21 | Evento di tipo zero

145 3 16
                                    

CAPITOLO 21
Evento di tipo zero

⚠️ Contenuti fortemente espliciti

Di fianco a Nicholas, guardo quello che combina, ipnotizzata dal modo in cui muove le mani.
«Puoi smetterla di guardarmi in questo modo?» chiede tutto d'un tratto. Con le mani sui fianchi alzo il viso e mi ritrovo il suo a una decina di centimetri.
«Quale modo?»
«Riesco a sentire il tuo respiro tanto mi sei vicina.»
«Mi allontano?» chiedo confusa e ripongo gli occhi sul banco da cucina.
«Se voglio usare le braccia, è preferibile.»
Resto invece dove sono e Nicholas non riprende affatto a impastare l'impasto perciò sollevo di nuovo il mento.

«Ronnie...» mi fa cercando a stento di non ridere. «Il mio gomito sbatte contro di te» mi fa notare, abbasso di conseguenza gli occhi e mi sposto di qualche centimetro.
«Così va meglio?» chiedo. Lui tira un sospiro e annuisce, quindi gli faccio cenno con la testa.
«Bene, ora riprendi» ordino. Lui scuote la testa sorridendo e torna a impastare.

«A cosa dicevi che serve questo?» chiedo di nuovo. Stasera lo sto riempiendo di domande, ne sono ben consapevole, ma a lui piace rispondere perciò non è un problema.
«Per gli gnocchi?» ironizza.
Annuisco.
«Vorrei sfoggiare il fatto che sia metà italiana, ma in realtà non so un cazzo della cucina italiana. Era mamma che faceva le varie cose.»
«E tu che facevi intanto?»
Alzo il viso e lo guardo di sfuggita. «Mangiavo?»

Lui ride. «Oh, sì, giusto! Perché non ci avevo pensato?»
«Ma so fare gli spaghetti al pomodoro e sono anche molto buoni. Mia nonna me li aveva approvati e la benedizione di una nonna italiana del sud Italia è sacra quanto le Sacre Scritture.»

Nicholas si volta per qualche istante, mi guarda e scoppia a ridere.
«Che ho detto? È la verità» rispondo con fare ovvio.
Lui alza le spalle. «Niente... sei solo tu.»
Alzo un sopracciglio.
«Io?»
«Mhm, mhm» mugugna, finisce di lavorare l'impasto e lo mette a riposare in una ciotola e lo mette in quello che lui chiama abbattitore.
«Dico troppe stronzate, vero?» sospiro e mi allontano, vado vicino al bancone accanto al lavabo, salgo su con un salto e lo guardo.
Nicholas va a frigo, prende delle cose e torna vicino.
«Dici solo un sacco di cose, tutto qui» risponde d'un tratto e mi rifila un sorriso prima di tornare attento a quello che sta facendo.

«Sono logorroica?»
Scuote la testa, mi guarda e mi fa segno di scendere. «Vieni qua.»
Salto giù e lo raggiungo. Mi mette in mano un coltello e si mette dietro alle mie spalle.
«Che stai facendo?» rido non capendo.
«Ora ti insegno a pulire gli asparagi.»
Alzo d'istinto il viso. «E devi per forza appoggiare il tuo pene sul mio culo? No, chiedo eh...»

Nicholas ride di nuovo e scuote la testa.
«Non pensarci, piuttosto fai come me» prende la mia mano, l'asparago, taglia e poi usa il pelapatate per togliere la parte inferiore finché non scopre la zona sottostante di un bianco che tende sul giallo.
«Ma non hai fatto letteralmente nulla!» replico contrariata, ridendo. «Sei un vero ciarlatano! Avanti, ammettilo che volevi solo fare una di quelle scene erotiche dei film tipo il biliardo che il protagonista maschile insegna a quello femminile e in automatico la parte "ti insegno" diventa un set porno.»
Nicholas sembra voler contenere l'ennesima risata e poggia la fronte contro la mia testa.
«Io non volevo affatto fare niente di tutto ciò. Va bene... dai, mi sposto.»
E lo fa. Lo guardo rapidamente mentre prendo un asparago.

Cuori in Tempesta 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora