Capitolo 7

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Capitolo 7 - Un nuovo amico
Giacomo's POV

"Giacomo, ma sei sordo? Forza, alzati e spegni quella cazzo di sveglia."
"Adele! Le parole!"

Sento quella piccola peste blaterare e mia madre rimproverarla.
La sveglia suona ancora.
Mi giro e prendo il telefono.
Do un'occhiata all'orario.
7:35.
Sbadiglio.
7:35!?
Cazzo.
Mi alzo velocemente dal letto.
Inciampo nel lenzuolo e cado.
Porca troia.
Il buongiorno si vede proprio dal mattino.
Ahh, dannazone.
Corro in bagno.
Chiuso.
"Adele, datti una mossa!" urlo con veramente poca pazienza.
"Tu alzati prima."
"Adele, muoviti!"
"Ei, ma che avete stamattina?" mia madre mi accarezza una spalla.
"Vieni a prendere il caffè."
Sbuffo e vado in cucina.

Dopo aver mandato giù quell'orribile brodaglia che mia madre si ostina a chiamare caffè, aver litigato ancora con la mia adorata sorellina per avere 2 minuti il bagno per me, essermi rovesciato la scodella contenente l'acqua del cane sulle scarpe e sui pantaloni ed essermi dovuto cambiare sono finalmente le 07:45 ed io sono ufficialmente in ritardo.

Mia madre si offre di accompagnarmi, ma con il traffico di Firenze, arrivo comunque alle 08:15.
Sto correndo in classe quando una voce mi ferma.
"Non hai un orologio, ragazzino?"
Ci mancava questa.
Mi volto ed il professore di arte mi fulmina.
"S-si... mi scusi, ho perso il pullman..." provo a giustificarmi.
"La prossima volta entri alla seconda, chiaro?"
Annuisco.
Mi incammino verso la classe. Dio, quanto lo odio.
"Fanculo." borbotto.
"Ruggieri, eh?"
Mi volto.
"Non c'è essere umano di sesso maschile che non lo odi..." mi sorride il ragazzo leccando la cartina che ha tra le mani.
"Già, immagino che le ragazze invece sbavino tutte." scrollo le spalle.
"Già..."
Mette la sigaretta sull'orecchio.
"Io sono Marco." mi porge una mano.
"Giacomo."
"Sei nuovo?"
"Sì, sono qui da qualche giorno."
"Sei in quarta?"
"No, sono in 5^C."
"Davvero? Allora per questa settimana saremo in classe insieme. Tutte le quinte sono in gita così uniscono in un'unica classe chi non è andato..."
"Fantastico." sorrido.
Finalmente un ragazzo che non sembra avere un manico di scopa su per il culo.
"Sì, finalmente una faccia nuova." mi sorride dandomi una pacca sulla spalla.

Entriamo in classe e la professoressa di matematica ci rimprovera per il ritardo e ci mette un rapporto. Dopo le non buone parole dette da Marco, prendiamo posto.
Diciamo che di posto ce n'è abbastanza perché siamo solo in 5.

