Usciti dal capannone continua a camminare e dopo qualche metro arriviamo al limitare degli alberi. Stiamo per entrare nel bosco quando mi fermo.
"Sei sicuro che sia qui?"
"Mi pare di sì. Dai vieni." sorride porgendomi la mano.
Sento dei rumori dietro di noi.
Mi avvicino a lui e mi stringo al suo braccio.
Cosa stai facendo? Mamma e papà ti ucciderebbero se lo sapessero.
"Non mi pare ci sia nessuno. Dai, torniamo indietro." dico con un filo di voce.
Si gira verso di me.
Mi fissa.
Mi rendo conto ora che le sue pupille sono dilatate ed ha un colorito strano. È ubriaco e probabilmente ha fumato o fatto altro.
Mi fa quasi paura.
La sua voce è bassa e nasale.
"Vabbè. Se non c'è lei... ci siamo noi." sorride.
Prima che io possa capire cosa intende, mi prende i fianchi e mi avvicina a lui.
Prova a baciarmi ma mi scanso.
"Ma smettila. Dai andiamo."
Ma che cazzo sta facendo?
Cerco di tenere la calma perché capisco la situazione e probabilmente non sa cosa sta facendo. Domani rideremo di questa situazione.
Mi giro e faccio per andarmene quando mi afferra un polso e mi tira indietro.
"E dai, non vuoi divertirti un po'?"
"Non con te." lo spingo di nuovo innervosita.
"E dai..." sorride avvicinandomi la mano alla bocca.
Cosa, che diavolo è questa?
Una pasticca? Ma davvero?
"Tu credi io sia così stupida?" sbuffo dando uno schiaffo alla sua mano per allontanarla.
La pasticca cade.
"Ma sei scema! Ma sai quanto costa!?" urla alterato.
Sbuffo e mi giro per andarmene.
Che coglione. Ma davvero? Cioè davvero è così stupido? Una pasticca?
"Dove pensi di andare!"
In un attimo la mia schiena è attaccata ad un albero con la sua faccia a un centimetro dalla mia.
Questo gesto improvvisamente violento mi fa sobbalzare.
Le luci lontane illuminano ad intermittenza il suo volto.
I suoi occhi sono rossi e gonfi, la sua fronte sudata e il suo fiato pesante.
Schiude di poco le labbra e si avvicina.
"Ora me la paghi..." sussurra al mio orecchio.
Un brivido mi percorre la schiena prima che lui, facendo un piccolo passo in avanti, faccia aderire la mia pancia alla sua. Annienta ogni distanza e questo mi fa ribrezzo.
Ma cosa sta facendo.
"Luca, smettila...." dico con voce tremante cercando di staccarlo.
Non si sposta di un centimetro, anzi.
Si avvicina sempre di più finchè non sento il suo respiro pesante sfiorarmi una guancia, poi il collo.
Dopo un attimo le sue labbra umide iniziano a baciare la pelle nuda del mio collo e le sue mani iniziano a muoversi con foga sul mio corpo.
Puzza di alcol ed erba e la cosa rende il tutto solo più riprovevole.
In quel momento mi rendo conto di non star reagendo.
Forza, Eva. Non paralizzarti, fa qualcosa.
"Ho detto levati!" urlo.
Provo a spingerlo ma mi blocca i polsi e ignora le mie urla. Mi bacia ancora e sento la sua lingua battere con prepotenza tra le mie labbra.
Giro la testa di lato, cercando di far smettere questa cosa disgustosa e spingo in avanti le braccia con tutta la mia forza.
"Ei, è inutile che ti dimeni, tanto so che vuoi..." sussurra.
La sua voce mi fa venire la pelle d'oca, mi rendo conto che non è lui, non è qui.
Il suo cervello è completamente spento, è così freddo, apatico.
Non lo conosco poi da tanto, ma giurerei che questo non è il Luca che conoscono i suoi amici.
So che non farebbe cose del genere se fosse lucido, ma tutto ciò che ha preso gli ha bruciato ogni parte razionale del cervello e questo mi fa ancora più paura.
E se non riesco a fermarlo? Dove arriverà?
"Luca smettila, levati!" urlo cercando di spingerlo ancora.
Il panico si fa spazio in me.
Sento il cuore a 1000 e il mio stomaco non fa altro che stringersi per poi riaprirsi e infine stringersi più forte.
Sento le sue mani vagare sul mio corpo e la sua lingua a contatto con il mio collo, poi le spalle. Lo spingo con sempre meno risultati.
Spinge un ginocchio tra le mie gambe, immobilizzandomi.
Con la mano destra mi blocca i polsi sulla testa, contro l'albero.
In una sola mossa, con la sinistra, mi strappa metà top lasciandomi con mezzo reggiseno scoperto.
Inizia a baciare con foga la pelle ormai nuda del mio petto, mentre io continuo a dimenarmi inutilmente. Le scapole, il seno.
Un altro conato corre dall'intestino, allo stomaco. Una miriade di emozioni negative si fanno spazio nelle mie viscere. Sento come se potessi contorcermi dal disgusto.
"Basta, smettila. Luca, smettila!" continuo ad urlare mentre scalcio e cerco di liberarmi i polsi, sperando che le mie parole trapassino le varie sostanze che avrà in circolo.
All'improvviso finisce tutto.
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Bianco e Nero☯️
RomanceEva è una ragazza con una vita complicata, una famiglia distrutta e un amore impossibile, finito forse prima di iniziare. Ha provato a cambiare vita, ma pare l'abbia solo peggiorata. Forse tornare sui propri passi sarà la risposta, la soluzione? Que...