16. Tra me e il gatto, vince il gatto.

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Sawyer

Buttai sul letto una camicia dietro l'altra, le grucce si scontravano provocando un tintinnio. Mi serviva qualcosa adatto all'occasione, ma non andava bene niente.

《Devi incontrare i tuoi genitori. Basterà un bel capo.》mi ricordò Jay, seduto sulla sedia girevole della mia scrivania.

Stava sistemando il cubo di Rubik che avevo abbandonato, tempo fa, in un angolo. Aveva formato una linea rossa e una blu su due facciate del cubo.

《Mia madre giudica persino il colore dei bottoni.》

《Non è un tuo problema. Non puoi decidere il colore di un oggetto tanto insignificante.》

《Devo essere più che presentabile.》

Rovistai ancora nell'armadio e afferrai un maglione nero a collo alto. Tolsi la maglietta che indossavo e mi cambiai. Osservai la mia figura nello specchio interno all'armadio. Mi bastò per decidere di indossare altro. Tolsi il maglione con una tale foga da strapparmelo di dosso.

Il mio corpo era impossessato dall'agitazione e la mia mente era pervasa dalla negatività. L'incontro con i miei genitori sarebbe andato male. Mi avrebbero fatto domande scomode o avrebbero evitato del tutto di fare domande che mi riguardavano. Mi avrebbero chiesto come andava, senza voler sapere la risposta. A loro non importava della mia carriera di modello o se andassi bene nei corsi di graphic design. L'unica personq che ne ricavava un vantaggio era mia madre e il suo interesse nel corso minor che seguivo. Mio padre l'avrebbe appoggiata e si sarebbe limitato a dei cenni. Sarebbe stata una conversazione a due, in cui io potevo soltanto adeguarmi.

Mi stava passando la voglia di uscire. Non si sarebbero offesi molto se li avessi chiamati per dire che stavo male o che avevo altro da fare.

D'altro canto si sarebbero presentati lo stesso alla mia porta. Ero fregato.

《Prova il gilet bianco.》suggerì Jay, concentrato per metà su di me e per metà sul cubo di Rubik. 《Lo indossi sempre.》

《È in lavanderia.》

《Di solito non hai problemi a scegliere cosa mettere.》seguì lo schiocco prodotto dal cubo che girava, come quello che nei film preannunciava una sentenza. Quella di Jay fu:《Sono i capelli. Ti stanno condizionando.》

Mi portai d'istinto una mano tra le ciocche tinte di scuro. Avevo colorato i capelli del mio colore naturale, castano scuro, però avevo esagerato e ora tendevano al nero. Avevo acconsentito alla richiesta di mia madre e avevo rinunciato al mio colore abituale. Il lavandino del bagno era ancora macchiato dagli schizzi dell'acqua colorata dalla tinta scura, che Jake stava cercando di togliere. Una confezione di tinta chiara mi stava già aspettando per la prossima colorazione, che avrei fatto domani mattina dopo la mia festa di compleanno. Il mio solito colore mi piaceva e attirava di più l'attenzione.

Strinsi il maglione tra le mani. Jay aveva ragione. 《Hai sempre un intuito infallibile.》

《So come ragioni.》spiegò in breve.

《Che mi consigli?》

Jay mi indicò col mento il mucchio di vestiti sul letto.《In genere abbini i vestiti bianchi ai capelli chiari. Fa' lo stesso, no?》

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