Capitolo 5, parte 1

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Capitolo 5 -
All'inizio di tutto.

(trigger warning: tentato st*pro,
vi*lenza fisica, uso di s*stanze)

Dopo essere tornata a casa ho fatto una doccia bollente.
Ho preparato la cena e, non so come, ho convinto mia madre a buttare giù una piadina insieme alle solite birre. La cosa deve aver sconvolto entrambe perchè lei ne ha bevute solo 3 stasera prima di collassare sul divano, ed io sono in camera mia a fissare il soffitto da ben 6 ore.
Quanto vorrei doverla alla piadina questa notte insonne...
Mi trascino giù dal letto e dopo essermi avvolta un plaid sulle spalle, vado in balcone ed accendo una sigaretta.
Guardo l'orologio in cucina.
Le 04:17.

So a cosa stai pensando. Gabriel.
Sì, lo so. Non fa più parte della mia vita, non devo pensarci, è stato uno stronzo, è tutta colpa sua se la mia vita è andata a puttane...
Eppure.
Io non riesco ad odiarlo.
I suoi occhi riescono ancora a penetrare dentro di me con tale facilità, la sua voce riesce a farmi dimenticare tutto. Quella stessa voce che ha detto cose orribili e sputato sentenze rivoltanti nei miei confronti, io non riesco a non sentirla come calda e...
...e manipolatrice. Tutto qua. Bravo a parlare.

Forse è giunto il momento di tornare all'inizio della storia.
No, non al prologo. Ancora più indietro.
All'inizio della mia adolescenza, all'inizio della mia vera vita.
All'inizio di tutto.

Settembre 2018

Avevo 14 anni e iniziai il primo anno di liceo.
Non conoscevo nessuno nella mia classe a parte Alessia, ma questo non fermò il mio carattere esuberante ed estroverso.
Nel giro di poche settimane facemmo amicizia con Greta e con altri della classe.
Instaurammo un buon rapporto con i professori, specialmente con Tommaso.

Questo è forse l'anno che ricordo con più felicità nella mia vita.
La mia famiglia era ancora intera, i miei amici erano al mio fianco...

Settembre 2019

Durante l'estate i miei capelli si accorciarono in preda ad un impeto improvviso; deduco gli ormoni. A quell'età è difficile stargli dietro.
L'anno scolastico iniziò benissimo.
Io ed Alessia eravamo reduci da un'estate meravigliosa. Eravamo state in vacanza con la cugina di Alessia, Ludovica.
Ci eravamo divertite come pazze ed avevamo iniziato ad uscire con le nostre prime cotte. Niente di serio, niente di duraturo, ma per noi era stato come avvicinarci ancora di più e stringere un legame ancora più forte.
Al nostro rientro Greta ci aspettava più felice che mai; aveva finalmente ottenuto il permesso dai suoi genitori per gareggiare con Frida, la sua cavalla. Era entusiasta e mentre noi le raccontavamo dei ragazzi del mare, lei non faceva altro che parlare di corse, ostacoli, tempi da record...
Fu durante l'inizio di quell'anno scolastico che Alessia fece amicizia con dei ragazzi nuovi, arrivati da un altro istituto. E fu grazie a quelle meravigliose amicizie che decise di festeggiare il suo compleanno in modo un po' più particolare del solito quell'anno...

La notte tra il 17 e il 18 Novembre 2019

Dai stai tranquilla.
Ti faccio divertire.
Ci penso io.
Sarà un compleanno da paura.
E poi? Dove mi ritrovo? Ad un rave in mezzo a centinaia di sconosciuti con puzza di sigarette, alcool ed erba ovunque.
Continuo a camminare cercando di evitare più persone possibili.
"Hey! Ma guarda dove vai!" urlo.
Alzo gli occhi e un ragazzo biondo, alto almeno 1,90 m è davanti a me con lo sguardo alquanto assente e con in mano un bicchiere rivolto verso la mia maglietta.
"Scusami, non ti avevo vista!" biascica, tentando di accennare un sorriso.
Un odore rivoltante di birra misto a sudore mi corre lungo le narici.
Mi viene un conato di vomito.
"Ah, al diavolo!" sbuffo.
Lo spingo e vado oltre.
Finalmente arrivo in un posto più isolato.
Respiro aria pulita.
Sì, insomma, almeno respiro.

