21. Almeno Romeo è morto.

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Em

Mi sentivo uno schifo.

Avevo le palpebre pesanti e mi girava la testa per le poche ore di sonno. Non avevo chiuso occhio per l'intera notte, il senso di colpa mi aveva divorata fino a togliermi il sonno. Continuavo a ripensare al momento nel parcheggio, quando avevo lasciato Sawyer, chiedendomi se avessi sbagliato.

Se non fosse stato un errore terminare le cose tra noi, se avessi dovuto usare una scusa differente.

Non mi era venuto in mente nient'altro, a parte la storia che gli avevo rifilato. Tuttavia era la verità. Janie ci calcolava a malapena e mi ero avvicinata a Drew da quando io e Sawyer avevamo cominciato a fingerci una coppia. Avevamo esaurito il tempo a nostra disposizione. Era passato un mese come avevamo stabilito. Sarebbe finita lo stesso.

Mi faceva strano pensare che fosse passato così poco da quando l'avevo conosciuto. Mi parevano trascorsi mesi interi. Invece eravamo stati insieme per poco ed era incredibile come, in quel lasso di tempo, Sawyer fosse riuscito a farmi innamorare di lui.

Il cuore mi si strinse nel petto, ormai a pezzi. Non provavo neanche a rimetterlo a posto. Sarebbe stato inutile, non avevo neanche voglia di provarci. Preferivo soffrire.

Me lo meritavo.

Inserii una banconota da due dollari nel distributore automatico e premetti il codice per prendere la merendina alla frutta. Aspettai il tipico rumore che faceva la macchinetta dopo aver accettato i soldi e che la merendina cadesse verso il basso. Attesi una manciata di secondo, minuti.

Niente.

Rimase ferma. Capii.

La macchinatta mi aveva mangiato ancora i soldi.

Fantastico, anche la macchinetta doveva avercela con me.

Provai a sbattere la mano sulla parete laterale in metallo e rischiaii il pulsante. La mia barretta alla frutta rimase bloccata dov'era.

Oh, cavolo. Mi ero dimenticata che la macchinetta vicino l'auditorium fosse difettosa. Avevo avuto lo stesso problema la volta in cui Sawyer mi aveva chiesto di prendergli da bere e Drew mi aveva aiutata. Ero stata troppo pigra per andare nell'atrio, ben distante da dove mi trovavo.

Ora avevo un cuore spezzato e due dollari fregati da una stupida macchinetta del cibo.
Strinsi le mani a pugno per la frustrazione, vagliando l'opzione di fregarmene e andarmene via.

《Sto vivendo un deja vu?》chiese una voce familiare alle mie spalle.

Drew spuntò dal corridoio alle mie spalle. Indossava la maglietta dei Dons, i capelli erano spettinati, segno che ci aveva passato le mani in mezzo o che era stata colpa del cappellino che portava sempre. Si accostò al distributore, poggiandoci contro la mano.

《Uhm, può essere.》borbottai.

Lui rise, ma io non ricambiai il suo sorriso con tanto di fossetta. 《Ti do una mano.》

《No, non serve. Posso farne a meno.》e gli indicai la mia stupida merendina.

《Insisto.》continuò. 《E posso approfittarne per parlare un po' con te. La riunione del comitato sta andando per le lunghe.》

《Mi spiace, oggi non sono molto loquace.》

Drew infilò un'altra banconota nell'apposita fessura e inserì il codice. Questa volta la barretta cadde sul fondo. Forse accettava soldi soltanto dai giocatori di baseball. Era la loro macchinetta personale, chi poteva dirlo.

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