idrofobofobia

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Idrofofobia: paura della rabbia.


"Reyes!" urlo, causando la propagazione di un'onda di teste che si voltano verso di me e lui, lui, si blocca  a metà del corridoio. Tutti i presenti mi stanno guardando e mi sembra di essere in una qualche sorta di film western, perché lui è dal lato opposto dell'ambulacro rispetto a me e gli altri studenti sono posizionati sulle pareti, dove poco fa stavano armeggiando con i loro armadietti.

Pessima idea parlargli in mezzo a tutto questo casino, ma appena ho visto la sua figura, camminare con quel solito ritmo svogliato, non sono riuscito a fermare le parole prima che uscissero.

Veramente una pessima idea.

Lui si gira lentamente verso di me, un ghigno strafottente sempre presente a caratterizzagli il viso e due occhi vispi, come quelli di un bambino che sta per giocare al suo gioco preferito.

"Abbassiamo i toni, Nuvoletta" mi riprende sarcasticamente, finalmente pronunciando parola da quando si è bloccato.

Il fatto è che...

Non so cosa dirgli.

Perché l'ho fermato?

"Devo parlarti in privato di...di una cosa, sì" dico titubante, dalla sua faccia capisco di non averlo convinto.

Guardo il mio Rolex per assicurarmi di non fare tardi alla prossima lezione.

Le 9:53.

Ottimo, 7 minuti sono più che abbondanti.

"Devi parlarmi di una cosa..." mastica lentamente le stesse parole che gli ho rivolto pochi istanti fa.

"Sì, vieni o no?"

Sento una risatina provenire dalla mia destra, mi basta spostare l'attenzione di pochi centimetri in quella direzione e vedo Richard che sghignazza. Lo so che collegamento infantile ha fatto il suo cervello, sempre che ne possieda uno, lo conosco come le mie tasche. Ma non è il momento di concentrarsi su Richard. L'altro energumeno a cui mi stavo rivolgendo poco fa decide di rispondermi, facendomi nuovamente convogliare l'attenzione su quello che sta attualmente succedendo.

"Sai, non ho molta voglia di venire fino laggiù e tutto questo urlare mi sta rovinando la voce. Non vorrei proprio che le ragazze rimanessero deluse da ciò."

Fa un occhiolino a una ragazza che, suppongo, sia del secondo anno. Tutte le sue amiche emettono dei gridolini emozionati e lei si sventola una mano davanti al volto con teatralità per diminuire il rosso porpora che ora ha preso possesso della sua persona.

Pubertà.

Non capisco, Wallas è un criminale o un sex symbol?

Per evitare l'umiliazione di rimanere appeso davanti a tutti, lo raggiungo io con ampie falcate.

"Impaziente di parlarmi, mh?" mi provoca.

"Smettila."

"Ti sei offeso, Nuvoletta? Mi dispiace terribilmente. Vuoi che ti tenga la manina?" continua comunque, ignorando il mio avvertimento.

Mi sta facendo saltare i nervi.

Non sono noto per i miei scatti di rabbia, non mi arrabbio quasi mai, però lui sta toccando i tasti giusti: l'umiliazione pubblica.

Ha baciato Emilia, Elijah.

Oh, giusto.

Forse è quello che mi da più fastidio.

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