14. Moglie, marito e suocera

48 11 7
                                    

Avevo ragione: siamo diretti verso il comune più a sud della penisola: Palizzi Marina.

Salutiamo — io con un po' troppa allegria — la signora Nunzia e la ringraziamo per la gentile ospitalità; anche se, devo ammetterlo, mi sarebbe piaciuto non divenire l'epicentro di sospetti infondati e ritrovarmi segregata in una stanza come una giovane nobildonna di cui si deve preservare la verginità. Non appena le do le spalle per svignarmela, noto come Marco si sia già infilato in macchina. Si è lasciato andare sul sedile come se fosse reduce da un turno in fabbrica di dodici ore, la testa adagiata su uno di quei cuscini da viaggio a forma di ferro di cavallo — da dove sia saltato fuori, resta un mistero.

Alla fine ci guadagniamo anche dei panini farciti, taralli alla cipolla e una caciotta affumicata. Tutti pescati dalla sua umile cucina con la stessa leggerezza con cui mia madre tirerebbe fuori un pacchetto di biscotti. Vista l'assenza di spazio, siamo costretti ad appendere al poggiatesta di Sam la forma di formaggio come un Arbre Magique.

Tempo di venti minuti, e l'abitacolo sa di piedi.

Chissà che aroma alla fine del viaggio — programmato tra circa sette ore.

La prima tappa segnata è Punta Palascia, a pochi chilometri tra Otranto. Sam voleva completare l'opera e vedere non uno, ma due punti cardinali di Italia. Parcheggiamo la macchina in una stradina sterrata, a pochi metri dalla provinciale da cui siamo arrivati. C'è un via vai di turisti rassicurante. Deve essere proprio bella, questa Punta Palascia.

Ci mettiamo una decina di minuti a piedi a percorrere la strada a curve che porta al faro e troviamo... niente, solo il faro. Interessante ma deludente. Emme scatta così tante foto che penso abbia appena esaurito un rullino.

Stiamo esplorando l'esterno della torre, quando Sam riceve un messaggio. Fissa lo schermo del cellulare. Scoppia a ridere.

«Sentite qua», inizia, «La Tim mi dà il benvenuto in Grecia. Siamo stati proprio ovunque, in questo viaggio, eh? Quindi, arrivati in Calabria, mi devo aspettare il benvenuto in Egitto?»

E mentre gli altri ridacchiano, prego che Gianluca non si incaponisca per portarci anche lì.

O che perlomeno ce lo faccia sapere con discreto anticipo.


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Gianluca picchietta gli indici sulla parte inferiore del volante a tempo di musica, mentre Sam, almeno per il momento, si limita a commentare con scarso trasporto i risultati calcistici dell'ultima partita di serie A. È ricomparsa la sua inseparabile bandana rossa; la signora Nunzia gliel'ha lavata e asciugata, dopo che le era giunto all'orecchio l'uso improprio che ne era stato fatto durante il nostro viaggio travagliato.

Superiamo decine e decine di campi di ulivi, costeggiamo metri di muretti di pietra a secco. Il sole picchia così tanto, che l'erba a bordo strada ha assunto un vago colorito giallognolo. In certi punti la terra assume una tonalità rossastra.

Finché la macchina vaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora