Capitolo 3 - L'amore e l'amicizia sono fondamentali per la vita dell'essere umano.
La sveglia suona alle 07.00 come tutte le mattine, ed io la rimando fino alle 07.30.
Infine mi alzo e vado a fare una doccia.
Oggi è sabato.
Ed un solo pensiero mi invade il cervello da tutta la notte, Tommaso.
Tengo a lui e non voglio deluderlo. Forse ha ragione, forse dovrei tornare a scuola. In fondo è solo un anno.
Io vorrei solo tornare indietro nel tempo e rivivere i miei 15 anni.
Prima che mio padre morisse, prima di perdere ogni contatto con i miei amici e con la mia vita sociale, prima di Marco, prima di tutto.
Vorrei tornare indietro e cancellare tutti gli errori abissali che ho fatto, tutte le delusioni e i dolori che ho inflitto a chi volevo bene.
Sono un casino.Passo la mattinata a pulire casa ed evitare mia madre; alle 13.00 esco per andare al bar.
"Buongiorno Eva, che ci fai qui?" chiede sorpreso Sergio.
"Ho il turno delle 14." rispondo un po' perplessa mentre metto il grembiule.
"Ma Tommaso mi ha detto che avevi una cosa di scuola oggi, infatti ho già chiamato Gaia per sostituirti, sta arrivando." borbotta mentre va a prendere la focaccia appena sfornata.
"Ma io.."
"Mi fa piacere, sai? Fai bene a tornare a scuola." dice sbucando fuori dalla cucina con in mano la focaccia fumante.
"Poi se avrai bisogno di giorni liberi per studiare, basta che chiedi. O potresti venire solo nel weekend." mi sorride.
"In realtà non so se andare.."
"Ma sì, sì che devi andare. Tu sei brava e intelligente. Prenderai un bel 60!" dice speranzoso.
Sorrido. Non voglio dirgli che ora 60 è il minimo, apprezzo la fiducia. Non tornerò a studiare, ma giacché ho il pomeriggio libero potrei andare a dare un'occhiata.
Aspetto che arrivi Gaia e verso le 14,30 mi incammino verso la scuola.Fumo almeno tre sigarette strada facendo. Sento uno strano formicolio percorrere il mio corpo, dai piedi su, verso le gambe, le braccia.
Una morsa mi stringe lo stomaco quando arrivo davanti a quella scuola.
La osservo e rivedo i miei primi giorni qui.
Il primo giorno di scuola ero emozionata e impaurita. Ho conosciuto le mie amiche e in pochi mesi ero contentissima. Mi sentivo grande e iniziavo a provare tutte quelle emozioni strane. Le prime cotte, le prime ore perse a truccarmi sperando che il ragazzo di quinta mi notasse. Era tutto così nuovo ed amplificato, ma così semplice. Il mio più grande problema era studiare per l'interrogazione di arte o di storia e trovare il fondotinta della giusta tonalità.
Ed ora che sono qui mi sento quasi come quel primo giorno. Guardo quel cancello enorme che per anni è stato casa, e poi Inferno.
Un cartellone attira la mia attenzione.Open day
05-06-07/10/2023
dalle 15:00 alle 18:00Decido di entrare senza pensarci troppo. In fondo è la mia scuola e quelle lì dentro sono le mie opere. I miei dipinti, le mie sculture. Magari rivederle mi darà la forza per tornare e seguire il mio sogno. Io voglio tornare a studiare, ma non voglio vedere le persone qui dentro. Ma non riuscirei ad immaginarmi in nessun'altra scuola. Questa è casa mia, e poi, l'ho promesso a mio padre. Sarei uscita da lì diplomata, proprio come lui. Le mie opere sarebbero rimaste esposte con orgoglio qui dentro, proprio come le sue.
Con passo deciso varco la porta d'ingresso ed immediatamente le mie narici si aprono per accogliere l'odore che le pervade.
Vernice, pennelli nuovi, argilla, bombolette spray.. non è cambiato proprio niente. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal profumo di casa. Sorrido, involontariamente sorrido."Eva."
Apro gli occhi.
Tommaso è a pochi passi da me con altri professori; appena mi vede il suo viso si illumina e si affretta a presentarmi a tutti.
