Capitolo 10 - Caos primordiale

138 25 11
                                    


Mi sveglio nel mio letto. Come ci sia arrivato è un grande mistero.

Faccio per girarmi e sussulto sorpreso... "Sang!".

Dorme beatamente al mio fianco. Un braccio serenamente appoggiato sulla mia pancia.

Siamo ancora tutti e due completamente nudi.

Approfitto di questi minuti per godermi la vista di Sang, rilassato e dormiente. Ha la bocca distesa in uno spontaneo sorriso. Se non fosse per la leggerissima peluria che gli sta comparendo sul volto, sembrerebbe ancora il ragazzo di 10 anni fa.

Mi viene di sfiorargli la guancia e con la punta del polpastrello lo accarezzo lievemente. Lui percepisce il movimento e si muove di qualche centimetro, senza però svegliarsi.

Torno indietro con la memoria alla sera precedente. È chiaro che devo mettere ordine in quello che sta succedendo ma soprattutto dentro di me.

Sang ha chiaramente detto che non gli basta questa strampalata storia di letto che abbiamo avuto finora. Ha parlato di sentimenti e diamine... questa parola dalla sua bocca, su di me è calata come un masso di cemento in piena faccia.

Non che non mi emozioni, anzi troppo! Dio solo sa se vorrei davvero avere una storia seria con lui!

A 17 anni sentivo suonare le campane ogni santa volta che incrociava il mio sguardo o mi rivolgeva la parola e, credetemi, non è che accadesse spesso. Se non per sfottermi con gli amici o per chiedermi aiuto per i compiti.

In! In che pasticcio ti sei ficcato... Non posso non sorridere dell'aspetto un po' comico della situazione.

I nostri corpi nudi ancora abbracciati sono l'esempio migliore al mondo di come si possa cambiare se solo c'è una fortissima volontà e una buona dose di fortuna. Dovrei scriverci un libro!

"Come portarsi a letto il ragazzo che ti ignorava alle superiori. In 10 anni e 10 lezioni!" Testo arricchito da particolareggiate foto a beneficio dei miei ex compagni. Sono sicuro che a qualcuno di mia conoscenza verrebbe un infarto già alla prima pagina.

Archivio l'ironia e improvvisamente mi sembra di essere in una stanza senza finestre o porte. Non so come venirne fuori senza rimetterci il cuore. Voglio fortemente Sang, voglio stare con lui, voglio avere una relazione seria, voglio che lo sappiano tutti e voglio continuare ad averlo nel mio letto... ma se non gli dico chi sono, prima o poi lo scoprirà e mi odierà. E se glielo dico potrebbe non prenderla bene.

Temo che quello che lui ha fatto a me dieci anni fa, sfottò e cattiveria adolescenziale, non sarà assolutamente nulla rispetto al suo odio di uomo maturo.

Mi alzo facendo attenzione a non svegliarlo. Vado a recuperare l'accappatoio che è rimasto per terra, nel salotto. Me lo infilo e vado in bagno. Mi tocca una terrificante giornata di lavoro, di occhiate e sospiri dei miei colleghi che si andranno a sommare a migliaia di consigli, rimproveri e pacche sulle spalle, una volta saputo cos'è successo.

E che io non glielo dica, non è in preventivo visto che mi si legge in faccia ogni sentimento che sto provando.

E me lo dice anche lo specchio nel bagno. La bocca gonfia per i baci, gli occhi cerchiati per il poco sonno, i capelli scompigliati, i succhiotti sul collo e i segni ben visibili del tocco di Sang sulla mia pelle delicata.

Sospiro, tra beatitudine e preoccupazione, poggiando le mani ai bordi opposti del lavandino e, abbassando la testa per non vedere ancora la mia immagine sfatta riflessa nello specchio, quando improvvisamente mi sento afferrare alla vita da due mani che ho imparato ormai a conoscere.

Sempre tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora