Algofobia: paura di soffrire.
Un tonfo improvviso e ripetuto mi fa sobbalzare, svegliandomi.
Ma che diavolo...
Mi strofino gli occhi assonnati per poi spostarli verso il comodino, dove giace un orologio digitale, e le lettere rosse cinque e diciassette spuntano luminose nel buio più totale della camera.
Dev'essersi svegliato anche Richard, perché emette un grugnito seguito da qualche lamento.
"Elijah vai ad aprire tu, perché se vado io soffoco col cuscino chiunque sia dall'altra parte della porta."Sospiro rassegnato e mi alzo dal letto. Apro la porta con violenza pronto ad inveire contro chiunque sia il responsabile ad avermi svegliato a quest'ora disumana.
E con mia grande sorpresa trovo l'ultima persona che pensavo potesse volermi rivolgere ancora parola.
Dopo Emilia."Elijah, ho bisogno del tuo aiuto."
Rosalind in tutta la sua altezza, quindi veramente poca, si staglia all'entrata della nostra camera. Ha i capelli fuori posto, il volto rosso dalla fatica e il fiatone. Sembra essersi appena svegliata da un incubo. Uno di quelli da cui ti risvegli sudato, accaldato, assetato, con un calzino in meno e non hai idea di che ore siano, di chi tu sia o di dove ti trovi.
"Cosa ci fai qua, Rosalind?" chiedo serrando la mandibola così forte da far digrignare i denti. Sono ancora arrabbiato con lei per quello che ha fatto. Si è scusata, sì. Ma non mi ha mai voluto dare una spiegazione del perché mi avesse rubato l'orologio. Quindi, la faccenda non mi è andata ancora giù. Ma...riconosco che in tutti questi anni, Rosalind, non mi è mai venuta a chiedere aiuto, per cui un po' mi sto preoccupando.
"Devi venire con me."
"Col cazzo."Lei sgrana gli occhi, come se la sua non fosse una domanda, ma un ordine. Probabilmente non si aspettava nemmeno che le avrei risposto in maniera così scorbutica. In mia difesa sono le cinque del mattino e lei non è ancora stata perdonata. È un comportamento infantile? Probabilmente sì. Me ne può fregare qualcosa? Al cento per cento la risposta è no.
"Se non mi segui inizio a giocare con l'interruttore fino alle otto del mattino e non ti lascio dormire."
Un colpo dietro la testa mi prende alla sprovvista. È morbido, ma la velocità con cui è stato lanciato ha reso l'imbatto doloroso. Sposto lo sguardo verso il pavimento dove ormai si trova l'oggetto colpevole.
Un cuscino.
Un cuscino?"Smettila di fare il prezioso e vai con lei."
È Richard a pronunciare quelle parole più simili ad una minaccia che altro. E se so una cosa su Richard è che nessuno deve interrompere il suo sonnellino di bellezza oppure inizierà ad usare tutti i muscoli di cui è dotato per commettere un crimine in stile Osama Bin Laden.Mi decido ad assecondarla e appena chiusa la porta inizio a seguirla in silenzio.
"Dove stiamo andando?"
"Non lo so."Mi blocco in mezzo al nulla e lei ci mette un po' ad accorgersene. Quando lo fa, torna indietro, venendomi incontro e aspetta che dica qualcosa.
"Forse è il momento di spiegarmi cosa sta succedendo, Rosalind."
Lei mi guarda con determinazione prima di iniziare a spiegare il motivo di quest'assalto notturno.
"Dopo cena ho litigato con Emilia." Prende un respiro profondo prima di continuare. "Si è arrabbiata, tanto. Non l'ho mai vista così Elijah. Mi ha spaventato. Ha rotto il mio computer e poi è andata in bagno per cercare qualcosa, ma non l'ha trovata. Quindi, è uscita dalla camera senza dire nulla. L'ho aspettata. Per almeno un'ora buona. Ma credo che dopo la litigata l'adrenalina sia scemata e mi sono addormentata. Solo poco fa mi sono svegliata e ho visto il suo letto vuoto."
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RomanceEmilia Barbera ha vissuto gli ultimi 3 anni in riformatorio, finalmente è libera, ma il rancore che si porta dietro sicuramente è rimasto con lei. Elijah Cloud ha passato tutto questo tempo a pensare a lei, terrorizzato da cosa lei potrebbe fargli e...