Capitolo 7 - Gioco e rilancio

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"EH!!! Il tuo amore d'infanzia ti ha baciato? Il ragazzo che ha animato tutti i tuoi sogni, quello che ha reso impossibile i tuoi incubi? Quello che ti ha trattato come uno straccio da piedi, illudendoti?".

Una escalation di esclamazioni a cui si accompagnano occhi sempre più strabuzzati e voce più acuta. Il mio amico-collega è grande artista nel farmi aumentare l'ansia! Ma come ho fatto a confessargli di aver baciato Sang!
"E' Lui, Sam. Basta. Non c'è bisogno di rigirare la lama nella ferita!"

E la ferita è aperta.

Lo so bene, ma se avessi avuto anche un solo piccolo dubbio, sarebbe stato spazzato via dalla foga con cui ho tirato fuori tutte le scatole in cui per anni ho conservato le foto della mia disperata adolescenza. E ora sono tutte qui, sparse sul tavolino davanti al divano. Mi raccontano di anni pesanti ma non infelici. Ho avuto dei genitori fantastici e un amico fantastico che mi hanno aiutato a superare i miei traumi. Certo se non avessi dovuto combattere ogni santo giorno con la stupidità di ragazzini, ricchi, belli e idioti, sarebbe stato meglio!

E se state pensando che, forse, sarebbe stato meglio queste foto, buttarle via, bruciarle sull'altare della ritrovata serenità, sono assolutamente d'accordo. Ma che ci volete fare... sono un inguaribile romantico, di quelli che consumano centinaia di fazzoletti, singhiozzando per un bel libro o davanti a una scena clou di un bel film.

E soprattutto per le mie sventure da adolescente sfigato.

Ho passato le ultime ore a guardare quelle foto. Sorridendo e piangendo, piangendo e sorridendo. Sorridendo poco in verità! Mi sembra sia solo ieri, mi sembra siano cento anni. Ho riconosciuto in quelle immagini, la speranza di essere notato, di essere uguale agli altri ragazzini. E il mio sentirmi sempre diverso. Inappropriato, inadeguato.

Ma perché non nasciamo con una precisa consapevolezza di noi stessi e la affermiamo man mano che cresciamo! Perché nessuno ci dice che siamo unici e che la nostra unicità è il nostro vero tesoro! Ho dovuto impararlo con gli anni e un miliardo di pacchetti di fazzoletti usa e getta. Gli stessi che giacciono appallottolati sotto al tavolino dopo un pomeriggio passato a leccarmi le ferite riaperte dalle foto.

Ecco, questa è la scena che si è trovato davanti Sam quando è piombato a casa stamattina, domenica mattina. Per la cronaca, a 10 ore circa dal fatidico bacio, il ricordo è freschissimo, e lo sarebbe stato anche se fosse passato un mese, ma questo preferisco non confessarlo neanche a me stesso.

Se Sam è qui a quest'ora, di domenica, vuol dire solo una cosa: ha litigato con Dan. E, in effetti, quella faccia da cane, prima bastonato e poi abbandonato, non promette nulla di buono. Sarà per questo che ho deciso di deviare i suoi pensieri su qualcos'altro. Peccato abbia sbagliato argomento.

"Senti, in realtà non è successo granché. Mi stava salutando e un attimo dopo le nostre bocche erano incollate. Non ho molto altro da dire!"

"Amico! Stai mentendo a te stesso. Io te l'ho detto un bel po' di giorni fa che il tuo bel Sang ci stava provando!"

Primo, penso, non è il mio Sang, altrimenti non saremmo qui a discutere sul nulla. Secondo... "Ok ok", cedo alla fine, "hai ragione. Lo avevi detto. Ma ora, che faccio? Sai che ti dico? Cambio numero di cellulare. Cambio casa, cambio città, cambio lavoro".

Sam si fa serio e già questo mi preoccupa. Poi si siede sul divano accanto a me e si accende una sigaretta. E questo mi preoccupa il doppio. Gliela tolgo con decisione, pronto alla morale che sta per arrivare, perché conosco molto bene il mio amico e so che sta per darmi la "lezione sulla vita" quella a cui non si può rinunciare.

"In... non dire che non è così perché ti conosco bene. Hai passato gli ultimi anni a immaginare cosa sarebbe successo se Sang ti avesse trattato diversamente. Se i tuoi compagni non avessero minato la tua sicurezza, se non ti avessero emarginato. E poi sei sbocciato. E hai cominciato a immaginare la reazione di Sang se ti avesse incontrato oggi che sei un'altra persona. Ma non è così, amico mio. Tu sei ancora e sempre lo stesso: Brillante, vivace, allegro, ironico, spiritoso, praticamente insopportabile", ride e rido anche io mentre mi comincia a salire il magone, "non importa cosa potrà mai pensare questo ragazzo di te. Importa cosa tu pensi di te stesso. Alza la testa e guarda avanti. Se lui comprende davvero che persona speciale sei, non avrà dubbio alcuno sul perdersi completamente in te e per te. E allora sarà lui a mordersi le mani per tutto il tempo perso!"

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