Olivia Pov
Volevo. Distruggere. Afrodite.
Anche sua figlia Cassie si era aggiunta alla lista.
(N.A. Cassie scherzo, ti voglio bene)Non sapevo se aveva effettivamente chiesto a sua madre di fotterci la vita, ma anche se non lo aveva fatto, ora Giada mi odiava per qualche ragione a me sconosciuta, e io avevo ri-eretto il mio muro protettivo, fatto di solitudine e freddezza. E mi dispiaceva averlo fatto, ma è il mio sistema difensivo, non ci posso fare niente. Parlarne con Sol mi aveva fatto bene, ma non era cambiato praticamente nulla.
Volevo solo che Giada tornasse a comportarsi come prima.
Che stesse con me.
Che mi facesse ridere.
Che mi facesse tornare la bella persona che si nascondeva dentro di me, molto in fondo, e che era riuscita a far riemergere.
È chiedere troppo?A quanto pare si. Stupido amore, stupida Afrodite, stupido Eros, stupida io.
Mi ritrovai a calciare la mia sedia dalla rabbia. E poi, ovviamente, piansi un altro po.
Non avevo nessuna voglia di uscire, così mi stesi sul letto, con Ariete sparata a palla, a pensare alla mia prossima mossa.
Skip time di 4 giorni
Federico PovIl momento era finalmente arrivato: oggi avrei fatto passare le pene dell'inferno a Olivia. Io e John avevamo ideato un piano giorni fa, ma lo avremmo messo in atto adesso, che era più vulnerabile.
La trovai all'arena, in questo periodo faceva pena anche a combattere. Non che fosse mai stata brava.
Olivia Pov
Mi stavo allenando quando sentii qualcuno dietro di me che mi chiamava.
-Ehi frocetta!- chiamò mio fratello. Mi girai di scatto, come faceva a saperlo? E come osava? Mascherai il mio stupore come facevo con le emozioni in questi giorni. -Si parlo con te frocetta, sapevo che facevi schifo, ma non pensavo fossi anche gay.- poi sputò per terra. Ora non riuscivo neanche più a nascondere lo stupore, lo schifo o la rabbia.
-Ora capisco perché Sara ti ha rifiutato. Facevi schifo anche a lei giusto? Beh è normale che allora papà ti abbia cacciata di casa.- iniziai ad ansimare, era il mio punto debole quello di Sara, e lui sapeva benissimo che non mi avevano cacciata. -Cosa staresti insinuando?- chiesi, trattenendomi dal saltargli in faccia.
-Non sta insinuando niente, sta dicendo la verità.- questa volta era stato John a parlare. Fantastico, se si fosse aggiunto Nate sarebbero state le tre persone che odio di più al mondo. -Taci Miller, nessuno ti ha chiesto nulla.- risposi. Non mi ero accorta che altri semidei ci avevano accerchiato. -E io non ti ho interpellato.- concluse lui, avvicinandosi. Aveva un pugnale in mano. -Voi non sapete un cazzo di me. Statemi lontano.- ringhiai. -Ti piacerebbe.- ghignò Federico. Anche lui era armato.
-Lasciatemi. In. PACE!- gridai, poi feci partire una scossa elettrica su mio fratello. Che fece una cosa che mi sconvolse. Me la rimandò indietro. -È questo che si prova ad essere umiliati- mi sussurrò all'orecchio prima di spingermi indietro.
Sentii un dolore lancinante alla spalla. E sentii il sangue bagnarmi la maglia. Mi venne da piangere.
-Che fai lesbica piangi? Oh guardate, la frocetta piange.- John mi prese per il culo. Provai a reagire, ma Federico mi tirò un pugno nello stomaco. Caddi carponi. Sentii le risate dei miei aggressori.
Stavo per svenire e probabilmente farmi pestare da quei due coglioni, quando sentii una voce familiare. E scoppiai in silenziose lacrime.
-Ehi coglioni! Lasciatela stare. Non vi ha fatto nulla. Posate quelle armi, scusatevi e sparite.- Giada mi stava difendendo. Mi stava realmente difendendo. Era più di una settimana che mi teneva lontano e mi odiava. E ora mi stava salvando. Volevo correre ad abbracciarla, baciarla, piangere di gioia, urlarle contro perché non mi aveva più rivolto la parola, fare qualcosa, ma non riuscivo a muovermi.
