Lezioni

25 3 17
                                    

Pov Olivia
Ero appena tornata dall'arena del tiro con l'arco, e decisi di farmi una doccia.
Appena finito stavo per stendermi nel letto, quando Malcom, mio fratello, disse che c'era qualcuno per me fuori. Sbuffai. Ma il cattivo umore sparì quando vidi chi c'era alla porta.
-Ehi- sorrisi a Giada. -Pensavo, va ancora bene per le lezioni di italiano?- chiese. Mi si illuminarono gli occhi -Certo!- la presi per un braccio e iniziai a correre.
Al tocco arrossì impercettibilmente. -Dove stai andando?- chiese lei a metà tra il divertito e il preoccupato -La vuoi la lezione o no?- ribattei io, sorridendo.

La portai nel padiglione della mensa, al tavolo di Atena.
-Che vorresti imparare per primo?- chiesi eccitata. Lei iniziò a gesticolare. -Non saprei... le basi?- -Beh intanto hai già il comportamento da italiana- risi indicando le sue mani. Le sue guance su colorarono leggermente di rosa. -Mmm- dissi pensierosa. -Non saprei... vuoi prima parlare, o scrivere?- poi mi venne un'idea -E se ascoltassi qualcosa invece?-
Le si illuminarono gli occhi, probabilmente stava pensando ai Måneskin, ma io interruppi i suoi sogni -No, i Måneskin no, non sono il mio genere- lei mi guardò male. -Ti farò conoscere un gruppo italiano fantastico: gli Psicologi!- lei parve incuriosita, ma mi guardava ancora male per prima. Io sorrisi, tolsi gli auricolari e l'iPod dalla tasca dei jeans, cliccai su Umore, una canzone che mi sembrava semplice, e le misi gli auricolari. Al mio tocco la ragazza si ritrasse e mi tolse bruscamente la mano con uno schiaffo. Io lasciai perdere. Dopotutto era comunque figlia del dio della guerra.
Lei ascoltò la canzone in silenzio, poi mi restituì gli auricolari. Io nel mentre (dopo aver imprecato peggio di un veneto) le avevo trascritto la canzone con il significato in inglese. -Studiati il testo. La prossima volta faremo l'analisi- lei annui e chiese -chi è la cantante?- -Oh è Ariete. La mia cantante preferita.- -ha una bella voce anche se non ho capito nulla di ciò che ha detto- risi. Poi ci salutammo.
Io tornai con un sorriso alla cabina sei, e Annabeth mi guardò stupita -Chi hai ucciso o mutilato stavolta?- -Ah ah simpatica. Nessuno, ho semplicemente aiutato un'amica- lei mi guardò a metà tra lo scettico e il sorpreso, ma rispose -mi è dato sapere chi sia?- -no- poi mi misi gli auricolari e mi stesi nel letto, sorridendo al pensiero di una prossima volta.

Progetto War and LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora