Capitolo 3, pt.3

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"Smetti di fissarmi." sentenzia dopo qualche secondo di silenzio.
"Non ti sto fissando."
"Invece sì, mi guardi. Aspetti che io dica qualcosa. E sentiamo, cosa dovrei dirti?"
"Io non voglio che tu dica niente."
"E cosa vuoi, allora?"
"Vorrei tornare indietro nel tempo e.."
"Non puoi." mi interrompe.
"Questo lo so, ma se potessi.."
"N-o-n p-u-o-i." dice ancora, con tono più deciso e scandendo bene tutte le lettere, stavolta.
Sospiro.
"Alessia, io lo so che sei stata male, so che sono sparita e so che.."
"Oh, tu lo sai. E cosa sai, sentiamo. Cos'è che sapresti? Non ti sei mai degnata di chiamare, o quantomeno di rispondere alle nostre chiamate. Non ti sei degnata di dirci se eri viva o morta per più di un anno. Abbiamo assillato Tommaso giorno e notte per farci dire il tuo nuovo indirizzo e per farci dare il tuo nuovo numero di telefono, quando hai avuto la brillante idea di cambiare entrambi, e lui non ce l'ha mai dati. Diceva che dovevi essere pronta tu. Ed eccoci qua. Sei pronta, no? Peccato che a me ora non interessa più sapere come stai." dice tutto d'un fiato per poi voltarsi verso la porta.

Rimaniamo ancora in silenzio. Giro per il magazzino e ci sono un sacco di pennelli, tubetti, stoffe, tele..
In un angolo noto qualcosa di familiare. Mi avvicino, tolgo il pezzo di stoffa che lo copre e soffio via la polvere. Osservo la scultura che ho davanti. Dopo poco scoppio a ridere. La prendo e torno da Alessia. Mi guarda con la coda dell'occhio.
"Cos'hai da ridere?"
Mi siedo con la scultura tra le mani. Gliela mostro.
"E' ancora più brutta di quanto la ricordassi." rido.
Non mi guarda neanche.
"Questi colori.." la stuzzico.
"Sei stata tu a sceglierli." puntualizza.
"Ma se eri elettrizzata all'idea di usarne così tanti."
Finalmente mi guarda.
"Vorrai scherzare!" urla.
"Sembra ci abbia vomitato sopra un unicorno, di certo non sono stata io a conciare così quel cane." gesticola indicando la statua tra le mie mani.
Io sorrido e mi rigiro quell'ammasso di argilla tra le mani.
"Oh è questo che era? Un cane?"
Le scappa una risata, ma si copre subito la bocca con le mani fingendo di tossire.
"Greta se non mi fai uscire giuro che ti uccido." urla tornando in piedi davanti alla porta.
Si sente il click della serratura.
"Tutto bene?"
Giacomo. Ancora? Ma questo ragazzo è onnipresente.
"Oh, la prossima volta che vi chiudete qui dentro, chiamatemi." sorride con la solita faccia da ebete.
"Togliti di mezzo." lo spinge Alessia.
Guardo ancora la statuetta che ho tra le mani. La capovolgo.

Eva e Ale <3 Sì, è un cane :)

Altri ricordi mi invadono la mente. Ricordo perfettamente il giorno in cui abbiamo fatto questa "scultura". Ricordo le risate e le litigate mentre lo facevamo. Ricordo quanto ci prese in giro Greta vedendola.
Era circa aprile, io e Alessia eravamo decise ad alzare la nostra media scolastica e decidemmo di partecipare al corso extrascolastico in seconda superiore. Era un corso di scultura per aiutare i ragazzi a scegliere poi il loro percorso alla fine del biennio.
Greta aveva la febbre e così io ed Alessia andammo al corso e le mandammo le foto della nostra creazione. Ci mettemmo un po' per farle capire che era un cane seduto e continuammo a litigare sulla scelta dei colori per giorni.

"Alessia." urlo rincorrendola.
Non vedo il suo viso ma la sento sbuffare e so che ha ruotato gli occhi. Si gira.
"Cosa vuoi ancora?"
"Mi dispiace, davvero. Scusami." dico guardandola dritta negli occhi.
Vedo i suoi occhi diventare lucidi.
"E' tardi, non ti pare?"
"No. Non è tardi."
Noto di essere di nuovo accanto a quella foto.
"So che non si può tornare indietro, ma io vorrei solo potermi risentire così." indico la foto.
"Lì c'è scritto 03/12/2020, Eva." sussurra con un sorriso amaro sulle labbra.
"Lo so. Ma è possibile tornare a sorridere nel 2023.."
Non so se è un'affermazione o una domanda.. o una supplica.
Fatto sta che Alessia si asciuga una lacrima che intanto le è scesa sulla guancia.
"Allora ragazzi, venite. Vi mostro i laboratori." Greta ci distrae portandosi dietro una decina di ragazzini che la seguono con la bocca e gli occhi aperti mentre si guardano intorno.
Si ferma al nostro fianco.
"Loro sono.."
Non finisce la frase. Alessia va via mentre si soffia il naso.
"Okei.. lei è Eva." continua Greta sorridendo.
Io sorrido e seguo Greta aiutandola con i ragazzini.

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