"Ei, ei." sento alle mie spalle mentre una mano mi tocca la spalla.
"Che c'è?" urlo isterica girandomi.
"Senti volevo chiederti scusa, il mio amico è un po' ubriaco... non voleva rovesciarti quella birra addosso." sorride mortificato il ragazzo, grattandosi il collo.
"Se è ubriaco perché non lo porti a casa?" ringhio infastidita.
"Siamo ad un rave in mezzo ad un bosco..." ride allargando le braccia ed indicando il bosco appena al di fuori dell'enorme capannone sotto al quale almeno 2000 persone stanno ballando.
"Sì, lo vedo..." sbuffo cercando di pulirmi la birra di dosso, con un fazzoletto.
"Non ti vedo troppo a tuo agio." sorride.
"Ma no... perché? Sono in mezzo ad un bosco, di notte, al buio, a due ore da casa mia, non so dove sono quelli con cui sono venuta e per di più non so come tornarmene a casa perché se li trovassi sarebbero sicuramente fatti!!" urlo tutto d'un fiato mentre continuo a strofinare il fazzoletto sulla maglietta, che si è ormai disintegrato.
"Ah, ed ho i vestiti che puzzano di birra!" concludo sventolandogli il fazzoletto davanti la faccia.
"Wow." Sorride il ragazzo evidentemente imbarazzato. Allarga le braccia in segno di resa e fa un passo indietro.
Faccio un sospiro.
"Senti scusa... di solito non sono così. Ma non so davvero che diavolo ci faccio qui." sussurro continuando a tamponare, ormai più con le dita che con la carta.
Lui lascia trascorrere qualche secondo, poi prende un pacchetto di fazzoletti dalla tasca e me ne porge uno.
"Senti, se vuoi... ti aiuto a trovare il tuo ragazzo..."
"Chi ha detto che sono venuta con il mio ragazzo?" scuoto la testa, ricominciando a tamponare la maglietta.
È possibile che devi avere per forza un ragazzo? Una ragazza non può andare a ballare con amici e basta? Cos'è, devo avere la guardia del corpo?
"Beh pensavo..."
"Faccio da sola, grazie mille." vado via prima che possa dire altro.

Assurdo. Non posso credere che abbia pensato subito che io avessi un ragazzo.
Certo, una ragazza in gonna e top ad una festa è ovvio abbia il suo ragazzo dietro a controllarla.
Ah, che odio questa mentalità.
E poi che razza di fidanzato mi lascerebbe da sola qui in mezzo, sarebbe meglio perderlo che trovarlo uno del genere.
Ma Dio mio, Eva. Non avrai mai un ragazzo che viene a certe feste. E' già tanto che tu abbia un'amica pazza come Alessia.
Ah, per la cronaca. Il prossimo anno torniamo al solito pigiama party.

Rientro in quel caos assurdo cercando Alessia, ma niente.
Giro ovunque, non c'è.
Provo ad andare più vicino alle casse, niente.
Al chiosco dove c'è da bere, niente.
Il panico inizia a farsi spazio in me.
E se si fossero dimenticati di me e fossero andati via?
E se si fossero persi nel bosco?
Provo a chiamare Alessia, niente.
Il cuore inizia ad accelerare, così torno tra la folla cercando di riconoscere almeno una persona.
Dopo altri due giri di tendone noto un ragazzo alto e moro. Si gira e vedo sulle sue spalle quella stupida scimmia di peluches illuminarsi nella folla.
Mirko.
Spingo più che posso le persone intorno a me per arrivare velocemente da lui.
"Mirko, dov'è Alessia?" urlo.
Lui fa un broncio scuotendo la testa e mi fa capire di non aver sentito praticamente niente.
Mi spingo più in alto che posso.
"Dove è Alessia??" urlo con tutta la voce che ho ad un centimetro dal suo orecchio.
Lui beve un altro sorso della birra che ha in mano, poi mi guarda e scuote le spalle.
Niente.
È inutile.
Ma perché mi infilo sempre in questi casini.
Mi sento afferrare la vita.
"Ei, cerchi Ale?"
Mi giro ed è Luca, un ragazzo del gruppo di Teresa, i nuovi amici di Alessia.
Annuisco.
"Vieni con me."
Mi afferra una mano ed inizia a camminare trascinandomi fuori da quel caos.
Mio Dio, grazie.

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Ciaoo, come state?🖤
Mi auguro che vi stia piacendo la storia e che non vi dispiaccia troppo qualche flashback.
Che ne pensate di Eva? E Marco? Come sarà finita tra loro?
Fatemi sapere la vostra nei commenti o in dm (e lasciatemi qualche stellina se vi va)!❤️‍🔥

Scusate se spesso divido i capitoli ma mi rendo conto dopo di aver scritto un bel po' e non voglio rischiare di annoiare con capitoli troppo lunghi, un abbraccio.🦋

- Freida🫀

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