Alla seconda ora c'è italiano.
Il professore entra e sembra abbastanza agitato. Fa l'appello velocemente e poi esce per parlare al telefono.
"Fa sempre così?" chiedo a Marco.
"No, solitamente è tutto preciso."
"Avrà trovato la moglie con un altro." ride il ragazzo biondo vicino a Marco.
"Lui è Andy." lo indica Marco.
"Giacomo." gli porgo la mano e lui me la stringe.
"Volete stare zitti?" una ragazza mora ci interrompe.
L'ho già vista. E' quella che sabato stava sempre con Eva.
"Sempre simpatica." sibila Andy.
"E tu sempre un coglione." sputa acida la bionda.
"Il coglione non ti dispiaceva un po' di tempo fa." ghigna Andy.
"Fra smettila, dai." lo spinge Marco.
"Evidentemente avevo dei problemi." sorride finta.
"I problemi ce li hai ora per stare con quel manichino."
"Andy dì un'altra parola e giuro che..."
"Shh." fa stizzita la mora da dietro la porta.
"La vuoi finire?" sussurra Marco.
"Ma perchè cazzo le difendi sempre, Eva non c'è più tanto."
"Eva? Quella che c'era all'open day sabato?" chiedo guardando la bionda.
Quella Eva?
Marco mi fulmina con lo sguardo.
E ora cosa ho detto di male?
"Perché sa che sei un coglione."
"Basta." Marco guarda la bionda.
"Dì al mastino di stare a cuccia allora."
Andy diventa rosso in volto e si sta per alzare quando la porta si spalanca.
"Ragazzi... io... scusate, devo andare." bofonchia il professore mentre rimette libri e laptop nella borsa.
"Cosa succede?" la mora si precipita alla cattedra.
Il professore borbotta qualcosa. In un attimo il panico.
Tutti sono in piedi, tranne Andy.
La ragazza mora sta mettendo le sue cose nello zaino.
"Prendo la mia roba, Alessia va a firmare il permesso per entrambe."
"Perché devo venire anch'io?"
"Certo che devi."
"Perché?"
"Perché? Alessia ma sei stupida? Ti ha dato di volta il cervello? Perché... e se le prende un altro attacco, e se stavolta non riconosce neanche lui perché, non lo so, forse è passato troppo tempo... o mio Dio..." inizia a respirare a fatica.
"Greta, calmati. Andrà tutto bene, stai calma." il professore le accarezza una spalla.
"Vengo anch'io." dice Marco.
"Non mi pare il caso." sorride finta la ragazza bionda.
Marco le si piazza davanti bloccandole la strada.
"Non ti sto chiedendo il permesso."
"Ragazzi non litigate... non potete venire tutti. Rimanete qui... vi chiamo io. Eva sta sicuramente bene, sua madre si riprenderà presto."
"Io esco." afferma Marco.
"Anch'io." la mora è già alla porta.
Il professore si passa una mano sulla faccia sospirando.
"Al diavolo, avete 20 anni ed io non sono un babysitter." fa per uscire.
Torna indietro.
"Voi non fate cazzate." indica me e Andy.
Poi vanno via tutti e quattro.
Cosa sta succedendo?
Mi volto verso Andy e noto ben volentieri che anche lui è perplesso tanto quanto me.
Rimane a fissare la porta qualche secondo, poi guarda me.
"Io vado a farmi una canna, vieni?" si alza ed esce.
Questa scuola è da pazzi.
Lo seguo.

Ci incamminiamo verso le scale antincendio.
"E' normale come cosa?" chiedo indicando alle mie spalle.
"Sì, qui quando si parla di Eva non si capisce più niente."
"Addirittura." rido.
Lui mi guarda, non ride.
"Sì. Eva di qua, Eva di la. Ti conviene abituarti perché se torna ne vedrai delle belle."
Ma che significa?
"Credo che a vederne delle belle sarò io, oggi. Non ti è bastato entrare alle 8 e mezza, ragazzino?"
Dio, no.
"Dal preside, entrambi."
"E dai Gabriel, non c'è nessuno." si lamenta il biondo.
"Andy, dal preside." lo fulmina.
"Ti prego, sono andati tutti via. La butto, ok?"
"Dove è il professore?" sputa acido sorseggiando il caffè che ha tra le mani.
"Da Eva." dice Andy.
Per poco il professor Ruggieri non si strozza. Sputa caffè ovunque.
"Scusami?"
"Sì, sono andati tutti via. E' all'ospedale."
"Eva è all'ospedale?" sgrana gli occhi.
"Sì, sua madre ha avuto un incidente, credo..."
"In classe, all'istante." ci indica e poi sparisce nel corridoio.
"Visto? Eva, parola magica." ride Andy con fare quasi disgustato.
Torniamo in classe e dopo poco arriva la professoressa di inglese che inizia a parlare a raffica. Dannazione, questa donna dovrebbe lavorare in radio.

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