CAPITOLO 41
Un ex soldato e una ladra
Nicholas aggrotta la fronte ma alla fine apre bocca.
«Sono...» ci pensa su. «Un maniaco del controllo?» fa incerto. Ci penso su e annuisco con una piccola risata. Merda, sembro una pazza.
«Sì, lo sei. Basta guardare il tuo armadio o il cassetto delle posate oppure i flaconi dei detersivi che metti in quello strano ordine alfabetico e... il tuo tic nervoso..» corruccio le sopracciglia sovrappensiero «che hai alla mano e che ti fa sembrare un matto» spiego girando l'indice accanto alla tempia.«Non ho nessun tic alla mano» ribatte contrariato.
«Oh... sì, invece. Fai tipo così» gesticolo schioccando medio e anulare con il pollice. «Lo fai spesso quando passi davanti a uno scaffale del supermercato e sai bene che non puoi girare ogni singolo barattolo con l'etichetta verso di te perché ci sono le telecamere... quindi ti sforzi a trattenerti. Oppure lo fai quando sei bloccato nel traffico, netti la mano destra sul cambio manuale e fai così» premo il pollice sul dito medio che sbatte contro il palmo.Nicholas resta abbastanza di stucco davanti alle mie parole.
«E poi hai quello strano vizio di stirare ogni singola cosa esistente sulla faccia della terra» aggiungo.
«I vestiti non devono avere pieghe» ribatte come se niente fosse.
Lo indico. «I vestiti devono avere pieghe perché sono per l'appunto vestiti. E mi spieghi a cosa serve stirare i calzini? Sono elastici, non posso avere le pieghe!»
Alzo le mani in aria esasperata.Lui ci pensa su. «Mi danno quella sensazione di pulito e nuovo...»
Gli rivolgo una smorfia poggiando le mani sui fianchi.
«Fattelo dire, tu non stai bene. Okay, ora che ti ho offeso, posso andarmene e mangiare qualche schifezza da fast-food sul marciapiede di una strada con i cani randagi. Ciao!»
Lo saluto con un saluto militare svogliato e gli giro le spalle, pronta per uscire dalla spiaggia e starmene un po' solo per i fatti miei a demoralizzarmi nel cibo pieno di glutine.
Mi fermo d'improvviso.«E perché sei astemio? I soldati non bevono e anche troppo quando tornano dalle missioni?» chiedo dubbiosa e gli faccio alcuni passi incontro.
«Perché l'alcol non fa bene alla salute?» ironizza. «Faccio palestra, quindi tendenzialmente si evita, almeno in grosse quantità... e perché odio perdere il controllo.»
«E se lo perdi che succede?» continuo.
Nicholas aggrotta la fronte. «Se perdo...?»
«Da ubriaco, che fai? Diventi violento e ammazzi le persone?» azzardo.Magari è questo il suo grandissimo difetto. Insomma... è così alto, figlio di un riccone da paura che ha scelto una vita semplice piuttosto che i soldi del papà, è gentile, educato, galante, sempre composto ed è single. Magari picchia la gente quando si ubriaca e forse strozza a mani nude le persone e poi se ne disfa dei cadaveri come in John Wick.
Lui mi fissa in silenzio per poi scoppiare in una piccola risata. «Cosa?» fa una smorfia divertita. «No... da sbronzo tendo ad addormentarmi. Sono veramente imbarazzante. L'ultima volta, tanti anni fa, sono crollato e ho sbattuto contro un tavolo. Mi sono spaccato la testa, ho la cicatrice proprio qui - indica sopra l'attaccatura dei capelli - mi hanno fatto due TAC e messo tre punti.»
«Perché due TAC?» chiedo stranita.
Lui prende un profondo respiro. «Avevo un trauma cranico... lieve, ma c'era» ride. «Non dirmi che tu non hai mai avuto niente di tutto ciò» ridacchia.«Una volta sono caduta da un fienile a sei metri di altezza, un'altra sono stata trascinata da un cavallo per cinquanta metri, a dodici anni sono caduta da un dirupo e mi sono spaccata il ginocchio, mi è letteralmente uscito l'osso fuori... era disgustoso» commento con una smorfia al solo ricordo.
Nicholas mi guarda, sbatte le ciglia e po' annuisce trattenendosi dal ridere.
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Cuori in Tempesta 3
RomanceScene +18 🔥 Ronnie è persa. Nella sua testa, nel suo cuore e la strada per ritrovare se stessa è lunga e dissestata, piena di insidie: rancore, senso di colpa e un vuoto dentro di lei che non sa come colmare. Tutto d'un tratto nella sua vita piomba...