"Lei è una delle nostre migliori studentesse, è una disegnatrice, pittrice e fotografa stupenda." mi loda ed io arrossisco.
"In che classe va? Non mi sembra di averla vista." chiede una donna squadrandomi da capo a piedi.
"Beh.. no, lei ci ha lasciati per un po' ma tornerà.. non è vero?" mi guarda con occhi speranzosi e quelle parole suonano quasi come una supplica.
"Non ne sono ancora sicura.." sorrido dondolandomi sui talloni e intrecciando le dita delle mani. Non voglio dirgli che non ne ho intenzione davanti a tutti dopo che mi ha lodata così.
"Questa risposta ci dà speranza." sento alle mie spalle.
Il preside mi sorride e mi dà una pacca sulla spalla.
"Non vediamo l'ora di tornare a vantarci di avere l'allieva migliore della città.."
Sorrido. Va bene, ora stanno esagerando. Sono brava ma tutte queste lodi sono un po' eccessive.
Tommaso nota il mio disagio e mi prende per le spalle.
"Bene, scusateci ma Eva deve mostrare i laboratori ai visitatori. A più tardi." dice liquidando i professori che ormai mi fissano pendendo dalle labbra del preside e mi porta via da lì.
Entriamo in aula insegnanti.
"Allora? Come va? Emozioni? Sensazioni? Racconta." dice veloce, sedendosi su un tavolo, mentre gira lo zucchero nel suo caffè.
"Beh.. è strano.. ma bello. Sentire questi odori e vedere che non è cambiato niente."
"È ancora casa tua." sorride.
"E noi siamo ancora la tua famiglia. Ti vogliamo bene Eva e vogliamo solo il meglio per te. Torna. Ti prometto che starai bene e per qualunque cosa ti basterà bussare alla mia porta e sarò lì per te." mi accarezza una mano.
Sorrido.
"Hai addirittura un ufficio tuo ora?" lo prendo in giro.
"Ma è ovvio. Te lo mostrerò. Ma adesso, vai nei laboratori e accogli i marmocchi che arriveranno." ride scompigliandomi i capelli.
"Sì prof." sorrido e prima di uscire lo guardo; le mie parole hanno smosso qualcosa in lui. Continua a sorridere e scuotere la testa.
Faccio per uscire, ma poi mi torna in mente qualcosa.
Mi volto.
"Perchè non me l'hai detto?"
"Detto cosa?" chiede inarcando un sopracciglio.
"Che le quarte e le quinte sono in gita e quindi lui non c'è oggi." incrocio le braccia.
Lui sospira. Guarda il suo caffè e poi lo appoggia sul tavolo sul quale è seduto.
Si avvicina a me e sorride. Un sorriso delicato, sincero.
"Eva.. sai quanto ti voglio bene. Tu sai quanto io creda in te e sai quanto vorrei che tu tornassi."
"Ma?"
"Ma voglio che tu lo faccia consapevole del fatto che lui ci sarà. Eva ci saranno entrambi e dovrai convivere con loro. Ho pensato che sarebbe stato meglio venire preparata alla sua presenza e poi non vederlo invece che venire perché sai che non c'è e poi dover ritrovare lo stesso problema se decidi di tornare. Sapevo che se fossi venuta sapendo che c'era allora eri pronta a tornare senza tanti pensieri.."
Già.
Senza tanti pensieri...
Peccato che io sapevo che non ci sarebbero stati e sono venuta per quello. Non ho affatto superato il problema di vederli un domani se decidessi di tornare. Sono venuta solo perché ero sicura che non l'avrei rivisti. Ma forse questo è meglio non dirglielo. Non voglio deluderlo, non di nuovo.Mi limito a sorridere.
Esco da lì, faccio un bel respiro e decido di non pensare adesso a questo problema. Un passo alla volta. Per ora sono qui; è già qualcosa.
STAI LEGGENDO
Bianco e Nero☯️
RomanceEva è una ragazza con una vita complicata, una famiglia distrutta e un amore impossibile, finito forse prima di iniziare. Ha provato a cambiare vita, ma pare l'abbia solo peggiorata. Forse tornare sui propri passi sarà la risposta, la soluzione? Que...