Afefobia: la paura di essere toccati o di toccare, ovvero la paura del contatto fisico, che può manifestarsi nell'intimità o intensificarsi con alcune persone in particolare.
"Tu hai fatto cosa?!" urla Richard, prima che possa schiantare la mia mano sulla mia faccia.
Ammetto che non è stata una mossa intelligente confessare a lui quello che è successo la scorsa notte.
Ho deciso di farlo perché ultimamente abbiamo legato molto. Frequentiamo praticamente tutte le classi insieme e lui ha iniziato a sedersi vicino a me con sempre più frequenza negli ultimi giorni.
Non che qualcuno occupasse il posto accanto al mio comunque. Sono tutti troppo spaventati da me per farlo.
È sbagliato sentirsi compiaciuti per questa cosa?
A parte tutto, ho proposto, anzi sarebbe più corretto dire che ho obbligato, Richard a saltare la lezione di calcolo per trascinarlo negli spogliatoi della palestra adiacente.
Tanto a quest'ora non c'è nessuno.
Non potevo più tenermi dentro tutto quello che era successo alla festa. Dovevo parlarne con qualcuno.
Ma non ho nessuno.
Questa è colpa mia, ne sono a conoscenza. Sono io quella che allontana tutti, ma da quando sono arrivata qui qualcosa è cambiato. È come se mi sentissi più umana, come se provassi realmente qualcosa, invece della solita apatia.
Inoltre, ho iniziato ad assumere una dose più adatta di medicinali ultimamente.
Quello pure potrebbe aver aiutato.
"Fammi capire bene. Tu hai messo in piedi un teatrino per settimane insieme a Reyes solo per poi pentirtene all'ultimo e baciare Elijah?" la sua voce è salita di un'ottava, mi fanno male le orecchie.
Annuisco, mentre poso il peso da un piede all'altro perché incapace di stare ferma.
"Ma perché? Perché gliel'hai lasciato fare? Tu lo odi, o sbaglio?"
Quante domande, cazzo.
Mi guardo intorno, facendo scattare gli occhi da una parte all'altra, incerta su come rispondere.
Ormai non so neppure io cosa sento nei confronti di Elijah. Non riesco a capire se si tratta di nostalgia per quello che c'è stato e per quello che ci poteva essere, oppure se essenzialmente aver appunto diminuito la dose di psicofarmaci mi abbia creato sbalzi d'umore così forti da non riuscire più a pensare lucidamente.
È come se dentro di me non avessi le motivazioni per le cose che faccio.
Agisco e basta.
"Non lo so." Ammetto in un sussurro veloce.
Richard sgrana gli occhi, ma subito dopo gli spunta un sorriso che va da orecchio a orecchio.
Socchiudo gli occhi, confusa dal suo cambio repentino di umore, "Che c'è? Perché stai sorridendo come un'idiota?"
Scuote la testa, cercando di scacciare la felicità dal suo volto, mal riuscendo se mi posso permettere.
"Non capiresti."
"Mettimi alla prova."
"Non posso dirtelo."Lo guardo intensamente, cercando di intimorirlo e farlo cedere, ma la situazione è un po' ridicola vista da fuori.
Alla fine lui rimane l'armadio di due metri che potrebbe stendere un'intera squadra di calcio ed io resto una ragazza minuta di un metro e sessanta che potrebbe essere schiacciata come una mosca da lui se solo volesse.
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RomanceEmilia Barbera ha vissuto gli ultimi 3 anni in riformatorio, finalmente è libera, ma il rancore che si porta dietro sicuramente è rimasto con lei. Elijah Cloud ha passato tutto questo tempo a pensare a lei, terrorizzato da cosa lei potrebbe fargli e...