Capitolo 19
Era buio.
Louis aprì gli occhi, ed era ancora buio.
Non c'erano né stelle, né luna, né nulla. Era buio pesto. Doveva essere stato nel cuore della notte. Non c'era neanche alcun suono. Era tutto tranquillo. Calmo. Sereno.
Louis iniziò a guardarsi intorno, cercando una fonte di luce. C'era una stradina nel lato opposto al parco, con delle vecchie e tremolanti luci di lampioni su un lato. Questo era il luogo dove Louis doveva andare. Aveva abbastanza buon senso e sapeva che non poteva rimanere lì, steso sulla fredda erba secca. Louis aveva bisogno di un posto dove stare.
Alzò la testa ma una vertigine lo fece ripiombare a terra. Chiuse un attimo gli occhi, ma decise di non fermarsi. Un dolore insopportabile lo colpì alla spalla, per un momento riuscì a rimanere normale, ma poi la sua testa iniziò a girare. In qualche modo Louis riuscì a rimettersi in piedi. Vacillò un po' e quasi ricadde giù, ma questa volta piantò bene i piedi sul terreno e rimase dritto.
Louis iniziò a barcollare fino alla strada quando si ricordò di avere il suo telefono in tasca. Lo schermo era sfocato così provò a scuoterlo con violenza infine riuscì a chiamare un taxi.
La macchina ci mise alcuni minuti, ma a Louis non importava. Saltò su e chiese di farsi portare in un buon albergo. Il tassista guidò per un po', ma per Louis non fu un gran problema economico. L'auto lo fermò davanti ad un bel posto. Louis stava quasi per cadere giù dall'auto per scendere, ma riuscì a tenersi alla portiera.
Quando arrivò alla reception, una donna anziana gli chiese per quanto tempo avrebbe alloggiato lì. Louis in realtà non sapeva rispondere, ma gli diede immediatamente la sua carta di credito per il pagamento e scelse una delle suite.
Louis decise di prendere l'ascensore questa volta, non aveva alcuna forza, neanche per salire le scale. Appena le porte si aprirono, uscì. Andò in fondo al corridoio e lì trovò la sua stanza. Era enorme e molto bella, ma a Louis non importava così tanto.
Si diresse verso la finestra e si affacciò. Era spalancata, ma era abbastanza piccola, grande quanto un foglio di carta. Louis si infilò una mano in tasca e dopo aver tirato fuori il suo telefono, lo scagliò più forte che poteva di sotto. Osservò la strada e quando sentì il rumore dello scontro sul marciapiede si ritenne soddisfatto.
Louis non voleva che qualcuno scoprisse dove si trovava grazie al suo telefono. Ora che anche questo problema non appesantiva più il suo petto, non aveva nient'altro da fare.
Così si buttò sul letto senza preoccuparsi di cambiarsi i vestiti. Cercò di essere delicato con il polso e la spalla, visto che entrambi gli avevano dato una grande quantità di guai. Fissò il soffitto per un po', poi chiuse gli occhi. Lo colpì un sonno profondo e dimenticò tutto il mondo il quel buio.
***
Quando sorse il sole, Louis aprì gli occhi. Non si alzò dal letto. Richiuse gli occhi. Tornò a dormire.
***
Il sole stava per tramontare, Louis doveva andare disperatamente in bagno. Strisciò fuori dal letto e si chiuse in bagno per soddisfare i suoi bisogni. Bevve un po' d'acqua da rubinetto e strisciò di nuovo nel letto. Richiuse gli occhi e tornò a dormire.
***
Era buio, c'era solo uno spicchio di luna che entrava dalla finestra. Louis la fissò per un po' prima di alzarsi lentamente dal letto. La sua testa stava leggermente meglio ed era più stabile in piedi. La spalla gli faceva ancora male, ma non come prima.
Uscì fuori dalla stanza e si diresse verso un distributore automatico. Prese tre bottiglie d'acqua e una di tè freddo. Fu una lotta per portarle nella stanza, ma ci riuscì.
Posò le bevande sul comodino e poi si diresse nuovamente verso la porta. L'aprì e posiziono il cartellino con scritto "Non disturbare" ben visibile sulla maniglia.
Si sedette sul letto e bevve un po' d'acqua mentre fissava il cielo. Era così tranquillo e piacevole, ma Louis in quel momento sarebbe voluto essere qualsiasi altra persona al mondo tranne che lui. Poi però si ricordò che meritava tutte le cose cattive che aveva avuto. Così si sdraiò di nuovo e si riaddormentò.
Non voleva più pensare.
***
Sembrava pomeriggio, il sole era alto nel cielo. Louis prese qualche sorso d'acqua, poi richiuse gli occhi nuovamente. Per un attimo pensò al cibo, ma poi si disse che non sarebbe stato necessario.
Louis non aveva sogni.
***
Era mattina tardi quando Louis aprì nuovamente gli occhi. Aveva dormito per moltissimo tempo. Stappò la terza bottiglietta d'acqua e bevve qualche sorso. Si alzò dal letto e si tolse i vestiti. Non aveva nient'altro da indossare, ma questo non era un vero problema. Louis non aveva ancora intenzione di lasciare l'albergo. Barcollò verso il bagno, poi bevve altra acqua e si avvolse stretto tra le coperte. Aveva molto freddo, così prese una coperta extra dall'armadio.
Louis sognò Harry. Harry gli voltò le spalle.
***
Era passata un incalcolabile quantità di tempo. La sua routine non era piena, ma era molto monotona. Si svegliava in un momento a caso del giorno o della notte, beveva acqua e andava al bagno. Un paio di volte si era seduto sulla sedia vicino alla finestra ad osservare il cielo, o forse la strada sottostante. L'unica volta che aveva lasciato la stanza era stato per prendere un'altra bevanda al distributore automatico, un altro tè freddo. Di solito riempiva con l'acqua del rubinetto del bagno le bottigliette finite.
Louis non aveva pensato tanto, non aveva troppo sofferto per quell'avvenimento. A volte si chiedeva se le persone lo stessero cercando, o se si fossero semplicemente scordate della sua esistenza. Voleva sapere quante telefonate aveva ricevuto, ma non poteva più farlo.
Aveva pensato anche ad Harry alcune volte. Il suo bello e perfetto Harry. Beh, solo a volte. Ma non l'Harry arrabbiato e urlante, ma il tipo sorridente e dolce che aveva conosciuto prima della lite.
Forse anche Harry lo stava cercando. No, sicuramente no. Lui non era uscito a fermarlo dopo aver ridotto il suo cuore in poltiglia al ristorante.
Forse Liam o Zayn ancora tenevano a lui, ma non ne era così certo.
Ad un certo punto lo stomaco di Louis brontolò. Non era mai stato per così tanto tempo senza cibo. Si bloccò davanti allo specchio con solo l'intimo. Osservò il suo corpo, enorme come quello di una balena .
Lui non meritava il cibo.
Lui non meritava niente.
Angoletto
Come promesso, ecco qui il nuovo capitolo. E' triste, lo so, ma non posso farci nulla.
Come lo avete trovato? Fatemi sapere :)Vi ringrazio tantissimo per i bei messaggi che mi lasciate ogni volta. Non avrei mai pensato che questa storia potesse arrivare così lontano! Grazie mille, siete fantastici! <3
A presto, Somriure :3
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In plain sight // Italian translation
FanfictionLo scorrere di un dito sul suo corpo, spinge Louis in un baratro profondo: nel terribile mondo dell'odio per se stesso. Col passare del tempo i piccoli commenti e le battute vengono prese un po' troppo sul personale e ben presto nasce in Louis l'os...