-E perché dovremmo farlo?- chiese mio fratello. Era talmente un essere spregevole che mi fa ribrezzo definirlo fratello. -Perché sennò poi vi picchio io, e voi non lo volete.- si scrocchiò le dita e iniziò a giocherellare con il suo anello, la sua arma. Probabilmente capirono che con lei non si scherza, ma prima di andarsene entrambi spurarono a terra, di fianco alla mia faccia, ridendo.
Quando se ne andarono Giada perse l'atteggiamento da dura e si fiondò verso di me. -Stai bene? No è ovvio che non stai bene, ti porto in infermeria.- mi raccolse da terra. Volevo protestare, ma non riuscivo neanche a parlare, perciò mi godetti il momento.
-Oook, siamo a posto. La ferita è già quasi rimarginata, non era grave per fortuna.- Will disse quel per fortuna come se si rivolgesse ai miei aggressori. Avrei proprio voluto vederlo in azione. Il mio sorriso sembrò più una smorfia. -Bene ora riposati.- ordinò il dottore. -Allora, come stai?- chiese preoccupata Giada. -Perché ti importa?- mi uscì spontaneo. Sapevo che stava provando a essere gentile, ma io ero ancora stronza. Lei tacque. -Scusa.- disse infine. Eric irruppe nella stanza. -Giada c'è bisogno di te.- poi uscì. Lei si alzò, abbozzò un sorriso e seguì il fratello. Mi appuntai mentalmente di ringraziare Eric per avermi salvata dalla situazione più imbarazzante del secolo.
La sera
Andai al lago. Dopo il coprifuoco. E disubbidendo a Will. Potevo finire moolto male, ma pensai che dopo quello che era successo oggi pomeriggio potevo sopportare tutto. Ciò che non uccide fortifica.
Mi sedetti sulla sabbia, inspirando l'odore salmastro del vento. Mi sentii subito meglio.
-Sapevo che ti avrei trovato qui.- disse una voce femminile. -Sei una stolker Price?- dissi, continuando a guardare il mare. -No- disse sedendosi accanto a me. -Solo che sei al mio abituale posto, perciò sono autorizzata a sedermi.- -Mh-
-Ascolta mi dispiace per averti trattato così, io non penso quelle cose...- -E allora perché le hai dette?- chiesi, interrompendola. Sapevo che le dava fastidio, ma non mi importava in quel momento. -Per il tuo bene.- sbuffai divertita. Sembrava la solita cazzata che usano i genitori come scusa. -So che sembra una scusa, ma ci ho ragionato su. Non volevo che avessi problemi con Afrodite- "peccato che li abbia avuti, e anche troppi". Mi spiegò la situazione e decisi di perdonarla. Con lei non sono affatto brava a tenere il broncio.
-Vuoi parlarne?- -No.- mi guardò negli occhi. Cazzo i suoi di occhi erano veramente profondi -Si.- -Chi è Sara?- Sara era la ragazza di cui mi ero innamorata a otto anni, che però mi aveva allontanata quando le avevo confessato il mio amore per lei. Da quel giorno avevo cominciato a costruire la mia barriera. E non avevo più smesso. Le raccontai tutto -Con i miei non ho ovviamente mai fatto coming out, ma non pensavo fossero omofobi. Ora però lo so. Quel coglione di John deve avergli detto quel che è successo al campo quando avevo nove anni.- -E che è successo?- rimasi di sasso. -Come non lo sai?- -Ti ricordo che sono al campo da due anni.- ah già. -Praticamente John mi aveva sentito parlare con Annabeth della mia cotta per Sara, e a mensa lo aveva annunciato a tutti, ma in modo offensivo. Come se fosse una cosa brutta. Nessuno la prese male, anzi i miei fratelli volevano prenderlo e spedirlo in infermeria. Però comunque tutti lo sapevano. Non è stato bello.- -Capisco.-
Rimanemmo a parlare per quasi tutta la notte, e all'alba Giada mi prese in braccio e mi portò in infermeria contro la mia volontà. Continuava a dire che mi sforzavo sempre troppo per gli altri, e che dovevo prendermi una pausa. Tra risate e guance rosse come pomodori mi rimise nel mio lettino (Will ci aveva scritto il mio nome sopra, potevo rivendicarlo come mio).
Mi addormentai, sorridendo e pensando a quando fosse bella Giada e a come fosse bello stare con lei.
Capitolo lungo e a mezzanotte e cinque.
Spero ci sia qualcuno di sveglio. Cassie_Wayland ecco l'ultimo capitolo per questa storia (teoricamente) non vedo l'ora del sequel! ElenaRosa64 lascio il resto del lavoro a te. Buonanotte