Capitolo 13
Louis iniziò a correre. Corse fino a che non fu fuori dall'edificio. Corse per 10 isolati di distanza. Corse fino a che non arrivò in un quartiere pieno di uomini senza fissa dimora che spingevano carrelli pieni di rottami.
Solo allora Louis si fermò per riprendere fiato e guardò cosa aveva intorno.
All'improvviso sentì un ondata di vertigini e nausea così si sedette sul bordo del marciapiede e mise la testa sulle ginocchia. Sedette per buoni 10 minuti facendo passare la sensazione di vertigini, poi cominciò a piangere.
Che cosa aveva fatto. Oddio. Aveva rovinato la sua amicizia con Harry. Ora lo odiava. Fanculo.
-Sei proprio un coglione, riuscirai mai a fare qualcosa di gusto?- iniziò la vocetta.
Louis si lasciò ferire da quelle parole, continuando ad ascoltare.
-Vediamo, hai rimproverato Harry per averti lasciato solo durante il concerto, ti sei arrabbiato con lui quando ti ha chiesto se stavi bene e hai insinuato che scopasse con uno dei vostri migliori amici.- continuò la vocetta. -Wow Louis, che grande amico che sei! Lui vuole assicurarsi che tu stia bene e tu gli salti addosso dalla rabbia. Harry ora ti odia più che mai. Ora ti vedrà solo per quello che sei: un inutile grassone, senza valore e un pezzo di merda. Lo hai fatto sentire uno schifo e ora è quello che lui pensa di te. Non stupirti se vorrà buttarti fuori dalla band o la lascerà lui stesso.-
-STAI ZITTA!- gridò Louis.
Improvvisamente Louis sentì il rumore del vetro frantumato e si rese conto della cazzata che aveva appena fatto. Stava parlando con nessuno, urlando a nessuno.
Girò rapidamente la testa per vedere chi aveva sentito il suo sfogo. Tutti erano fuggiti da quel posto (tranne un barbone con la barba grigia che dormiva su una panchina). Era diventato un pazzo, anche gli uomini senza fissa dimora non riuscivano a gestire i suoi sfoghi.
Louis rabbrividì e si rese conto di quanto fosse tardi. Era buio e dalla parte da dove era venuto moltissimi lampioni erano fulminati. La strada incuteva paura e non era molto agevole da percorrere. Così decise di andare per il verso opposto che era più illuminato. Forse se avesse camminato abbastanza lontano avrebbe trovato un posto per dormire.
Louis lentamente si alzò in piedi facendo scrocchiare le ginocchia. Con le mani in tasca camminò verso la strada illuminata alla ricerca di un albergo dove poteva alloggiare per un po' per non dover affrontare Harry e gli altri. Il tempo avrebbe migliorato le cose e Louis si sarebbe sentito meglio. Non che i tempo avrebbe fatto dimenticare ad Harry quello che gli aveva detto, ma almeno sarebbe passato del tempo prima di vedersi di nuovo.
***
Harry rimase immobile in quel luogo mentre fissava Louis che correva via. Non si mosse per qualche minuto, la sua mente era vuota e il suo cuore in gola. Improvvisamente il mondo gli crollò addosso e Harry scoppiò in lacrime.
Il suo bel migliore amico lo aveva appena insultato urlandogli addosso senza nessun motivo. Harry non riusciva letteralmente a trovare una spiegazione plausibile allo sfogo di Louis.
Tutto ciò lasciò una sensazione di malessere allo stomaco. La sensazione alla bocca dello stomaco era molto familiare. Harry iniziò a tremare e venne pervaso da una terribile debolezza.
Harry lentamente entrò nello spogliatoio. Tentò inutilmente di eliminare le lacrime dal viso, ma ancora non riusciva a smettere di piangere anche se cercava di pulirsi con la maglietta e con le mani.
-Harry!- esclamò Liam correndo ad aiutare l'amico.
Il ragazzo gli avvolse le braccia intorno per permettergli di piangere sulla sua spalla. Poi lo trasportò goffamente sul divano e lo fece sedere. Liam continuò ad abbracciarlo e lasciò che Harry si appoggiasse completamente a lui.
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In plain sight // Italian translation
FanfictionLo scorrere di un dito sul suo corpo, spinge Louis in un baratro profondo: nel terribile mondo dell'odio per se stesso. Col passare del tempo i piccoli commenti e le battute vengono prese un po' troppo sul personale e ben presto nasce in Louis l'os...