Cassandra|| Non pensavo che potessi uscire dal vortice d'oscurità che mi circondava, ma la calda luce che vedevo alla fine di quella strada mi diceva il contrario... dovevo solo capire come raggiungerla, anche se mi trovavo molto lontana dal farlo. ||
2 anni prima degli eventi narrati...
Ero sdraiata sul mio letto a pensare quando Roxanne entrò in camera mia. «Sono andati tutti via» mi comunicò, sedendosi di fianco a me.
Quella era stata una delle giornate più lunghe e difficili della mia vita; tutti quegli sconosciuti in giro per casa, che mi parlavano di lei come se la conoscessero veramente. La realtà dei fatti era che mia madre era morta in quella maledetta macchina e nessuno avrebbe potuto portarla indietro.
Mi spostai e la invitai a stendersi al mio fianco, continuando a guardare il soffitto della mia camera da letto. «Perché tutti si palesano quando succedono queste cose? Quando mamma stava male dov'erano, Roxie?» chiesi non aspettandomi una risposta.
Dicevano che gli dispiaceva, ma quando mamma aveva scoperto il tradimento di papà? Dove erano tutte quelle persone? «Non pensarci ora, Sandra. Quando crescerai, capirai» mi disse con un sospiro tremante.
Ma io non riuscivo a non pensarci.
Nell'ultimo periodo era sempre triste, anche se si mostrava a noi con il solito e dolce sorriso; a volte passava il tempo fuori, quando c'era papà a casa, a fare chissà che cosa.
Aveva scoperto tre anni prima il tradimento di papà, arrivando quasi a firmare le carte di divorzio, ma non l'aveva fatto. «Lo faccio per Roxanne e Cassandra, perché hanno bisogno di te, di un padre» l'avevo sentita dire durante una delle loro tante discussioni, quelle che facevano in cucina, nel cuore della notte, con la speranza che non li sentissimo.
Peccato che quelle parole erano state sprecate; quello che doveva essere nostro padre, non c'era mai stato per noi: quando Roxanne aveva fatto il suo primo provino per una sfilata di moda molto importante, lui era ad allenare la nazionale brasiliana. Quando lo scorso anno ero entrata nella squadra di calcio della Royal Academy e sono diventata il primo capitano femmina della squadra, lui era in Italia, ospite del presidente della Federcalcio. Oggi, quando si è svolto il funerale della mamma, lui sarebbe ripartito per l'America.
Avevo passato dai tredici anni fino ad un mese fa giornate piene di tensione, silenzi, sorrisi falsi, tutto per non farlo pesare a me e mia sorella.
Avevo iniziato ad avercela con mio padre quando, nel cuore della notte, sentivo mia madre singhiozzare nella sua camera; quando avevo trovato delle foto che lo zio Gregory aveva portato alla mamma che ritraevano papà, con una donna e una ragazzina bionda, tutti sorridenti e spensierati.Venni distratta dai miei pensieri dal suono della porta della mia stanza che si apriva: era nonna Bella, distrutta dalla perdita da poco subita. «È andato via?» chiesi, lei annuì e prese posto ai piedi del letto. «È venuto a fare la parte del marito consumato dal dolore» quasi ringhiò mia sorella.
Lei lo odiava. Avendo nove anni in più di me, aveva vissuto più episodi del genere e quando pensava che finalmente quella storia fosse arrivata ad una fine, che finalmente fossero felici, veniamo a scoprire che aveva un'amante e un'altra figlia mia coetanea.
E dopo mesi che non si faceva vivo, si era palesato al funerale per piangere la tragica scomparsa di sua moglie; aveva anche provato a parlarci, ma sia io che Roxanne ci eravamo sottratte a qualsiasi tipo di contatto con lui.
«Sandra, Christopher ha lasciato una cosa per te» disse nonna allungando una lettera. Alla nonna non era mai piaciuto nostro padre, non aveva mai usato la parola "padre" per parlare di lui; «Vi ha dato la vita ed è l'unica cosa buona che ha fatto quel disgraziato! Per il resto, non è neanche degno di definirsi genitore» aveva detto una volta dopo qualche bicchierino di rum.
Aprii la lettera che mi aveva dato, evitando di leggere la parte iniziale, dove parlava di amore e stronzate simili, iniziando la lettera quando vidi scritto il nome di mia sorella.
"... Roxanne ha venticinque anni e ha raggiunto la sua indipendenza: vive da cinque anni a Londra, ha la sua carriera da modella perfettamente avviata ed è stabile, con un compagno e due splendidi bambini; tutto ciò mi rende molto orgoglioso della donna che sta diventando.
Cassandra, tu sei ancora troppo piccola per non avere un supporto; hai quindici anni e hai bisogno di una persona che si occupi di te, che ti guidi e che, in un certo senso, ti insegni a vivere. Per questo ho nominato tua nonna Isabella il tuo tutore legale un mese fa. Ovviamente continuerò a mandare i soldi che ti spettano di diritto fino a che, come Roxie, non troverai la tua stabilità ..."
La lettera continuava con qualche altra dichiarazione d'amore incondizionato, ma anche quello non lo lessi, sapevo che era tutto falso.
«Bene nonna! Sei ufficialmente il mio unico punto di riferimento visto che, come previsto, non si è preso le sue responsabilità! Ma meglio così, lo vedrò di meno, ansi non lo vedrò più» dissi stiracchiandomi, poi mi feci spazio tra le due e mi alzai in piedi, prendendo il mio giacchetto pesante. «Dove vai?» mi chiese Roxie, ancora stordita dalla mia risposta stranamente diplomatica. «Vado a farmi una passeggiata, ho bisogno di riordinare le idee»
Dovevo fare chiarezza su dei pensieri, come l'altra presunta figlia di papà; era da tempo che ci pensavo e la verità era che, anche se avevo Roxanne, mi sentivo sola e avrei voluto conoscere questa ragazza, come fosse, capire se fosse stata cresciuta da nostro padre diversamente, se lei sapeva di noi e instaurare un rapporto, anche se sapevo che non era corretto nei confronti della mamma.
Con quei pensieri, continuai per la mia strada fino a che non capii che era ora di tornarmene a casa, prima che mi rapissero per le vie del centro.
@-mrtux
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𝐇𝐈𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐄𝐋𝐄𝐕𝐄𝐍 𝟏 || ɪᴇ
FanfictionHistory of the Eleven 1 || ie || Non pensavo che potessi uscire dal vortice d'oscurità che mi circondava, ma la calda luce che vedevo alla fine di quella strada mi diceva il contrario... dovevo solo capire come raggiungerla, anche se mi trovavo molt...