altri se ne andarono lentamente sorridendoci.

Mi mordicchiai la guancia prima di ricambiare il suo sorriso. Lui guardandomi avvicinò a me e mi rivolse uno sguardo triste ma dolce, che mi tranquillizzò. Smisi di distruggermi la guancia e sorrisi anche io, ma un sorriso molto più piccolo e breve del suo.
La malinconia si era fatta ancora viva dentro di me. I miei pensieri si limitavano a:
'la prossima volta che lo vedrò sarà fra due mesi'

e faceva male.

-Mi dispiace, ma ti giuro che ci sentiremo-
provò a rassicurarmi.

In cuor mio sapevo che otto settimane era molte ma non troppe, è solo che mi sarebbe mancato veramente tanto.

-Lo so- annuii guardandolo.
-Ma fa male lo stesso- continuai.

Lui non disse altro e mi coinvolse in un abbraccio pieno di sentimenti.
Mi prese alla sprovvista ma lo ricambiai subito. Capii solo dopo che la mia più grande paura non era solo non vederlo per due mesi, era anche non essere certa di avere lo stesso rapporto che prima avevamo.

Fine capitolo XIII
1155 parole
sono in vacanzaa🤭

Provocarmi non fa bene- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora