3. Fase zero.

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Em

Le voci degli speakers radiofonici erano l'unico suono che riempiva l'abitacolo della macchina, oltre alle frecce e il cambio della marcia. Io e Sawyer ce ne stavamo in silenzio, in attesa di arrivare al campus.
A un certo punto mi aveva suggerito di collegare il mio iPhone alla radio, per poter mettere le canzoni che preferivo. Avevo rifiutato. Dubitavo che gli sarebbero piaciute canzoni su ex tossici, ragazze arrabbiate con la società e che piangevano per il loro aspetto.

In realtà mi sentivo un po' a disagio, forse perché in pieno giorno e dopo una bella dormita avevo la mente lucida da poter affermare: che cazzo stavo facendo?
Avevo davvero accettato di fingermi la ragazza di Sawyer Thompson? Non ci avrebbe creduto nessuno.

Gli lanciai un'occhiata di sottecchi. Sawyer guidava con un'espressione rilassata. Non sembrava agitato, a meno che non fosse bravo a nasconderlo. Eravamo completamente diversi. Lui era come il giorno, solare, con il sorriso stampato in faccia e sicuro di sé; io, invece, ero come la notte, scontrosa e annoiata, con un costante peso sulle spalle e l'ansia a divorarmi.

Persa nei miei pensieri, mi accorsi a malapena che fossimo arrivati nel parcheggio dell'USF che Sawyer aveva appena fermato la macchina. Afferrai lo zaino poggiato accanto alle gambe e feci per scendere.

Sawyer mi fermò con quattro semplici parole.《Dovremmo tenerci per mano》

Sgranai gli occhi. 《Che?》

《Stiamo "insieme".》sollevò le mani per formare le virgolette con gli indici.《Perciò dovremmo tenerci per mano.》

《No.》

Sawyer alzò un sopracciglio, come se stesse per farmi la ramanzina. 《Ieri avevi detto di essere d'accordo con la farsa e questo rientra tra le cose da fare. Non dirmi che non hai mai tenuto per mano un ragazzo?》

《Certo che si. Ne avevo uno al liceo.》

《Ah, si?》fece curioso. 《Allora non dovresti avere problemi.》

Feci una smorfia. Non che Josh si potesse considerare uno dei miei ex. Frequentavamo la stessa classe di matematica al liceo ed eravamo usciti due volte, poi lo avevo lasciato con una scusa banale. Avevo capito che gli appuntamenti non facevano per me e non sopportavo il contatto fisico non necessario.

Per questo mi rifiutavo categoricamente di toccarlo.

Esalai un profondo respiro, assorbendo mio malgrado anche l'odore dolce del profumo di Sawyer che riempiva lo spazio ristretto tra noi, ed esclamai.《È proprio necessario?》

《Si, Em.》

《Per... per quanto dovremmo... tenerci per mano?》chiesi con una smorfia.

Sawyer trattenne una risata davanti la mia espressione disgustata.《Per dieci minuti, come minimo. Non ti preoccupare, sarà una cosa veloce. Giusto il tempo di farci vedere come una coppia.》

《Okay.》mormorai a denti stretti e uscii dalla macchina.

Sawyer mi imitò, fece il giro della sua auto e mi raggiunse. Allungò la mano verso la mia e d'istinto mi scansai.
Sawyer sospirò paziente.《Ti imbarazza così tanto?》

《Da morire.》

《Sei proprio complicata.》 scherzò e, fulmineo, mi afferrò la mano.

Mi strinse le dita tra le sue, a mezz'aria, per una paio di secondi. Sentii di nuovo l'istinto di scostarmi, ma lo repressi. Invece osservai le nostre mani unite e mi accorsi che si incastravano alla perfezione. Sawyer era più alto di me di un paio di centimetri e, di conseguenza, la sua mano non era tanto più grande della mia. Era calda per aver stretto il volante e, per fortuna, non era sudata.

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