Rivelzioni a sorpresa

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Pov Olivia
Dopo un po' mi addormentai. E gli incubi ovviamente non potevano mancare.

Mi trovavo al campo mezzosangue. A giudicare dalla mia statura e dalla grandezza della spada al mio confronto, dovevo avere circa nove anni. Mi toccai la guancia sinistra. Un bruciore mi pervase la faccia, si avevo decisamente nove anni, ed ero appena tornata dalla mia prima missione. Un capannello di semidei mi accerchiava e puntava il dito sopra la mia testa, sopra la quale risplendeva l'ologramma di una civetta grigia. Ero appena stata riconosciuta. I miei fratelli mi acclamarono, felici, e Chirone disse che voleva sapere tutti i dettagli sull'impresa. Ma poi la festa finì. I miei amici scomparvero, lasciando il posto a decine di mostri. Chirone si trasformò in una figura umana: mio padre. -Non sei mai stata abbastanza- disse amareggiato. -Sei inutile, nessuno ti ha mai voluta, sei nata per errore. E nessuno ti amerà mai!-
concluse, tirandomi uno schiaffo sulla cicatrice, che si riaprì e cominciò a sanguinare. I mostri attaccarono, ma prima che potessero ferirmi mi ritrovai in un altro luogo.

Ero in un bosco, da qualche parte nel Maine, e un lestrigone mi sovrastava. L'orrendo mostro ghignò, alzò una delle sue zampe pelose sopra di me e colpì. Mi sferrò un colpo sulla guancia così forte che credetti di esplodere, poi il sapore del sangue si insinuò nella mia bocca. Il liquido caldo scendeva dalla mia guancia copiosamente. Svenni.

Mi svegliai in un bagno di sudore freddo. Cercai di calmarmi per stabilizzare il respiro. Decisi di uscire.
Ormai il sole stava tramontando. Decisi di andare verso le stalle, fare un giro sui pegasi aiuta di solito.
Ma venni fermata da una calca di ragazzi. Mi feci largo tra la folla, e al centro trovai Giada e Federico che parlavano. Sentii Giada rispondere -Vedi, ecco, come dire. Tu non mi piaci Fede, ma questa non è colpa tua.- si affrettò a dire- semplicemente a me piacciono le ragazze e non i ragazzi- -CHE COSA?!- urlai forse un po' troppo forte. Poi divenni rossa come un pomodoro. Ma le figlie di Atena non si tirano indietro, quindi proseguì, e mi diressi verso mio fratello. Ero incazzata nera, e non ne conoscevo neanche il motivo, semplicemente mi dava molto fastidio il fatto che mio fratello ci provasse con lei. -Vieni. Subito.- dissi in italiano a Federico, perentoria. Mi guardò con occhi pieni di timore, ma riuscì a nasconderlo in pochi secondi. Percepì che l'aria stava diventando statica. Vidi delle scintille azzurrine vicino a me, e i miei occhi erano sicuramente molto più blu del solito. Lui rispose un secco -No- che mi fece infuriare, se possibile, ancora più di prima. Non riuscii a frenarmi, e gli tirai uno schiaffo, che lo mandò qualche centimetro più indietro. Aveva il segno rosso della mia manata, e si era beccato pure la scossa. Così impara. Decisi di lasciarlo lì, e mi diressi verso la cabina Nove. Bussai talmente forte che quando Agata mi aprì sembrò spaventata. Io entrai, mi misi sul suo letto e cominciai a piangere.

Federico Pov
Mia sorella mi tirò uno schiaffo talmente forte da spostarmi. Mi toccai la guancia: mi bruciava ed ero pronto a scommettere che ci fosse il segno. Avevo sentito pure la scossa. Sarà stata la discendenza dal signore del cielo a darle questo potere. Poi se ne andò, lasciandomi lì. Ero troppo imbarazzato per schernire chi stava a guardare, così andai verso la spiaggia.
Qualche minuto dopo arrivò Sol Santos, dio quella ragazza era ovunque. -Te lo avevo detto.- disse lei. Io feci un verso, che poteva sembrare un grugnito. -Beh, te la sei cercata comunque.- concluse. Poi se ne andò, così di punto in bianco. Mi girai a guardare i suoi ricci rossi. Poi tornai a guardare l'oceano, pensando ad un modo per vendicarmi.

Invochiamo la grande Cassie_Wayland e siccome hai detto che i nostri capitoli ti piacciono, eccoti servita! Bene adiòs

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